L'angelo ubriaco - Yoidore tenshi
di Akira Kurosawa
(1948 Giappone 98’)
con Toshiro Mifune, Takashi Shimura, Reisaburo Yamamoto, Chieko Nakakita
Primo film importante di Kurosawa (lo gira a 38 anni), vede l’esordio dell’energico Toshiro Mifune nella parte di un gangster tubercolotico e la magistrale interpretazione di Takashi Shimura nei panni di un medico alcolizzato e idealista, l’angelo ubriaco del titolo.
Ambedue immersi nell’immondo acquitrino che è la vita ai margini della società, due ribelli destinati alla sconfitta (?), ma in possesso di una profonda dignità umana. Il film è basato sul loro rapporto di attrazione e repulsione, immersi negli inesorabili bassifondi di Tokyo, uno con l’ossessione di curare ed estirpare i germi, l’altro inseguendo un’impossibile ascesa nel grembo di una spietata malavita. Due angeli perdenti in lotta contro un mondo lurido e malato in un film crudo e coinvolgente, per nulla datato. Da segnalare la sequenza dell’incubo di Matsunaga nella spiaggia, che anticipa di 10 anni la mitica scena de “Il posto delle fragole” di Bergman (la bara, il doppio...).
Kurosawa dalla parte dei reietti e dei falliti denuncia le ingiustizie e le barbarie del mondo moderno e crede fermamente che solo da questi ultimi può arrivare una trasformazione davvero radicale e senza compromessi della situazione attuale o per lo meno la speranza in un miglioramento e il ritorno a valori più propri dell’essere umano. E’ il primo di una lunga serie di capolavori del regista nipponico.
“Dopo tutto era solo un cattivo gangster...
un cane è un cane e niente può cambiarlo.”
20/11/07
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