Il cinema di Buñuel fa dell’utopia, dell’insubordinazione, della rivolta i luoghi/materiali simboli dell’indisciplina dove l’onirico e la metafora coincidono con la dissoluzione dei linguaggi dell’ordine. I film di Buñuel si plasmano in moduli narrativi anticonvenzionali... automatismo, anagrammi, giochi visuali, doppi sensi, humour nero sono strumenti/cifre stilistiche che si dilatano oltre il flusso della visione per creare un pensiero che è la messa in distruzione di ogni convenzione sociale. L’invito di Buñuel è quello al rovesciamento dei valori istituzionali per andare alla ricerca, alla conquista, alla scoperta di un linguaggio/sguardo differente, dove la radicalità dell’immaginario individuale si riversa sul mondo oppresso chiamando i diseredati di ogni razza e di ogni tempo alla rivolta...
I sogni di Buñuel non muoiono all’alba (come quelli dei boia), ma insorgono nel rinnovamento dell’eresia che conferiscono al non-credente la forza di disobbedire... con il primo atto di sabotaggio (il rifiuto dell’immortalità e dell’amore demenziale concessi da Dio nell’Eden), è nato anche il primo gesto di libertà (l’incontro e l’esperienza amorosa come rivelazione dell’uomo/della donna a se stessi). L’amore infrange gli steccati dell’ordine costituito e viola, disvela, lacera la volta celeste della menzogna.
Buñuel dice : “Basterebbe che la palpebra bianca dello schermo riflettesse la luce che le è propria, per far saltare l’universo. Ma per il momento, possiamo dormire tranquilli poiché la luce cinematografica è convenientemente dosata e incatenata. La maggior parte dei film attuali non sembra avere altra missione che abbruttire gli spettatori : gli schermi sfoggiano il vuoto morale ed intellettuale nel quale prospera il cinema, limitandosi a copiare il romanzo o il teatro, ripetono all’infinito le stesse storie... Il mistero, elemento essenziale di ogni opera d’arte, manca in generale nei film. Autori, registi e produttori evitano con ogni cura di turbare la nostra tranquillità aprendo la meravigliosa finestra dello schermo al mondo liberatorio della poesia. Preferiscono proiettare su di esso quei temi che ci danno l’impressione di continuare la nostra vita di tutti i giorni, ripetere mille volte lo stesso dramma, farci dimenticare le ore penose del lavoro quotidiano. E tutto ciò, naturalmente, sancito dalla morale consuetudinaria, dalla censura governativa e internazionale, dalla religione, presieduto dal buon gusto e condito con un po’di umorismo ottimistico e con altri prosaici imperativi della realtà...
Il cinema è un’arma meravigliosa e pericolosa se viene usata da uno spirito libero. E’ lo strumento migliore per esprimere il mondo dei sogni, delle emozioni, dell’istinto. Il cinema sembra sia stato inventato per esprimere quella vita subcosciente che con le sue radici penetra così a fondo la poesia ; e tuttavia mai lo si utilizza a questo fine...”
Film inafferrabili i suoi, pieni di spunti e di idee, irriverenti, divertenti, inutile cercare di interpretarli in maniera univoca perché li ha immaginati un uomo veramente libero e geniale. Non sono film a tesi e offrono molti spunti di riflessione, un po’ vanno ripensati, ma si possono anche amare subito, d’istinto. Se non vi sono piaciuti, poco male, potete tornare alla tranquillità di altri film, la scelta purtroppo è molto ampia...
08/11/07
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