04/11/07

Barbara Steele

Barbara Steele

Attrice inglese dalla bellezza strana e misteriosa,quasi quella di una cerbiatta ipnotica. La sua carriera ha inizio nella seconda metà degli anni Cinquanta dal momento in cui inizia a frequentare una piccola compagnia teatrale per esordire poi sul grande schermo nel 1958 con il film "Uno straniero a Cambridge".
L'occasione della vita arriva quasi subito in quanto nel 1960 viene chiamata dal maestro Mario Bava nel suo "La maschera del demonio", in un doppio ruolo, che segna immediatamente l'immaginario collettivo e la fa diventare la star e l'icona dell'horror italiano degli anni Sessanta.

Il suo personaggio impressiona perfino Roger Corman che le offre un ruolo rilevante nel film "Il pozzo e il pendolo" (1961), in cui recita a fianco di Vincent Price.
Lavora in seguito con un altro maestro del cinema italiano, Riccardo Freda, nello splendido e seminale "L'orribile segreto del dottor Hichcock" (1962) e ne "Lo Spettro" (1963) dove dà vita ad indimenticabili personaggi oppressi dalla perversione, dalla colpa e dal peccato. Federico Fellini colpito dalle doti e dalla bellezza sinuosa di Barbara le offre un ruolo nel suo capolavoro "8 e 1/2", mentre Luciano Salce la chiama nel gioiellino "Le ore dell'amore" (1963).
Ma ormai è la regina indiscussa dell'horror e la conferma viene dalla collaborazione con Antonio Margheriti nel 1964 per i suoi due imperdibili gotici "Danza Macabra" e "I lunghi capelli della morte".
Lucio Fulci, non ancora leggenda dell'horror, la vuole nella sua commedia "I maniaci" (1964). Ormai è sulla cresta dell'onda e partecipa anche ad "Amanti d'oltretomba" di Mario Caiano (1965), dove è sempre in un doppio ruolo di donna mostro e ragazza innocente, prende parte poi al cult "L'armata Brancaleone" di Monicelli (1965) e, come moglie assassina, a "Cinque tombe per un medium" di Massimo Pupillo (1965, l'autore dello scult "Il boia scarlatto"...a proposito vorrei farne un remake, chi ci sta?). Anche il sottovalutato Camillo Mastrocinque la chiama nel suo "Un angelo per Satana" (1966) dove è una ragazza invasa dallo spirito di una malvagia antenata. Nel 1965 lavora anche con l'autore maledetto (si è tra l'altro suicidato) Michael Reeves in "Il lago di Satana". La sua carriera si palleggia tra cinema d'autore e cinema di genere di gran classe, nel 1966 la vuole Volker Schlondorff nella sua versione de "I turbamenti del giovane Torless", poi partecipa a "Curse of the Crimson Altar" nel 1968 del regista da riscoprire Vernon Sewell.

Fin qui una carriera da incorniciare per gli amanti del cinema psicotronico, ma non è finita...Nel 1969, abbandona temporaneamente il cinema e sposa lo sceneggiatore statunitense James Poe da cui nell'agosto 1971 ha un figlio.
Nel 1974 viene richiamata sul set per "Caged Heat" aka "Femmine in gabbia" di Jonathan Demme, in cui interpreta il ruolo di una sadica e repressa carceriera in un classico film da drive in del genere women in prison.
A questo punto la sua capacità di essere al contempo inerme vittima e diabolica carnefice è fonte di nuova ispirazione per gli astri nascenti dell'horror contemporaneo e ciò la porta a lavorare con sua maestà David Cronenberg nel suo esordio virale "Il demone sotto la pelle" (1975) e con un altro enfant prodige del cinema fantastico, quale è Joe Dante, nel suo "Piranha" (1978).

Queste splendide collaborazioni la confermano regina imperitura del cinema horror, in effetti basta vederla una volta sullo schermo per non dimenticarla più, la sua figura emette un particolare magnetismo che ci strega in eterno.

"Immagino che molti percepiscano qualcosa in me, una sensazione familiare che li rimanda ad una loro inquietudine interiore, una sorta di infelicità infantile, un dolore inespresso..."
(Barbara Steele)

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