30/09/10

Rapporto Confidenziale Numero 28

Rapporto Confidenziale
rivista digitale di cultura cinematografica

numero28 – speciale 2010 Festival del film Locarno


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Editoriale di Alessio Galbiati e Roberto Rippa
Non è un numero come tutti gli altri quello che avete di fronte agli occhi, è un numero speciale, nel vero senso della parola.
Speciale perché in questo numero28, scritto per intero a quattro mani, ci sono due mesi di vita, chilometri, persone, emozioni e visioni.
Ore ed ore di cinema, di parlar di cinema, di pensare al cinema.
Due mesi entro i quali Rapporto Confidenziale ha ridefinito il proprio percorso, la propria natura, in cui abbiamo compreso dalle persone che abbiamo incontrato che quest’esperienza editoriale è davvero necessaria, che viviamo in uno scenario di guerra, di una guerra persa come dice Gianluca Arcopinto, ed entro la quale è necessario costruire quegli strumenti utili alla resistenza ed alla ricostruzione.
Ancora una volta vi invitiamo a sostenere RC: nella sua diffusione ed economicamente, attraverso una donazione – ognuno come crede, ognuno come può.
Buona Visione



«Come l'acqua, il gas o la corrente elettrica, entrano grazie a uno sforzo quasi nullo, provenendo da lontano, 
nelle nostre abitazioni per rispondere ai nostri bisogni, così saremo un giorno approvvigionati di immagini e di 
sequenze di suoni, che si manifestano a un piccolo gesto, quasi un segno, e poi subito ci lasciano». 
(Paul Valéry, Pièces sur l'art, Paris 1934, p. 105)

Léolo (Jean-Claude Lauzon)

Léolo
di Jean Claude Lauzon (1992 CAN/FRA 107')
Sublime mistione autobiografica di realtà e fantasia per uno dei registi più importanti dei primi anni Novanta, purtroppo tragicamente scomparso a soli quarantaquattro anni a causa di un incidente aereo, mentre volava su territori selvaggi del Quebec. All'epoca mi spezzò il cuore la perdita di un talento di tal portata...e piansi...medesima sensazione provata alcuni anni più tardi per la morte dello straordinario scrittore Jean-Claude Izzo. 
Léolo è in parte ispirato all'opera "L'Avalée des Avalés" di Rejean Ducharme e racconta l'adolescenza di un ragazzino di Montréal (Canada) durante gli anni Cinquanta, che ama immaginare la sua vita e quella dei suoi familiari come se si trattasse di una storia di finzione che egli stesso annota sulle pagine di un diario, sua magnifica ossessione, che poi strappa. La sua fervida fantasia immagina che lui sia figlio di un pomodoro contaminato (cioé inseminato da un contadino siciliano!!!) attraverso un incidente occorso alla grassa madre e questo è il motivo per il quale pretende di essere chiamato Léo Lozone e ama tutto ciò che proviene dall'Italia, specie una graziosa adolescente, di nome Bianca, che è figlia dei suoi vicini di casa immigrati dalla Sicilia e nei cui confronti prova un amor fou degno dei surrealisti. Il taglio del film è onirico, poetico e malinconico ed è arricchito da numerose divertenti e spiazzanti scene grottesche, tra tacchini nella vasca da bagno, masturbazioni con bistecche di fegato, cimiteri di frigoriferi sott'acqua e strambe perversioni erotiche (come quella di farsi mangiare le unghie dei piedi...). La famiglia di Léolo è tra le più strambe in assoluto viste al cinema: con un padre obeso ossessionato dal far andare di corpo i familiari (per questo li purga regolarmente in un rituale casalingo che richiama l'Eucaristia), un fratello ritardato e culturista sfegatato, una madre imbarazzantemente oversize, due sorelle abituali ospiti dell'ospedale psichiatrico (una delle due riesce a comunicare solamente con gli insetti) ed un nonno magnificamente perverso. In mezzo a tutto questo Léolo  scoprirà la sessualità come un limbo sospeso tra l'ignoranza e l'orrore...
Le pagine strappate dal diario sono lette da un anziano "domatore di versi", misterioso depositario della cultura umana (nel bel finale aperto del film si vede portare il manoscritto del ragazzino nei polverosi sotterranei di una maestosa biblioteca dove sono evidentemente conservati i capolavori dell'uomo). La volontà di Lauzon, sospeso tra tenerezza e disgusto,  è quella di trattare temi alti maneggiando materia bassa e direi che riesce nell'impresa, rendendo in pieno veritiera l'affermazione di Douglas Sirk, per il quale "tra l'arte e la spazzatura c'è pochissima distanza, e la spazzatura che contiene un grano di follia è per questo più vicina all'arte". Un'opera profondamente toccante, quando ci ricorda che il cinema è sogno. A rendere ancora più affascinante la pellicola è poi la complessa colonna sonora che spazia da canti buddisti alle musiche del maestro Tom Waits, rendendo così pienamente giustizia all'originale talento visionario e fuori dagli schemi del regista canadese. Non manca poi una scena insostenibile, probabilmente ispiratrice di Gummo di Korine, in cui un gatto riceve le attenzioni di un teppistello amico del protagonista sulle note di You can't always get what you want dei Rolling Stones. Nel 1992 al festival di Cannes Léolo era il favorito numero uno per la Palma d'oro, ma un approccio un pò rude, "What the boy in the film does to the piece of liver, I want to do to you", detto dal regista alla giurata Jamie Lee Curtis durante un banchetto gli costò l'esclusione dal Palmares. Il Time ha reso giustizia all'oblio che circondava questo film e nel 2005 lo ha incluso tra i cento film più importanti di tutti i tempi. Because I dream I am not...

29/09/10

Scaglie Erotiche



Scaglie Erotiche

"Credo che l'erotismo, come la rivolta, sia tra i mezzi eccellenti,
 adatti a condurci a questa smisurata gioia" 
(Paul Wühr)
Lucien Clergue (link)
Valery Bareta (link)
Andréa Floris (link)

Helmut Newton (link)
Richard Williams (link)
Roy Stuart (link)

28/09/10

Gloomy Valentine (Isabel Peppard)

Gloomy Valentine
di Isabel Peppard (2005 Australia 5')

I film liberano la testa

"I film liberano la testa"
Rainer Werner Fassbinder

26/09/10

We are the robots (L'evoluzione del robot cinematografico)

We are the robots
L'evoluzione del robot cinematografico

R.U.R - Rossums Universal Robots
di Karel Capek (1920 CEC)

Metropolis
di Fritz Lang (1927 GER 153')

The Phantom creeps
di Ford Beebe (1939 USA 78')

The Day the Earth stood still
di Robert Wise (1951 USA 92') 
Target Earth
di Sherman A. Rose (1954 USA 75')

The Robot vs the Aztec Mummy
di Rafael Portillo (1958 MEX 65')
Tobor the Great
di Lee Sholem (1954 USA 77')
Forbidden Planet
di Fred M. Wilcox (1956 USA 98')
Westworld
di Michael Crichton (1973 USA 88')

Star Wars
di George Lucas (1977 USA 121')
The Terminator
di James Cameron (1984 UK/USA 108')
RoboCop
di Paul Verhoeven (1987 USA 102')
Judge Dredd
di Danny Cannon (1995 USA 96')
I, Robot
di Alex Proyas (2004 USA/GER 115')
Transformers
di Michael Bay (2007 USA 144')
WALL-E
di Andrew Stanton (2008 USA 98')

Lights (Charlie White for Interpol)

Lights
directed by Charlie White
music by Interpol

24/09/10

Life Size (Luis Garcia Berlanga)

Life Size - Grandezza naturale
di Luis Garcia Berlanga (1974 FRA/ITA/SPA 101')

Film introvabile, sia in lingua inglese che in italiano (si reperisce solo in spagnolo e perdipiù decurtato a 88'), probabilmente a causa della censura subita dalla pellicola all'epoca dell'uscita, in seguito alla denuncia presentata presso il Tribunale di Roma da parte di 167 furenti femministe romane per "scene di indicibile violenza sessuale contro la donna, con dovizia di dettagli di rapporti sadici". Il film racconta l'incredibile storia di un dentista parigino alla moda, figlio unico di famiglia benestante e coniugato, dongiovanni immaturo e mammone, che si fa arrivare dal Giappone una bambola in poliuretano a grandezza naturale e trova nel rapporto con questa una ragione di vita, una provvidenziale ancora di salvezza. Emerge la bravura irridente di quella canaglia di Michel Piccoli nel dipingere un altro borghese represso, nonché una sua misteriosa capacità di dialogare con il bel fantoccio di sesso femminile. Tanto che Berlanga all'epoca dichiarò a Ecran 75: "Michel è stato il solo a dirigere la bambolona, immediatamente e costantemente in pieno accordo con lei...L'ha fatta esistere e vivere toccandola, mentre il contatto con qualsiasi altra persona del set dava un impressione di turpitudine". Si respira un'atmosfera degna di Buñuel e Ferreri ed infatti il film è scritto da Rafael Azcona e dialogato da Jean-Claude Carrière (alla versione italiana ha invece messo mano Alberto Moravia). Splendida e dolente parabola sulla solitudine umana e l'isolamento che ne consegue nella società moderna, blasfema parodia della vita di coppia, corrosiva rappresentazione delle perversioni estreme e inevitabili dell'uomo contemporaneo, feroce apologo intriso di humour nero ed erotismo surreale. Carrière lo definì "una masturbazione di lusso", in realtà una caustica immersione nel lato oscuro dell'uomo. Sottovalutato dalla maggioranza, è in realtà un grande film da recuperare. Rarovideo editalo in DVD!!!

23/09/10

Valhalla Rising (Nicolas Winding Refn)

Valhalla Rising
di Nicolas Winding Refn (2009  DAN/UK 93')
Refn, già autore di Pusher e di Bronson, si rivela cineasta sorprendente: girando un film selvaggio, violento e pulsionale come pochi, ma pervaso da un'aura metafisica e avvolto in una tale atmosfera perturbante da regalarci una visione decisamente emozionante. Il film, impreziosito da numerosi simbolismi mitologici nordici, è diviso in sei parti (Collera, Guerriero Silenzioso, Uomini di Dio, La Terra Santa, Inferno, Il Sacrificio) ed è incentrato sulle avventure di un implacabile guerriero pagano, muto e orbo, preso prigioniero da Vichinghi Cristiani durante il Medioevo. Su tutto il film la fanno da padrone i magnifici paesaggi scozzesi che contribuiscono a rendere le scene arcane e suggestive, dominate da una Natura magnifica, ma alquanto minacciosa. One Eye, questo il nome del guerriero interpretato da un affascinante Mads Mikkelsen, inizialmente è utilizzato dai Vichinghi per dei truci combattimenti tra prigionieri, sui quali si fanno scommesse senza alcuna pietà per la sorte dei perdenti. Quando non combatte, l'imbattibile One Eye è rinchiuso in una gabbia e nutrito da un timido ragazzetto di nome Are, con il quale instaurerà a poco a poco una specie di contatto telepatico. Guidato dall'odio, One Eye riuscirà a liberarsi e Are lo seguirà diventandone la voce. Durante il loro cammino i due si uniranno ad un gruppo di Vichinghi Cristiani per un viaggio in barca diretti verso la presunta Terra Santa. Insieme navigano, perseguitati da una nebbia impenetrabile e convinti di essere vittima di una maledizione (tre morti e un disperso durante il viaggio), fino a quella che dovrebbe essere Gerusalemme. One Eye durante il viaggio è spesso colpito da sogni o visioni premonitori (la pellicola in questi è virata al rosso sangue). In realtà è presumibile che il gruppo sbarchi in Nord America, ma purtroppo per loro questa Terra poco Santa è fin da subito zeppa di segnali minacciosi: su tutti dei cadaveri adagiati su una specie di palafitte e delle frecce di pietra, scagliate da nemici invisibili, che piombano improvvisamente su alcuni membri del gruppo uccidendoli. Il film si configura come una critica feroce al fanatismo religioso e scava singolarmente a fondo nell'essenza del cuore di tenebra degli esseri umani. One Eye, indimenticabile durante un suo rito propiziatorio davanti ad un totem di sassi, è probabilmente la materializzazione di uno spirito (lo stesso Odino?) proveniente dall'Inferno del Nord, come ci viene suggerito in uno spezzone della pellicola. A colpire è però l'enigmatica figura di Are, unico superstite in questo rito di passaggio che è il film e probabilmente futuro messaggero di un Nuovo Credo. Forse l'atteso Zarathustra...

21/09/10

Kynodontas (Giorgios Lanthimos)

Kynodontas - Canino
di Giorgios Lanthimos (2009 GRE 94')

Dalla critica Grecia arriva una pellicola spiazzante, isterica, crudele, ma non gratuita. Due genitori, per motivi sconosciuti, mantengono i loro tre figli adolescenti segregati all'interno di una splendida villa con piscina, convincendoli che il mondo esterno sia un minaccioso inferno e nel frattempo raccolgono filmati amatoriali sulla loro vita familiare, che ovviamente si configura come bizzarra ai massimi livelli. Quello che colpisce nel film sono le relazioni disfunzionali e anaffettive che si vengono a creare tra i personaggi e il ribaltamento dei significati delle parole comuni messo in atto dai genitori, allo scopo di arginare i dubbi e le inevitabili domande dei tre ragazzi, quando frammenti della realtà esterna irrompono per vie traverse nella loro quotidianità. Su tutto aleggia un'atmosfera malsana e una perturbante sessualità...completano la pellicola alcune affascinanti scene surreali: tra tutte spicca quella del ballo incontrollato delle due ragazze davanti ai due soddisfatti genitori. Il film esplora l'eccesso di protezione che può sviluppare un genitore nei confronti di un figlio allo scopo di preservarlo da corrompenti influenze esterne, fino al limite estremo che giunge a negare i naturali istinti umani e la curiosità sul mondo. Chiaro che l'obiettivo del regista è quello di fare una raggelante metafora sul controllo a cui, nei nostri tempi, sono sottoposti buona parte degli esseri umani ad opera di istituzioni e governi totalitari. Nella pellicola viene mostrata l'implosione della famiglia, ma anche la condizione di cecità subita da individui in una società in cui chi dovrebbe fornirgli informazioni, preferisce invece costantemente censurare la verità. Chiaro però che, come nel film, tutto è fatto al preciso scopo di proteggerci...

Zeitgeist (Peter Joseph)

Zeitgeist
di Peter Joseph (2007 USA 116')
per vederlo clicca qui
"Credo che la verità senza armi e l'amore incondizionato avranno veramente l'ultima parola"
(Martin Luther King)
Sconvolgente web-movie non profit che ha determinato un sussulto nel popolo della rete nel biennio 2007/2008 diventando il documentario più visto nella storia di Internet, ma che è stato pressoché ignorato dai media tradizionali, fatto che non può far altro che avvalorare le tesi ipotizzate in questo film.
Il documentario è diviso in tre parti: la prima, dal titolo "la più grande storia mai raccontata", mette in parallelo la storia del Dio Sole egiziano Horus con quella di Gesù Cristo ed è forse la più debole, intenta com'è a convincerci che la religione egiziana sia la base fondamentale e principale per la teologia giudaico-cristiana e che la Bibbia sia in gran parte stata creata seguendo miti e principi astronomici (qui un'accurata analisi che demolisce alcune affermazioni della prima parte del film). La seconda parte, dal titolo "tutto il mondo è un palcoscenico", è incentrata sull'analisi degli attentati dell'11 settembre 2001 alle torri gemelle e mette in luce molteplici aspetti irrisolti o non chiari della vicenda, suggerendo come la tesi del complotto sia quella più plausibile. Interessante è il fatto che anche un terzo edificio di grandi dimensioni è crollato su sé stesso di fianco alle torri gemelle, benché non sia stato colpito da alcun aereo dirottato. Sconvolgente il fatto che nel giorno dell'attentato era stata programmata un'esercitazione che prevedeva alla stessa ora lo svolgersi di attacchi terroristici contro bersagli civili e militari attraverso aerei di linea dirottati, evenienza questa che ha permesso di mettere fuori gioco le possibilità difensive dell'altrove implacabile NORAD (guarda caso stessa incredibile coincidenza, quella della simultaneità, dell'attentato alla metropolitana di Londra di qualche anno prima). La terza parte, dal titolo "non prestare attenzione agli uomini dietro le quinte", mostra come i maggiori cartelli bancari statunitensi (sopra tutti la Federal Reserve) per interesse siano stati e continuino ad essere i maggiori promotori delle guerre subite dal pianeta, a partire dalla Prima e Seconda Guerra Mondiale per arrivare al Vietnam e al Golfo. Le attività delle banche centrali e dei grossi finanzieri americani,  seguendo le ipotesi del documentario, stanno promuovendo da decenni stragi e crisi finanziarie, con lo scopo finale di creare un unico governo mondiale.  Tra gli altri argomenti affrontati, degni di massimo interesse, vi sono la rivelazione del progetto di creare una moneta della futura Unione Nord Americana (Canada, USA e Messico) chiamata Amero e il proposito di impiantare un microchip di identificazione a radio frequenza sotto-pelle agli abitanti del pianeta per consentire ai futuri governanti un facile controllo globale e continuo (si avvererà THX 1138?). Un altro messaggio che il documentario sottolinea è quello di fare affidamento sul presente, tenendo ben presente l'inganno che le istituzioni mettono quotidianamente in atto per ottenere il controllo del nostro dannato mondo, mantenuto in scacco attraverso la paura continuamente indotta e scatenata nei suoi abitanti. Zeitgeist, da vero agit-prop, finisce con la speranza che avvenga una presa di coscienza mondiale che permetta una rivoluzione pacifica globale, consentendo così il rovesciamento delle forze oscure mostrate...è quello che ci aspetta nel 2012? il capitalismo in effetti sembra proprio avere toccato il fondo...comunque lo Zeitgeist Movement esiste e sembra in ottima salute...

19/09/10

Lourdes (Jessica Hausner)

Lourdes
di Jessica Hausner (2009 Austria/FRA/GER 96')
Gemma in celluloide, astratta e tagliente, filmata dalla Hausner in luoghi di culto solitamente interdetti ai media e per di più con l'autorizzazione delle attente autorità ecclesiastiche. La grandezza del film viene dimostrata anche dal fatto che è stato premiato al Festival di Venezia sia dai critici cattolici che dall'associazione degli atei e non credenti. La pellicola, controllatissima in ogni dettaglio, infatti viene a configurarsi come una raffigurazione feroce della mancanza di fede nel nostro mondo e della attuale inutilità dei miracoli a causa di un cinismo imperante e di una dilagante mercificazione dei simboli religiosi: la vendita di enormi taniche d'acqua santa o i negozi stracolmi di Madonne degni dell'incubo del Cristo/ladrone de La montagna sacra, il ridicolo premio per il pellegrino dell'anno. Lo stile della Hausner ricorda la lezione di Bresson nel non enfatizzare i dettagli più inquietanti, ma possiede la vena perfida del miglior Buñuel quando mostra il potere sociale della malattia o l'essenza profonda degli esseri umani (indimenticabili i dialoghi tra il prete, il capoguardia e la vicecapo infermiera mentre giocano a carte bevendo vino). Da sottolineare i sottili scambi relazionali tra i protagonisti, che frequentemente sono dominati dallo scetticismo o dall'invidia, per un film che mostra elegantemente l'egoismo che spesso si nasconde dietro atti di solidarietà apparentemente genuini. Tra le riprese si notano alcune sequenze provenienti da macchine da presa piazzate in punti strategici e rubate durante i veri rituali, come quelle della toccante veglia notturna, che conferiscono al film un emozionante realismo. Superlativa la sequenza della gita in montagna con tanto di gelosie, livori, disquisizioni teologiche, amori e voyeurismo senile. Inquietante la protagonista interpretata da una bravissima Sylvie Testud, che rimane quasi indifferente al miracolo e apparentemente si trova a Lourdes quasi per noia. Figura centrale è quella dell'anziana vicina di letto della miracolata: una delle poche a possedere una vera e solida fede. Probabilmente è lei quella che permette l'avvenimento del miracolo, ma è sempre lei che nel raggelante e geniale finale (tutti ballanti al ritmo di Felicità di Al Bano e Romina cantata da un esilarante crucco) riporta la protagonista sulla carrozzina, come a voler dire che un'umanità del genere non merita guarigioni miracolose. Una scena atroce, ma potentemente reale e umana, che rimane incuneata nella mente anche a distanza di molti giorni dalla visione. Un film che, a suo modo, è un miracolo.

06/09/10

Marvo Movie (Jeff Keen)

Marvo Movie
di Jeff Keen
(1967 GB 4')