19/12/09

Programmazione Cinema Gennaio 2010 Scaglie

Gennaio Cinema 2010 Scaglie

Domenica 3 Gennaio ore 21.30


Fear and Desire di Stanley Kubrick (1953 USA 72')

“Il film proclama senza reticenze, nel 1953, la strategia creativa di tutta l’attività seguente del regista; di tale attività Fear and Desire rivela subito i segreti, i percorsi privilegiati, le motivazioni più intime. In altre parole, Kubrick aveva commesso l’errore più imperdonabile per un giocatore di scacchi: l’annunciare con le proprie mosse d’apertura il proprio metodo d’assedio al Re (al Generale) avversario...” Questa la bella presentazione di Cherchi Usai sull’esordio alla regia di Stanley Kubrick, pellicola rimasta invisibile e mitica per decenni. Kubrick si è sempre opposto alla commercializzazione di questo film. Paura e Desiderio.
Domenica 10 Gennaio ore 21.30

Alice di Jan Svankmajer (1988 CEC 86’)

Il significato del mio film Alice è apparentemente molto semplice: porre nuovamente l’accento sul sogno che l’attuale civiltà ha preso a trascurare, che la società ha gettato negli immondezzai della nostra psiche. Eppure sogno e realtà sono “vasi comunicanti” (A. Breton) della nostra vita. Alla fine del Settecento G.H. Lichtenberg aveva scritto: “Ancora una volta raccomando i sogni! Nel sogno viviamo e percepiamo le cose come durante la veglia, ed entrambe sono componenti della nostra esistenza. Tra i vantaggi dell’uomo c’è il fatto che sogna e ne è consapevole. Poche volte se ne è fino ad oggi debitamente approfittato. Il sogno è una vita che, aggiunta alla nostra vita, crea quello che noi definiamo l’esistenza umana. I sogni lentamente scompaiono nella nostra veglia, e non si può dire dove questa cominci e loro cessino”. Abbiamo dimenticato questa raccomandazione di Lichtenberg e ne paghiamo a caro prezzo le conseguenze. Il sogno, questa fonte naturale dell’immaginazione, viene sistematicamente sepolto e nello spazio rimasto vuoto si fa largo l’assurdo, prodotto in grande (come “produzione laterale”) dai nostri “sistemi razionali e scientifici”. Fino a che la sera, prima di andare a dormire, non prenderemo nuovamente a narrarci favole e racconti del terrore, e al mattino al risveglio i nostri sogni, dalla nostra attuale civiltà non ci si potrà aspettare più nulla di buono. (Jan Svankmajer)

Domenica 17 Gennaio ore 21.30

Bronson di Nicolas Winding Refn (2008 UK 92')
Il primo film inglese della carriera del regista danese Nicholas Winding Refn è probabilmente l'emblema della sua rinascita artistica. Un ritratto esaltante, disturbante, intrigante e sconvolgente di un vero criminale inglese, che ha passato più tempo fra carceri e manicomi che in libertà, pittore di talento, picchiatore formidabile, leader di rivolte carcerarie passate alla storia. Charly Bronson è un disadattato sociale, reale vittima di un sistema giuridico che punisce solo chi non ha il potere far pesare la sua arroganza. Un omaggio intenso e raffinato al film di Stanley Kubrick "Arancia meccanica" che, alternando diversi stili cinematografici, riesce a raccontare una vita allucinante, perennemente borderline fra violenza, sfruttamento, indifferenza e cieca mostruosità perbenista. Candidato all'Oscar come miglior film straniero Bronson ci trascina negli inferi dei sistemi carcerari e sanitari destinati ai senza voce, a coloro cioè che non hanno i mezzi o le capacità, almeno culturali, per far valere i loro diritti. Un film unico e cattivo che ritrae una persona vera, contradditoria, pericolosa ed inquietante, ma incredibilmente istintiva e geniale nell'inconsapevole forza creativa ed al contempo distruttiva. Un viaggio nella violenza del disagio, nel dolore della prigione e nell'agonia della pazzia, in un vortice di immagini ed animazioni che lascia il segno e coinvolge oltre il prevedibile e che rende il mostro, il criminale, alla fine dei conti, la vittima e l'eroe del sistema carcerario contemporaneo. (Daniele Clementi)



Domenica 24 Gennaio ore 21.30

The Man from London di Béla Tarr (2007 FRA/GER/Hung 139')
Béla Tarr è uno dei maestri del cinema ungherese dell'ultimo ventennio, con film come Dannazione e Le armonie di Werckmeister. Il suo ultimo prodotto è una coproduzione internazionale, che per la prima volta coinvolge stelle di Hollywood, come la protagonista Tilda Swinton. Si tratta di The Man from London, film presentato a Cannes e Toronto nel 2007, ma poi uscito in sala solo in Usa, Inghilterra, Francia, Grecia e Ungheria. Il film è un noir che nasce in una stazione ferroviaria vicina a un porto, in cui un uomo scorge un misterioso passaggio di una valigetta che è il preludio di un mistero ben più fitto. Il film è un prodotto europeo a tutti gli effetti: girato in Ungheria, è recitato in lingua inglese ed è tratto da un libro in lingua francese, L'uomo di Londra, del belga Georges Simenon. Anche la realizzazione del film è stata un vero e proprio noir. Due giorni dopo l'avvio delle riprese, infatti, il produttore si è tolto la vita, portandosi con se anche i cinque milioni di euro di budget. Il regista è quindi riuscito a ottenere 700.000 euro da vari finanziamenti, riuscendo con quella cifra a finire le riprese. (da Hideout)



Domenica 31 Gennaio ore 21.30

Sabato sera, domenica mattina di Karel Reisz (1960 UK 89’)
Proponiamo uno dei titoli più famosi del Free Cinema, realizzato da un regista attualmente dimenticato (autore tra l'altro del cult Morgan matto da legare), che nel 1967 dichiarava “Il Free cinema era un tentativo di raggrupparci, per cercare, con il potere dei film più che degli articoli sui giornali, di attaccare i valori correnti del cinema inglese. Era una campagna, una crociata assolutamente lucida, per affermare che la maggior parte dei film prodotti allora erano superati, che ricorrevano a convenzioni inappropriate per la nostra epoca. Abbiamo fatto film e scritto manifesti per pubblicizzare un po’ il movimento, ma il valore di questi film, se ne hanno, è nei film stessi e non nel movimento. Abbiamo cercato di provocare la gente, perché definisse le proprie posizioni; abbiamo alzato la voce, ed è per questo che ci hanno chiamato i giovani arrabbiati”.

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