27/12/09

Amore Folle (Karl Freund)

Amore Folle - Mad Love
di Karl Freund (1935 USA 68')
Ecco un gioiellino del passato che è stato immeritatamente dimenticato, stessa sorte toccata anche al suo autore Karl Freund (lo stesso de La mummia con Karloff, film che all'età di sette anni mi spaventò decisamente a morte). Si tratta di un horror tuttora abbagliante, incentrato sulla figura del Dott. Gogol, chirurgo di successo che cura bambini deformi e soldati mutilati, ma che nell'intimità è morbosamente attratto dalla figura di un'attrice del teatro "Grand Guignol Theatre des Horreurs" di Parigi, di cui non perde alcuna esibizione. La storia si ispira a "The Hands of Orlac" di Maurice Renard (già portato sullo schermo da Wiene nel 1924), uno degli autori letterari che ha contribuito a dare vita all'archetipo dello scienziato pazzo. I personaggi principali sono quattro: il chirurgo, l'attrice, il marito dell'attrice che è un pianista di successo e che in un incidente ferroviario rimane gravemente ferito alle mani e l'assassino Rollo, esperto lanciatore di coltelli. Il dottore con lo scopo di legare indissolubilmente a sé la bella attrice decide di trapiantare le mani dell'assassino (recentemente ghigliottinato) al pianista ferito. Gli effetti collaterali dell'intervento saranno nefasti, impedendo all'uomo di riacquistare l'abilità di suonare il pianoforte e determinando una pulsione all'omicidio, proveniente dalle mani innestate, pressochè irresistibile. L'ossessione amorosa e una sorta di feticismo perverso porteranno il chirurgo addirittura a comprare una statua di cera (esposta all'entrata del teatro a scopo pubblicitario) ad immagine della desiderata attrice, a cui poter poi dedicare appassionate serenate con l'organo, che il chirurgo suona in un salone della sua terrificante dimora. Il dott. Gogol è magistralmente interpretato da Peter Lorre, indimenticabile psicopatico dal cranio rapato e il viso lunare dagli occhi lucidi e sporgenti, apparentemente insicuro e timido, in realtà sadicamente deviato e irrefrenabilmente folle. Indimenticabile è il suo travestimento con guanti di metallo, occhiali scuri, collare chiodato e lugubre risata nella parte dell'assassino a cui hanno riattaccato la testa. L'aspetto mellifluo, ma conturbante di Lorre è una delle chiavi vincenti del film, unita a ricercate scenografie espressioniste che creano un'atmosfera realmente inquietante ed ad una splendida fotografia in bianco e nero (Freund è coadiuvato da Gregg Toland e Chester A. Lyons). Charlie Chaplin, vedendo il film, nominò Lorre il più grande attore vivente. E va detto che, a 75 anni di distanza, questo film ha ancora una notevole capacità di appassionare, dote che manca a molti contemporanei.
Recensione su moviecinemania

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