31/12/11

C'est la Vie (Chuck Berry)

C'est la Vie
Chuck Berry

Cheers

Cheers!
Clovis Trouille
Felix Labisse
Victor Safonkin

Scaglie di foto 6

I'm looking for the face I had 
before the world was made.
(Yeats - The winding stairs)
Max Dupain
Tono Stano
Carlo Mollino
Bettina Rheims
Chas Ry Krider
Collin J. Rae
Stephane Graff
Jeffrey David Cohn

28/12/11

Scaglie di foto 5

"Oh quanta pudica ammirazione
e appena un battito
tutto il colore smuore
di tempi persi
a rincorrere impressioni
che non siano tronche
come il corpo che calpesti
appena dopo essere già morte"

Arthur Tress
Roger Ballen
Herbert List
Harry Gruyaert
Gottfried Helnwein
Joan Fontcuberta
Lee Friendlander

27/12/11

Hanno cambiato faccia (Corrado Farina)

Hanno cambiato faccia
di Corrado Farina (1971 ITA 90')
Originale trasposizione allegorica del mito vampirico creato da Bram Stoker nell'epoca del capitalismo dilagante, arricchita dalle sensibilità rivoluzionarie proprie del Sessantotto e dalle spiazzanti intuizioni di Herbert Marcuse. Tutto questo in una cornice da cinema di genere di alto livello, ben fotografato e  recitato (Adolfo Celi grande carismatico), non privo di ironia e con alcuni momenti veramente azzeccati. L'idea di base è che "i miti non muoiono, ma si trasformano. I vampiri di un tempo hanno cambiato faccia, ma continuano a succhiare il sangue alla gente", ora hanno le sembianze dei potenti, dei ricchi, degli intellettuali influenti, delle alte cariche religiose e si servono della pubblicità e dello smodato consumismo per controllare e ottundere le masse. Carpenter per il suo capolavoro "Essi vivono" lo ha sicuramente tenuto presente, mentre per alcune atmosfere il richiamo di Farina al Rosemary's Baby di Polanski è evidente.
Numerose sono le trovate che colpiscono l'immaginario: la pubblicità che viene emessa dagli oggetti di arredamento (poltrone, doccia e bagnoschiuma etc) durante il loro utilizzo, la tirata del magnate sul socialismo gastronomico, i caroselli pubblicitari sul LSD (straordinario strumento di controllo dei giovani ribelli) e sul detersivo biologico (in realtà nocivo inquinante), le otto Fiat 500 bianche e assassine che perlustrano il parco come dei feroci cani da guardia, la stanza con le incubatrici e il registro dei dipendenti del mefistofelico Nosferatu con sopra scritto il futuro di ognuno, l'ambientazione lugubre e nebulosa del parco della villa in contrasto con gli arredamenti ipermoderni degli interni. Premonitore del futuro connubio demoniaco tra consumismo lobotomizzante, impero dei mass-media e tecnologia ipertrofica e disumanizzante. Finale giustamente senza speranza, graffiante e incredibilmente profetico nel mostrare come l'ideologia del "compro tutto - posso tutto - controllo tutto" sia quella imperante ai giorni nostri. Hanno vinto.

26/12/11

Scaglie di foto 4

"Non pensare, scatta"
(Lomografia)
Antoine D'Agata
Maya Goded
Sally Mann
Ralph Eugene Meatyard
Caroline Halley
Cristina Garcia Rodero
Andrej Glusgold

25/12/11

Scaglie di foto 3

"Una fotografia è un segreto che parla di un segreto. Più essa racconta, meno è possibile conoscere"

(Diane Arbus)
Anders Petersen
André Kertész
Frantisek Drtikol
Joan Fontcuberta
Udo Krause
Spencer Tunick
Connie Imboden

Scaglie di foto 2

"Credo davvero che ci siano cose che nessuno riesce a vedere prima che vengano fotografate"
(Diane Arbus)
Irving Penn
William Klein
Francisco Mata Rosas
Ken Rosenthal
Mary Ellen Mark
George Krause
Roberto Kusterle

Scaglie di foto 1

"Non esiste la fotografia artistica.
 Nella fotografia esistono, come in tutte le cose, delle persone che sanno vedere e altre che non sanno nemmeno guardare"
(Nadar)
Francesca Woodman
Hengki Koentjoro
Raymond Depardon
Diane Arbus
Christer Stromholm
Pieter Hugo
Thomas Barbey

22/12/11

Programmazione Cinema Scaglie Gennaio 2012

Programmazione Scaglie Gennaio 2012
presso Clan Destino


Domenica 8 Gennaio ore 21.30
When You're Strange
Tom DiCillo (2009 USA 86')

Trascinante incursione nella storia/leggenda dei rivoluzionari Doors e nell'arrapante mito del loro Re Lucertola Jim Morrison girata da Tom DiCillo grazie al reperimento di un'incredibile quantità di materiale inedito tra cui registrazioni in studio, backstage, riprese live di concerti, illuminanti spezzoni girati  tra il 1966 e il 1971 da Paul Ferrara (un compagno di Morrison alla scuola di cinema UCLA di Los Angeles), scene da "HWY, An American Pastoral" misterioso mediometraggio scritto, diretto e interpretato dallo stesso Morrison. Il documentario è stato prodotto dai tre sopravvissuti della band: il tastierista Ray Manzarek, il chitarrista Robby Krieger e il batterista John Densmore e vede l'affine Johnny Depp come narratore/voce fuori campo. Nella pellicola si ripercorre l'incredibile storia dei Doors da metà degli anni Sessanta ai primi anni Settanta, il loro ribellismo, il loro impegno politico, la loro purezza, la loro fragilità, la loro trasgressione, includendo il racconto della terrificante questione legale che coinvolse Morrison dopo che al concerto di Miami mostrò il pene al pubblico. Nel documentario la musica, immortale, ci avvolge e ci trascina e si respira salubre aria di Rimbaud, Nietzsche, Celine e William Blake. La dolcezza dello sguardo di Jim Morrison, la sua voce sensuale e il suo affascinante carisma aprono porte di percezione capaci di lasciarci piacevolmente scossi ed emozionati, anche a distanza di quarant'anni. Sul palco l'alter ego Jimbo ci porta nel limbo dell'autodistruzione in cui anime ipersensibili in preda a fumi lisergici deragliano incautamente dai tempi dei tempi.


Domenica 15 Gennaio ore 21.30
Balada Triste de Trompeta 
di Alex De La Iglesia (2010 SPA/FRA 107')
Sullo sfondo, la Spagna della dittatura franchista. Più precisamente ci troviamo nel 1973 e una coppia di pagliacci al servizio di una compagnia circense (Santiago Segura, quello bello e divertente, e Carlos Areces, quello grasso e triste) si contende l’affascinante trapezista (Carolina Bang, una bionda da sturbo).
 L’ossessione per la ragazza, che però non rinuncia a flirtare con entrambi, degenera irrimediabilmente: uno viene massacrato di botte dal rivale rimanendo sfigurato in modo irreparabile; l’altro, in preda alla follia, fugge tra i boschi e vi rimane fino a quando non viene catturato dal colonnello Salcedo, che lo usa per le sue battute di caccia, poi si deturpa il volto con le proprie mani trasformandolo in un’oscena e permanente maschera clownesca. Succede che, nonostante i connotati repellenti, i due continueranno a perseguitare la poveretta facendosi la guerra a vicenda. Ma la storia politica della Spagna di quegli anni ha la meglio sulle vicende personali del terzetto.
 Balada triste de trompeta, titolo che rimanda a una vecchia canzone del noto cantante andaluso Raphael, è il nuovo film di Álex de la Iglesia che irrompe al Lido seguito da uno scroscio di applausi e con tutta la sua irriverenza dopo la grande delusione di un paio d’anni fa di Oxford Murders - Teorema di un delitto. Il cineasta spagnolo è tornato ai toni pulp-grotteschi e allo stile pop-surreale con cui si era fatto conoscere ai tempi di Muertos de risa ePerdita Durango, regalandoci una storia d’amore e morte allo stesso tempo commovente e macabra, triste e divertente, romantica e violenta. Al di là di questo, però, l’aspetto più riuscito e originale del film è la sua straordinaria fluidità che conferisce alla storia, che altrimenti rischiava di essere niente di più che una simpatica bizzarria, la capacità di mutare via via in modo imprevedibile, calamitando su di sé una quantità incredibile di spunti e trovate, mescolando fatti realmente accaduti a quelli inventati e facendo interagire Storia e finzione in una rete di trovate memorabili che epilogheranno in un finale crudele e struggente.
Il massimo del divertimento lo si ha nella sequenza in cui il generale Francisco Franco partecipa alla caccia alle pernici organizzata da Salcedo, ma viene azzannato dal pagliaccio triste. (Marco Cacioppo da Nocturno.it)

Domenica 22 Gennaio ore 21.30
Italianamerican 
di Martin Scorsese (1974 USA 49')
Ritratto di famiglia in un interno di Elizabeth Street, Little Italy nell'anno 1974. Martin Scorsese ha 32 anni, ha appena girato Mean Streets. Durante un week-end estivo, si installa nella casa dei genitori Charles e Catherine, la casa dove lui stesso è cresciuto; li fa sedere sul divano del salotto foderato di cellophane; li fa parlare davanti alla cinepresa, Charles un po' impacciato, Catherine subito mattatrice. Il risultato è un documentario unico, un celebrato home-movie d'autore che ripercorre le memorie della famiglia siciliana e la storia di una lotta per una personale conquista dell'America, riuscita poi perfettamente al figlio Martin...
a seguire
L'ultima donna sulla terra
di Roger Corman (1960 USA 71')
Il definitivo post-apocalittico di Corman! In crociera su uno yacht, Harold Gern, sua moglie Evelyn e Martin Joyce, assistente di Gern, emergono da una escursione subacquea e si trovano di fronte ad uno scenario sorprendente ed inquietante: durante l'immersione una fulminea guerra nucleare ha cancellato ogni forma di vita sulla superficie della Terra. I tre sono costretti ad affrontare il difficile dramma della sopravvivenza, aggravato dalla inevitabile rivalità che si accende tra i due uomini per il possesso della donna. Girato in sole due settimane dal celebre maestro del cinema di genere americano Roger Corman, che recuperò scenografie ed un piccolo residuo del budget avuto per girare Creature from the Haunted Sea.


Domenica 29 Gennaio ore 21.30
Messia Selvaggio 
di Ken Russell (1972 UK 103')
Biografia romanzata e vitalisticamente straordinaria dello scultore Henry Gaudier, ucciso in guerra a 23 anni, e della sua relazione appassionatamente platonica con l'aspirante scrittrice Sophie Brzeska. La vicenda dell’esuberante esponente del vorticismo, la cui aggressività creatrice è messa in evidenza fin dalle prime scene, entra nella serie di biografie d’artista fatte da Russell, ma è forse quella più ruvidamente esposta a dichiarare la poetica stessa del regista e il suo gusto per la provocazione. Un film intenso sul senso dell’arte nella vita, ma con un ritmo e una godibilità assoluti. Merito anche di bravi attori e di una rigorosa ambientazione. "Probabilmente sarebbe stato il miglior scultore del mondo, certamente il migliore in Inghilterra. Voglio dire che Henry Moore copiò una quantità di materiale da lui e una quantità del suo materiale è molto migliore di quella di Moore. Naturalmente egli copiò altri, subì altre influenze. C'è gente che dice: oh, ha copiato, non vale niente. Ma Gaudier li ha copiati e li ha fatti migliori. Aveva fatto un torso classico, un Epstein, Brancusi, e Picasso, ma molto meglio di Picasso; molto molto meglio nello stesso periodo" (Ken Russell).