di Tonino Cervi (1970 ITA/FRA 85')
Film bizzarro, pop e psichedelico che mette in rapporto la controcultura hippy e il diavolo con il capitalismo e con il consumismo nascente. Il protagonista è un motociclista alla Easy Rider, classico figlio dei fiori sognatore e ribelle, interpretato dallo smarrito Ray Lovelock, anche autore e interprete dei pezzi musicali della pellicola, che rimane vittima di un sortilegio attuato dal diavolo, argutamente rappresentato dal ricco Gianni Santuccio, borghese ben vestito e fumatore di pregiati sigari, che ha alle sue dipendenze tre splendide streghe, che non aspettano altro che catturare nella loro afrodisiaca tela lo sprovveduto di turno. Il dialogo iniziale tra i due è memorabile a colpi di "io sono solo un uomo libero...prima bisogna trovare la libertà, poi studieremo come non perderla" e come risposta "non dimenticare la debolezza dell'uomo...il piacere si impadronisce del suo corpo e della sua anima. Così che si ritroverà schiavo del sesso...schiavo del diavolo...". A parte la trama favolistica e l'atmosfera fatata (il film ha in effetti come sottotitolo la frase FAVOLA THRILLING) ciò che colpisce, senza ombra di dubbio, sono le tre protagoniste della pellicola, generose dame di una bellezza folgorante (specie Silvia Monti), impreziosita da acconciature, trucco e costumi veramente ricercati. Anche le scenografie post-moderne del casolare di campagna rimangono impresse al pari di certi ambienti del coevo Arancia Meccanica. Notevoli poi le sequenze allucinatorie del protagonista rimasto fulminato durante una tempesta, specie quella in cui dal mezzo delle cosce di Haydée Politoff spunta una mano armata di pistola che spara. Pre-finale sorprendentemente gore e profetico finale, con ricomparsa del diavolo che esorta le sue streghe e i suoi stregoni ad andare per il mondo seminando il caos e il peccato e consigliandoli di fare correre a più non posso gli esseri umani così da riuscire a non farli pensare.
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