Noi siamo soltanto degli epigoni. Gli avvenimenti, le
scoperte, le visioni sono quelle dagli anni 1910 agli
anni 1930. Viviamo come degli stanchi chiosatori di quell'epoca
furiosa in cui ogni invenzione della modernità (e il
lucido presentimento della sua fine) si è fatta in un
linguaggio che conserva la freschezza dello stile. La massima
intensità è dietro di noi. Il minimo di passione e di
illuminazione intellettuale é davanti a noi. E' come un
movimento generale di entropia del secolo, la cui energia
iniziale si dissipa lentamente nelle ramificazioni
sofisticate delle rivoluzioni strutturali, pittoriche, ideologiche,
linguistiche, psicanalitiche - dove la configurazione
finale, quella della "postmodernità", mostra la fase più
degradata, la più fittizia, la più eclettica, feticismo
in briciole di ogni idolo e dei segni più puri che l'hanno preceduta.
Anche la grande luce degli anni 1960/1970, vista con
un po' di distacco, sarà stata solo un episodio nello
svolgimento involutivo del secolo, in termini di idee-forza.
Un presagio tuttavia.
La sorpresa potrà venire da un fatto nuovo?
Non sappiamo nulla di questo, perché l'archivio e l'analisi
sono attrezzi del crepuscolo.
(Jean Baudrillard)
21/11/07
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