Reservoir Dogs
di Quentin Tarantino
(1992 USA 99')
con Harvey Keitel, Tim Roth, Steve Buscemi, Michael Madsen, Chris Penn, Lawrence Tierney, Eddie Bunker, Quentin Tarantino
Uno dei capolavori degli anni Novanta. Una meteora che fa entrare il suo geniale regista nel Gotha del cinema mondiale. All'epoca all'inizio il film fu pressoché ignorato dalle sale cinematografiche anche perché maldistribuito dalla Penta.
Solo il passaparola tra cinefili e le entusiastiche recensioni di qualche rivista specializzata (la prima volta ne lessi su uno dei primi Duel...) ne hanno fatto crescere lentamente la fama (tanto che in Italia uscì subito col titolo "Le Iene" ma venne ignorato dal pubblico, poi venne rieditato come "Cani da Rapina" a seguito del successo planetario di Pulp Fiction), rendendolo un autentico cult movie.
Tarantino, grazie all'aiuto di Harvey Keitel, riesce a riunire un cast di attori straordinario da Tim Roth a Chris Penn (presto un post su di lui), passando per Michael Madsen e Steve Buscemi, che diventeranno in seguito gli attori feticcio del cinema americano indipendente, spandendo a macchia d'olio il verbo tarantiniano.
Dialoghi da antologia, a cominciare dai due iniziali sulle mance e sul vero significato di "Like a Virgin" di Madonna, aggressivi, fantasiosi, volgari e intrisi di un umorismo grasso irresistibile. Colonna sonora anni Settanta che dimostra il fiuto eccezionale di Tarantino per le musiche e la capacità (equiparabile a Sergio Leone) di "costruire" i film attorno a queste, miscelandole in modo geniale con l'azione, basti vedere a tal proposito la scena della tortura al poliziotto (probabile citazione della scena di Florinda Bolkan in "Non si sevizia un Paperino" del nostro dimenticato Fulci).
Il punto di forza del film del regista è la sceneggiatura, che si frattura molto intelligentemente in una struttura intricata a flash back che mescola la confusione del dopo rapina con la descrizione del reclutamento dei gangsters e i dettagli della trama dalle fasi preparatorie.
Il montaggio perfetto rende le scene serrate e compensa la claustrofobica ambientazione nel magazzino, impostazione teatrale che permette agli attori di dare il meglio di sé, con Keitel sopra tutti.
Due parole per questo vero maverick, dalla vita estrema dalle mille dipendenze e sempre in bilico tra le stelle e le stalle, che iniziò alter-ego di Scorsese nei suoi "Mean Streets", "Chi sta bussando alla mia porta" e "Taxi Driver", che era ne "I duellanti" di Ridley Scott, che doveva essere il protagonista di "Apocalypse Now" (e solo all'ultimo saltò per totale incompatibilità con Coppola), poi attore totem dei Novanta con "Il cattivo tenente", "Lezioni di piano", "Pulp Fiction", "Dal tramonto all'alba", "Smoke" e "Lo sguardo di Ulisse", ora di nuovo ingoiato da film minori in giro per il mondo pur di racattare i dollari per mantenere una vita sul filo del rasoio.
Tornando a "Le iene", va sottolineato come Tarantino centrifughi abilmente molteplici influenze prendendo da ognuna spunti significativi, per esempio da Jean Pierre Melville eredita la nobiltà del portamento dei gangsters; dal "Muccho Selvaggio" del buon Sam Peckinpah riprende l'uscita iniziale dei gangsters dal ristorante che come i losers delmucchio vanno stoicamente incontro alla morte in nome dell'amicizia; dal cinema di Hong Kong recupera la trama e l'incrociarsi delle armi da fuoco("City on fire" di Ringo Lam del 1987); da "Rapina a mano armata" del maestro Kubrick rifa la struttura ad incastro e qualche richiamo nella storia; da "Il colpo della metropolitana" di Joseph Sargent riprende il fatto che i protagonisti hanno gli pseudonimi di Mr Blue, Mr Green, Mr Brown e Mr Grey e sono dei rapinatori tutti vestiti allo stesso modo; di "Frank Costello faccia d'angelo" aka (molto meglio) "Le Samouraï" cita il tiro incrociato a tre dell'ultima sequenza etc etc etc facendo un cocktail di Hawks, Godard ("A bande à part", "À bout de souffle" e " Le petit soldat" molto amati), Ray, Leone, i Coen, la serie B europea ed americana.
Film di grande effetto insomma, nichilista, violento, ma allo stesso tempo pervaso da una tragica ineluttabilità del destino. Da notare la presenza di Monte Hellman, mitico regista indipendente, tra i produttori esecutivi e dello scrittore di culto Edward "Come una bestia feroce" Bunker tra le iene.
28/10/07
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento