LA TEORIA DELL'IMMORTALITA' QUANTISTICA
Nella meccanica quantistica, il suicidio quantistico è un esperimento mentale. Fu proposto in maniera indipendente da Hans Moravec nel 1987 e da Bruno Marchal nel 1988, venne poi ripreso e sviluppato da Max Tegmark nel 1998 [1]. L'esperimento cerca di distinguere l'interpretazione di Copenaghen della meccanica quantistica e quella a molti mondi di Everett attraverso una variazione dell'esperimento del gatto congetturato da Schrödinger.
« Si possono anche costruire casi del tutto burleschi. Si rinchiuda un gatto in una scatola d’acciaio insieme alla seguente macchina infernale (che occorre proteggere dalla possibilità d’essere afferrata direttamente dal gatto): in un contatore Geiger si trova una minuscola porzione di sostanza radioattiva, così poca che nel corso di un’ora forse uno dei suoi atomi si disintegrerà, ma anche, in modo parimenti probabile, nessuno; se l'evento si verifica il contatore lo segnala e aziona un relais di un martelletto che rompe una fiala con del cianuro. Dopo avere lasciato indisturbato questo intero sistema per un’ora, si direbbe che il gatto è ancora vivo se nel frattempo nessun atomo si fosse disintegrato, mentre la prima disintegrazione atomica lo avrebbe avvelenato. La funzione Ψ dell’intero sistema porta ad affermare che in essa il gatto vivo e il gatto morto non sono stati puri, ma miscelati con uguale peso.[1] » | |
L'esperimento del gatto, così come proposto da Schrödinger, non è mai stato messo in pratica. Tuttavia un esperimento analogo, egualmente basato sull'interazione tra un "oggetto" quantistico e un corpo macroscopico, è stato attuato immettendo un fotone in un cavo a fibra ottica. Il fotone gode di due stati quantici contemporaneamente, esattamente come la sostanza radioattiva citata da Schrödinger. Inserendo un secondo cavo a metà del primo perché intercetti il fotone e ne registri lo stato, avviene ciò che, come nel paradosso di Schrödinger, si chiama "compiere un'osservazione", e da quel momento la luce si troverà in uno solo dei due stati.
L'esperimento ha permesso tra l'altro di dimostrare che l'osservazione non deve necessariamente essere compiuta da un essere umano: in questo caso l'osservazione è stata compiuta dal secondo cavo e già in quel momento la realtà macroscopica ha interagito con quella quantica, obbligando quest'ultima a incanalarsi in uno dei due stati. Se l'uomo già sapesse che l'intercettazione è avvenuta, ma non ne avesse ancora letto il risultato, dovrebbe comunque concludere che in quel momento il fotone si trova già in uno dei due stati, anche se non sa ancora in quale dei due.
Come per l'interazione fra i due cavi descritta sopra, così, anche per l'esempio del gatto, diversamente da come era stato ipotizzato da Schrödinger, già l'interazione con il contatore Geiger obbligherebbe la sostanza radioattiva ad assumere uno solo dei due stati: il gatto, in quanto parte del mondo macroscopico, sarebbe quindi sempre o solo vivo o solo morto, anche se ovviamente l'osservazione umana è necessaria perché l'uomo sappia quale di questi due casi si sia effettivamente verificato.
Il paradosso del gatto fu inventato da Schroedinger per evidenziare che l’interpretazione di Copenhagen, proposta dal fisico danese Niels Bohr, aveva conseguenze insostenibili. La maggioranza dei fisici, però, continuò a seguire l’orientamento concettuale di Bohr. Si può persino vedere l’esempio del gatto come un’ottima illustrazione degli aspetti peculiari della meccanica quantistica, e usare anche in altri ambiti la visione filosofica sottostante all’interpretazione di Copenhagen.[2]
Il suicidio quantistico consiste in pratica nell'esaminare l'esperimento del gatto di Schrödinger dal punto di vista del gatto.
L'immortalità quantica è una speculazione metafisica derivante dal suddetto esperimento secondo la quale l'interpretazione multi-mondo della meccanica quantistica implica l'immortalità degli esseri autocoscienti.
Spiegazione dell'esperimento
Un ricercatore si siede di fronte a una pistola carica, il grilletto della quale è azionato oppure no a seconda del decadimento di alcuni atomi radioattivi.
Prove ripetute dell'esperimento
In ciascuna prova dell'esperimento esiste una possibilità del 50 % che la pistola faccia fuoco e che il ricercatore muoia. In accordo con l'interpretazione di Copenaghen, c'è una probabilità del 50% che il ricercatore muoia o che continui a vivere. Se invece si considera l'interpretazione multi-mondo della meccanica quantistica, allora ad ogni prova dell'esperimento il ricercatore sarà "sdoppiato" in un mondo in cui continua a vivere ed uno in cui muore. Dopo una serie di prove esisteranno molti mondi e in quelli in cui il ricercatore muore egli cesserà effettivamente di esistere.
Il punto di vista del ricercatore
Tuttavia, dal punto di vista delle copie non-morte del ricercatore, l'esperimento continuerà ad oltranza senza che egli ne rimanga ucciso dal momento che a ogni biforcazione sarà in grado di osservare il risultato della prova soltanto nel mondo in cui sarà sopravvissuto ad essa e, se la teoria quantistica multi-mondo è corretta, le copie sopravvissute del ricercatore noteranno l'impossibilità di rimanere uccisi nell'esperimento e proveranno a loro stesse di essere "soggettivamente invulnerabili".
Bomba atomica
Un altro esempio è quello in cui il ricercatore si fa esplodere accanto ad una bomba nucleare. Sebbene in quasi tutti i multi-mondi possibili l'esplosione nucleare ridurrà in polvere lo sperimentatore, esisterà comunque un piccolo numero di universi alternativi nel quale egli riesce in qualche modo a sopravvivere (ad esempio a causa di un guasto tecnico oppure a qualche scenario "miracoloso"). Per quanto pochi potranno essere i mondi nei quali lo sperimentatore rimane in vita, ne esisterà sempre e comunque qualcuno.
Immortalità quantistica
L'idea dietro all'immortalità quantistica è che lo sperimentatore rimarrà vivo e in grado di esperire almeno uno tra gli universi nei quali persiste.
Assunti da fare e controversie
Coloro che sostengono questa teoria chiariscono che sebbene essa sia altamente speculativa, non viola nessuna legge fisica conosciuta; perché funzioni è comunque necessario che:
- L'interpretazione multi-mondo della meccanica quantistica (MWI) sia corretta.
- Tutti gli scenari nei quali lo sperimentatore (o un'altra entità oggetto dello stesso esperimento) muore contengano comunque un numero qualsivoglia piccolo di sotto-scenari nei quali continua a vivere.
- Non morire un certo numero finito di volte equivalga ad immortalità.
- La coscienza e l'abilità di osservare cessino permanentemente al fuoco della pistola.
Spiegazione
Se l'interpretazione multi-mondo della MQ è corretta, il numero delle copie sopravvissute dello sperimentatore diminuirà del 50 % ad ogni prova pur senza mai giungere a zero.
da wikipedia e da qui grazie
Opera di Alex Grey dal titolo Gaia
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