Il tempo è la nostra ricchezza
Per una volta almeno, nella nostra vita, dobbiamo darci quanto abbiamo di meglio. Diamo molto all'esterno, ma quanto tempo concediamo a noi stessi durante la giornata? E quante volte al giorno ci "droghiamo" per non vederci? Se ci diamo quanto abbiamo di meglio, lo diamo automaticamente al Padre attraverso il Figlio. Scaviamo in noi stessi per arrivare fino in fondo, per vivere il nostro essere essenziale.
Essere essendo. Il Padre è immobile ma l'essere, la coscienza, evolve, cambia, si muove. Il problema è che noi non vogliamo cambiare, vogliamo un tempo e uno spazio precisi. E' per questo che siamo in decomposizione, perché non ci rivitalizziamo: ci fossilizziamo nelle solite abitudini mentali, emotive, sessuali e fisiche (corporee). Ci aggrappiamo a pochi e invariabili gesti quotidiani. Ci ripetiamo per tutta la vita, ci sclerotizziamo in un'immagine data di noi stessi e pretendiamo di salvaguardarla per sempre.
Ci cristallizziamo e cristallizziamo gli altri.
Le sorelle mandarono dunque a dirgli: "Signore, ecco, il tuo amico è malato"
Il nostro corpo è malato: è prostrato nel marciume e nella sofferenza. Non ci muoviamo, e dunque Marta e Maria, il nostro dubbio e la nostra fede, si rivolgono a noi, alla coscienza incarnata in noi, e ci dicono:
"Sono malato. Sto andando in malora. Mi trovo davvero in trappola, in una situazione impossibile. Devo fuggire. Sono rinchiuso in una realtà che mi soffoca. Mi rendo conto che non sto affatto vivendo la mia vita. Sono immerso nell'avere e nell'apparire. Non presto attenzione all'incredibile processo che avviene in me. Non sono un dio. Non sono libero. Non ho libertà interiore né esteriore. Sono pieno di miserie, dolori e insoddisfazioni, di idee che non mi appartengono. Sono pieno di esigenze. Ecco il problema: non posseggo la gioia di vivere e sono morto".
Per cominciare a guarire, bisogna prima di tutto accettare la propria malattia. Finché conserviamo l'orgoglio di voler apparire in perfetta salute non guariremo, perché non chiediamo aiuto.
All'udire questo, Gesù disse "Questa malattia non è per la morte, ma per la gloria di Dio, perché per essa il Figlio di Dio venga glorificato".
....ritorneremo tutti all'oceano; perché allora, spaventarsi?
(Alejandro Jodorowsky- I vangeli per guarire)
Surfer: Laird Hamilton
per bimba
11/02/12
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