23/02/12

La Pietra Filosofale

La pietra filosofale

La pietra filosofale (in latino lapis philosophorum o "pietra dei filosofi") è, per eccellenza, la sostanza catalizzatrice simbolo dell'alchimia, capace di risanare la corruzione della materia.[1]


La pietra filosofale sarebbe dotata di tre proprietà straordinarie:
  1. fornire un elisir di lunga vita in grado di conferire l'immortalità fornendo la panacea universale per qualsiasi malattia;
  2. far acquisire l'onniscienza ovvero la conoscenza assoluta del passato e del futuro, del bene e del male (cosa che spiegherebbe anche l'attributo di "filosofale");
  3. la possibilità infine di trasmutare in oro i metalli vili (proprietà che ha colpito maggiormente l'avidità popolare).
Molte leggende tuttavia, attribuiscono a tale elemento altre proprietà, o ne sottraggono alcune. Alcune speculano anche sul fatto che l'elemento in realtà non debba essere forzatamente solido e che esso sia una polvere rossa molto densa o addirittura un materiale giallastro simile all'ambra.
Ciò non vuol dire che la pietra filosofale fosse l'oggetto di semplici leggende, di visioni utopiche, o di desideri avidi: l'oro infatti era ricercato soprattutto per essere utilizzato come catalizzatore nellereazioni chimiche (per portare a termine le trasformazioni), essendo inoltre apprezzato da sempre come l'unico metallo conosciuto in grado di restare inalterabile nel tempo.
Poiché anticamente si pensava che gli elementi dell'universo fossero formati della stessa sostanza primigenia, assolutamente identica in tutti ma presente in proporzioni diverse, appariva lecito supporre che tali proporzioni potessero essere variate dall’azione di un agente catalizzatore (la pietra filosofale) capace di riportarli alla loro materia prima. La maggiore o minore presenza di quel composto originario era ciò che determinava appunto le loro mutazioni.

Il concetto ha apparentemente avuto origine dalle teorie dell'alchimista musulmano Geber (Jabir ibn Hayyan). Egli analizzò ciascuno dei quattro elementi aristotelici (fuoco, acqua, terra, aria) nei termini delle quattro qualità di base: caldofreddosecco e umido. In questo modo, il fuoco era caldo e secco, la terra fredda e secca, l'acqua fredda e umida, e l'aria calda e umida. Teorizzò inoltre che ognimetallo fosse una combinazione di questi quattro principi, due di questi interiori e due esteriori.
La credenza nel "triplo potere" della pietra filosofale avrebbe radici profonde; essendo considerato l'oro un metallo "immortale", capire come produrlo a partire da metalli vili significa comprendere come rendere immortale un corpo mortale. L'oro inoltre è simile alla luce che è simile allo spirito. Trasformare tutti i metalli in oro significa quindi trasformare la materialità in spirito.
Per secoli e secoli alchimisti e scienziati hanno rivolto tutti i loro sforzi alla ricerca della pietra, specialmente durante il Rinascimento.
Alla corte dell'imperatore Rodolfo IIJohn Dee avrebbe operato una trasmutazione del piombo in oro di fronte a testimoni[senza fonte]. Le ricerche della Pietra Filosofale da parte di John Dee furono prese come spunto da Gustav Meyrink per il suo romanzo L'angelo alla finestra d'occidente.
Nonostante l'enorme potere di arricchimento che la pietra avrebbe conferito agli alchimisti, costoro tuttavia sarebbero stati tenuti ad usarla per scopi strettamente umanitari, dovendo essi sviluppare un senso morale parallelo all'elaborazione della pietra e che costituiva anzi una condicio sine qua non per la riuscita finale del loro operare.
Per produrla si diceva occorresse infatti la disponibilità del grande "Agente universale" o Anima del mondo (altrimenti detta Azoto) che era la Luce astrale divina che permeava di sé ogni elemento della realtà.
Anche Cagliostro nel Settecento affermò di esserne in possesso, e di saper operare trasmutazioni dai metalli vili in oro.
Secondo leggenda, l'unico in grado di creare la pietra filosofale fu l'alchimista francese "Nicolas Flamel"
Orson Welles - War Of The Worlds - Radio Broadcast 1938 - Complete Broadcast.

The War of the Worlds was an episode of the American radio drama anthology series Mercury Theatre on the Air. It was performed as a Halloween episode of the series on October 30, 1938 and aired over the Columbia Broadcasting System radio network. Directed and narrated by Orson Welles, the episode was an adaptation of H. G. Wells' novel The War of the Worlds.
The first two thirds of the 60-minute broadcast were presented as a series of simulated "news bulletins", which suggested to many listeners that an actual alien invasion by Martians was currently in progress. Compounding the issue was the fact that the Mercury Theatre on the Air was a 'sustaining show' (it ran without commercial breaks), thus adding to the program's quality of realism. Although there were sensationalist accounts in the press about a supposed panic in response to the broadcast, the precise extent of listener response has been debated. In the days following the adaptation, however, there was widespread outrage. The program's news-bulletin format was decried as cruelly deceptive by some newspapers and public figures, leading to an outcry against the perpetrators of the broadcast, but the episode secured Orson Welles' fame.

Per ottenere la pietra filosofale pare si dovesse adoperare un forno speciale denominato athanor.
“Perche' come potrebbe l’uomo vivere la vita del suo Dio?”


     
 


Lunedì 17 gennaio dell’anno 1382,
Nicholas Flamel
e sua moglie Pernelle crearono il Grande Elisir.
Scaldarono il prodotto in una boccetta e, con il cuore che batteva veloce, stettero in attesa per vedere i colori rivelatori.
     

  Questo arrivarono e nella sequenza corretta: dal grigio al nero, chiamata “testa di corvo”. 
Poi dal nero al bianco: dapprima il bianco apparve come un alone intorno al bordo del nero, 
quindi l’alone lanciò filamenti bianchi verso il centro finché l’intera massa fu di un bianco perfetto. 
Ecco l’elisir bianco. 
      
 Flamel non vide l’ora di metterlo alla prova. Aprì la boccetta e ne estrasse l’elisir. 
Poi, prendendo circa 250 grammi di piombo, lo fuse in un crogiolo e vi aggiunse un po’ dell’elisir bianco, 
al che il piombo fu convertito all’istante in argento puro.
       
Finalmente certo di aver finalmente raggiunto la padronanza nell’Arte Alchemica, Flamel ripose il resto 
dell’elisir nella boccetta e continuò a scaldarlo. Ora, uno dopo l’altro, apparvero i rimanenti colori:
 il bianco si trasformò nell’iridescenza della coda del pavone, poi in giallo, questo in arancione,
 l’arancione in viola e infine il viola in rosso – il rosso del Grande Elisir.
       
Con le sue parole, Flamel quindi dice: “Nella stessa casa, il venticinquesimo giorno del seguente aprile,
 nello stesso anno, alle cinque della sera, seguendo il mio libro parola per parola, proiettai il Grande Elisir 
su 250 grammi di mercurio che in verità trasmutai in circa la stessa quantità di oro puro, 
certamente migliore dell’oro comune, essendo più morbido e flessibile …” 
Si dice che Flamel abbia ripetuto questo esperimento altre tre volte prima di morire.

                                                        Alchimia spirituale 
       
Un secolo più tardi, Theophrastus Bombastus von Hohenheim, chiamato Paracelsus, pensò che, 
mentre era senz’altro possibile tramutare metalli vili in argento e oro, al vero scopo dell’alchimia questo
 tipo di tramutazione fisica fosse di importanza secondaria.

Come fisico e padre della chimica come scienza, Paracelsus era convinto che il vero scopo del processo alchemico
 fosse la preparazione di sostanze terapeutiche che avrebbero aiutato a ridare la salute perfetta ai corpi ammalati.
 Lavorando con questo obiettivo, le sue idee sull’alchimia e le sue speculazioni sul significato della vita lo portarono
 ad approfondire la psiche umana, nei campi che oggi conosciamo come psicologia e psichiatria.

Paracelsus credeva che come possiamo usare il processo alchemico per manifestare la salute fisica nel corpo, 
allo stesso modo possiamo comprendere il processo come un sentiero psicologico per la salvezza dell’anima – 
un sentiero verso la perfezione del nostro essere e l’apertura completa della nostra coscienza.
                                               Alla ricerca della pietra filosofale
       
In precedenza Flamel aveva detto chiaramente che la chiave per svelare il mistero della trasmutazione era la 
Lapis Philosophorum o Pietra Filosofale. Solo coloro che possedevano la Pietra Filosofale avrebbero trasmutato 
con successo i metalli vili in argento e oro. Inoltre, secondo Paracelsus, la sfuggente Pietra Filosofale era 
altrettanto fondamentale per il processo della tramutazione spirituale.
       
Secondo i primi alchimisti fisici, la Pietra Filosofale è una sostanza pura e sottile che, quando viene applicata a metalli o piante, 
li esalta. E’ un’essenza perfetta, qualcosa che, in realtà, è l’anima stessa della materia – 
una sostanza che rivela la propria natura, che trasmette la sua perfezione a tutte le cose messe a contatto con essa.
       
Gli alchimisti trascendentali successivi ebbero una comprensione notevolmente diversa della Pietra Filosofale. 
Pensavano che non si trattava di una sostanza, bensì piuttosto di una gnosi spirituale, una saggezza esaltata
 la cui virtù tramuta l’umanità portandola ad un livello di coscienza e potere personale più elevato. 
Paracelso credeva che se una persona scopriva e produceva la “pietra” della saggezza, essa avesse tolto la perla dall’oscurità,
 liberato la scintilla divina dalla sua prigione. La pietra avrebbe permesso alla volontà cosciente e all’intelletto di farsi
 inondare dalla lumen naturae, dalla stessa Luce della Natura – e in questo stato di coscienza esaltata
 tutte le cose sarebbero state possibili.
                                     Gli insegnamenti di Ermete Trismegistus 
       
Sia l’alchimia fisica sia quella trascendentale avevano le loro origini negli insegnamenti di Ermete, 
chiamato Ermete Trismegistus o l’Ermete Tre Volte Grande. Le letture di Cayce ci dicono che Ermete 
fu un ingegnere proveniente dall’Atlantide ormai quasi sommersa, il quale, insieme con Ra, costruì,
 progettò o diresse la costruzione del complesso delle piramidi di Giza “durante il regno di Araaraart 
[circa ’da 10 490 a 10 390 prima che il Principe entrasse in Egitto’ – 5748-6] quando ci furono molti 
che cercavano di dare all’uomo una comprensione migliore del rapporto stretto fra le Forze Creatrici 
e il creato, fra uomo e uomo e l’uomo e il suo Creatore.” 5748-6Fu Ermete ad esprimere per primo
 il grande principio che le immagini tenute nella mente influenzano l’universo intorno a noi. 
Di conseguenza, un’immagine particolare porta un effetto particolare. L’alchimia, 
il discendente più recente della filosofia ermetica, incluse questa idea in un processo chiamato “tramutazione”.
      
 Secondo la filosofia ermetica, la chiave al processo dell’alchimia spirituale è l’arte della visualizzazione
Imparando a creare e controllare le immagini mentali, l’alchimista spirituale è in grado di lavorare con realtà limitative
 per produrre profonde tramutazioni interiori. Trattenendo nella mente un’immagine specifica, 
l’alchimista conosce gli effetti prodotti dall’energia specifica di quell’immagine – e trova che gli effetti di 
quell’immagine non solo trasformano il sé ma si spingono anche oltre e trasformano il mondo intorno al sé.
                                                       Che cosa è la visualizzazione?
      
 La visualizzazione è l’arte di dare forma alle immagini nell’immaginazione con l’obiettivo di manifestare 
le forme e le qualità di quelle immagini nel mondo materiale esteriore e in quello spirituale interiore. 
Gli insegnamenti ermetici ci dicono che siamo co-creatori con la Mente Cosmica perché condividiamo la sua 
Coscienza Divina. Ne consegue che è la coscienza focalizzata e concentrata su qualcosa ad avere il dominio su tutte le cose.
                                                               

                            All’apparenza la Pratica di Visualizzazione è semplice:
1.   Rilassatevi.
     
2.     2. Scegliete la meta: ciò che volete vedere manifestato nella vostra vita – più specifico è l’obiettivo, meglio è.
       
3.   3. Visualizzate: create l’immagine interiore del vostro desiderio. Riempitela con dettagli;
 muovetevi intorno nella vostra immagine, toccate, udite e odorate le cose.             
Visualizzate sempre al presente o al passato come qualcosa che sta accadendo o è accaduto. 
Soprattutto sentite le sensvisualizzazione azioni che avete mentre vi occupate della vostra immagine. 
In realtà la parola è fuorviante – se i sentimenti sono abbastanza forti, le immagini non servono.
      
4.    4. Lasciate andare: dimenticate le immagini del tutto e continuate con le vostre faccende normali.
      
5.    5. Agite seguendo il feedback intuitivo: fate attenzione ad intuizioni, sogni, lampi di intuizione e 
sincronicità e agite seguendo le indicazioni che offrono.
      
6.    6. Gioite e ringraziate per la realtà fisica, mentale o spirituale che avete manifestato.
(da wikipedia e qui grazie)

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