Viy
di Georggi Kropachev & Konstantin Ershov (1967 URSS 78')
con Leonid Kuravlev, Natalia Varley, Aleksei Glazyrin, Vadim Zakharchenko, Nikolai Kutuzov.
Storia soprannaturale e grottesca incentrata su streghe e possessioni maligne che affonda le proprie radici nella mitologia russa. Questo è uno dei primi film horror prodotti nell'ex Unione Sovietica, tratto da una novella del 1835 di Nikolai Gogol (la stessa che ha ispirato il capolavoro "La maschera del demonio" al maestro Mario Bava) e girato da due registi esordienti come loro fulminante tesi di diploma per il "Advanced Course for Film Directors". Questo film narra la storia di un filosofo seminarista dissoluto e inconcludente, di nome Khoma, che viene inaspettatamente convocato da un ricco signore per pregare, per tre notti consecutive, alla salma della figlia, misteriosamente deceduta, allo scopo di liberarla da una presumibile possessione maligna. Il paradosso è che la richiesta della sua presenza è stata fatta proprio dalla figlia in punto di morte e che i due non hanno mai avuto precedentemente alcun rapporto. Ma il giovane seminarista in un antefatto del film, durante una delle sue abituali ubriacature di cui purtroppo non serba ricordo, è venuto in contatto con una temibile strega sconfiggendola. Questa megera, prima di morire, è riuscita però a incarnarsi in una bellissima fanciulla, che è poi risultata essere la giovane defunta.
Inizialmente il film risente degli anni passati e il ritmo è blando, l'atmosfera gotica un po' annacquata, i siparietti comici discretamente insulsi, ma poi, dal momento che entriamo nelle terribili notti del seminarista al capezzale della giovane, si viene immersi in un universo parallelo dove la visionarietà surreale dei due registi può avere libero sfogo, fino all'apoteosi del gran sabba finale con l'apocalittica apparizione dell'arcano demone "Viy" e della sua infernale congrega.
Effetti speciali semplici, ma efficaci, mettono in luce tutte le potenzialità visionarie del cinema, quando a maneggiarlo ci sono menti libere (non dimentichiamoci che l'art director del progetto è il grande Aleksandr Ptushko), meritano menzione anche le stupende tele presenti alle pareti della cripta raffiguranti oscuri cristi minacciosi.
04/01/08
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