Eastern Promises
di David Cronenberg (2007 UK/Canada/USA 100')
con Viggo Mortensen, Armin Mueller-Stahl, Vincent Cassel, Naomi Watts, Jerzy Skolimowski
Ancora non è cessata la vertigine che mi accompagna dalla calamitante visione di "Eastern Promises"...il film lapidario, pulsante e terso, quasi penetra sotto la pelle dello spettatore, annidandosi così nel suo intimo più profondo, fino a mutarne lentamente, dall'interno, alcuni tratti distintivi, arrivando a potenziare un indubitabile preesistente sfumato disagio esistenziale...Cronenberg, dietro le parvenze di un body-horror sulla fragilità dell'identità personale o di un avvincente thriller sulla mafia russa, ci mostra in realtà i meccanismi più sordidi e occulti della società contemporanea, dove, dietro la linda apparenza dell'opulenza e del potere, spesso si celano ipocritamente le più torve e agghiaccianti nefandezze. Illuminante in tal senso è il personaggio di Semyon, spaventosamente interpretato da Armin Mueller-Stahl, affabile padrone del placido e lussuoso ristorante russo e contemporaneamente allucinante capo dei "Vory V Zakone", che ci mostra paurosamente come il male sia ormai così sottilmente infiltrato e perfettamente mimetizzato tra le maglie della nostra società occidentale da risultare pressoché invisibile.
Cronenberg pervade il film di una continua, ambigua e vibrante, tensione erotica e crea con Nikolai (il personaggio interpretato da Viggo Mortensen) un'icona apocalittica, dal corpo integralmente tatuato con simboli rievocanti il suo percorso criminale, che colpisce l'immaginario cinefilo collettivo alla pari del sempiterno Snake Plissken (o Iena Plissken, all'italiana...).
La sequenza della sauna, girata da Cronenberg con una padronanza assoluta degli spazi e dei corpi e con una secchezza praticamente chirurgica, odora letteralmente di sudore, carne e sangue ed entra di diritto ed all'istante nel pantheon delle scene in celluloide che non si dimenticano. Cronenberg nel rappresentare la violenza non lascia alcuna scappatoia allo spettattore, che si trova così compenetrato da immagini il cui grado di realtà è totale e dove sente concretamente e fisicamente su di sé l'elasticità e deformabilità dei muscoli, dei tendini e delle ossa dei personaggi sullo schermo.
La scena del rapporto sessuale obbligato tra Nikolai e una prostituta, sotto gli occhi dell'instabile Kirill (interpretato dal grande Vincent Cassel), rimanda alla fulminante durezza, impregnata di umana disperazione, dei gelidi amplessi raffigurati nelle opere di Francis Bacon.
Come sempre nel cinema di Cronenberg le identità dei personaggi vacillano e mutano, andando a far crollare le stolide certezze dello spettatore medio (incredibilmente i suoi film continuano ad essere proiettati nei multiplex).
Ma nel film non manca una scintilla di speranza, data sia dalla bambina perduta e salvata, che dal personaggio di Naomi Watts, caparbia virago capace di sfidare e affrontare apertamente il male, anche a rischio di perdere tutto...anche perchè forse l'essere umano è naturalmente connaturato al male, mentre il bene non è altro che una sacrosanta imposizione razionale successiva.
Nella pellicola tutto è esemplare, dalla fotografia al montaggio, dalle musiche alle scenografie sia degli interni che degli esterni (una spettrale Londra, notturna e pulsante). Il finale, irrisolto e tragicamente sereno, è il suggello alla perfezione.
Cronenberg continua ad essere uno dei più grandi artisti contemporanei, che persegue con coerenza e selvaggia inventiva la sua virulenta visione del mondo, mutando continuamente ma rimanendo uguale a sé stesso, senza mai cedere alcunché in stile e perseguendo irriducibilmente il verbo della Nuova Carne e ...comunque merita di essere visto in originale con sottotitoli (ma è un'ovvia banalità).
"Il cardine di tutta la vita umana è qui: sapere chi si vuole essere.
Poco conta chi tu sia, l'importante è che tu sappia chi vuoi essere"
(Miguel de Unamuno - Commento alla vita di Don Chisciotte)
12/01/08
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento