Sex Pistols - The Great Rock'n'Roll Swindle
di Julien Temple (1980 UK 103')
Attraverso i Sex Pistols il Punk è diventato una bandiera, un virus di potenza inaudita e dalla forte carica antagonista, implicitamente politica, capace attraverso provocazioni sconvolgenti e nichilismo puro di brutalizzare le belle maniere della musica e della società. Pensavo di fare un esaltato post sull'ultimo film di Temple sui Pistols "The Filth e the Fury" e parlar male dello storico "The Great Rock'n'Roll Swindle", che mi lasciò l'amaro in bocca ai tempi della prima visione in adolescenza...invece rivedendoli ambedue in sequenza mi sono reso conto che il primo svela drasticamente l'altra faccia della medaglia di una società consumistica allo sbando, in grado di assorbire e digerire qualsiasi sovversione.
La storia comincia nel 1973: Malcolm McLaren (ex manager dei New York Dolls) gestiva insieme alla moglie Vivienne Westwood la boutique "SEX", meglio conosciuta come "Let it Rock", bizzarro negozio di King's Road, una delle zone più lussuose di Londra. La boutique divenne un punto di riferimento per i giovani alternativi londinesi in un periodo in cui furoreggiavano i pantaloni a zampa d'elefante e le camicie a fiori. McLaren ebbe la bella pensata di cavalcare il malessere sociale e la trasgressione creando dal nulla un gruppo musicale con ragazzi, presi dalla strada, che non sapevano suonare e contemporaneamente lanciare una lucrosa nuova moda di abbigliamento fatta con materiale di recupero: magliette tagliate, spille da balia, cerniere, abiti fetish in cuoio e gomma e pantaloni in pelle. "The Great Rock'n'Roll Swindle" esplicita in maniera inequivocabile e ironicamente beffarda la strategia di McLaren e non va dimenticato che è stato ditribuito pochi mesi dopo lo scioglimento dei Sex Pistols e la morte di Sid Vicious, diventato nel frattempo un'icona giovanile. Una necrofila capacità di far quattrini, non c'è che dire...Il mito dei Sex Pistols nasce quindi dall'idea di McLaren di mettere insieme un gruppo musicale estremo dalla travolgente furia animalesca e distruttiva, con l'obiettivo di colpire al cuore l'asfittica industria musicale dell'epoca. Le ricette base, esplicitate nel film in dieci ironici comandamenti, sono: riduci le possibilità di vedere e ascoltare il gruppo, lascia perdere la musica e concentrati sui conflitti generazionali, fa litigare le case discografiche, crea l'evento trasgressivo, fai diventare la tua band il nemico pubblico numero uno inglese, scova un personaggio che possa colpire l'immaginario giovanile, fa un film che ne diffonda la fama. Inutile dire che McLaren è riuscito a rispettare tutti questi punti e di conseguenza si è portato a casa oltre un milione di sterline dell'epoca. Altro obiettivo di McLaren è quello di far litigare tra loro i ragazzi in modo da raccogliere i frutti del classico motto "dividi et impera", anche questo messo in atto da McLaren con precisione chirurgica, tanto che all'epoca i componenti della band rimasero senza il becco di un quattrino. Il progetto originario del film sui Sex Pistols ha inizio nel 1977, parallelamente alle performance dal vivo, e McLaren pensa bene di assumere il regista più trasgressivo sulla piazza, Russ Meyer, per dirigere uno script dal titolo "Who Killed Bambi?", scritto insieme al critico Roger Ebert (coppia esplosiva che successivamente ci ha regalato il magnifico "Beneath the Valley of the Ultra-Vixens"). La produzione però fallisce in breve tempo e il progetto si arena fino al 1978 quando McLaren e Julien Temple ricominciano le riprese, su una sceneggiatura completamente diversa. Ne esce un film dissacrante e spiazzante che letteralmente sputa ripetutamente sul mito Sex Pistols, riducendoli a gruppo da cartoni animati, e lo fa in maniera decisamente punk! Certo che, leggendo varie recensioni sul film, nessuno sembra aver capito l'insolente provocazione del burattinaio McLaren e la graffiante fotografia della nostra società che il film mostra...forse perché si è punk solo per ciò che fa comodo o forse solo perché si portano la cresta, gli anfibi e il chiodo purtroppo...e questo non fa che dar ragione al volpone McLaren. Tra le sequenze memorabili va ricordata quella in cui McLaren balla con indosso una maglietta con scritto beffardamente "Cash from Chaos" e quella in cui i pezzi dei Pistols vengono suonati in chiave disco nel nuovo locale di McLaren e diversi punk ballano scatenati e felici...pochi anni dopo la moda è cambiata, bisogna adeguarsi per continuare a far soldi sulla massa di pecore lobotomizzate...Altra scena memorabile è quella che sbeffeggia il concerto dei Pistols tenuto su una barca sul Tamigi durante il Giubileo della regina al grido di "God save the queen", acme della trasgressione del gruppo. All'epoca l'happening architettato da McLaren si concluse nel caos e fruttò alla band fama imperitura, McLaren e i Pistols vennero arrestati. Nella scena ricostruita in The Great Rock'n'Roll Swindle vediamo Rotten e Vicious sostituiti da un delirante falso criminale nazista (un attore nelle vesti di Martin Bormann) e dal vero rapinatore di treni Ronald Biggs, celebre bandito inglese fuggito milionario dalla patria e recuperato da McLaren in Brasile. Un'altra scena da menzionare è quella dell'audizione tenuta nel 1978 dove i fans possono essere un Sex Pistols per un giorno e dove si assiste a performance simili a quelle di Rotten. Imperdibili anche le immagini dello sciroccato Sid Vicious (che suonava spesso dal vivo con l'amplificatore spento per evidenti incapacità tecniche) mentre passeggia nel quartiere ebreo di Parigi con indosso una maglietta raffigurante una svastica o mentre esegue la memorabile cover di "My Way" di Frank Sinatra. Nel film viene raccontato anche di come Vicious durante i concerti del gruppo (di cui non faceva ancora parte) inventò il modo di ballare chiamato "pogo", successivamente utilizzato in tutto il mondo. Altra sequenza da notare è quella in cui Johnny Rotten, durante l'ultimo concerto americano del 1978, chiude la cover di "No fun" con l'enigmatica frase: "Vi siete mai sentiti come se foste stati fregati?", preludio a ciò che succederà in seguito. Per quanto riguarda i componenti della band, il tempo ha dato ragione a McLaren e il fascino del denaro li ha decisamente coinvolti...Nel 1986 i Sex Pistols hanno vinto (ricevendo vari milioni di sterline di danni) la causa aperta per proventi non pagatigli dal loro manager, Malcolm McLaren. Nel 1996 si è assistito ad una patetica reunion della band con un tour per celebrare il ventesimo anniversario dei Sex Pistols, tour intitolato, esplicitando beffardamente i loro avidi propositi, "Filthy Lucre Tour" (il tour dello sporco lucro). Nel 2000 Julien Temple girando "The Filth and the Fury" lava via l'onta del film precedente raccontando la storia dal punto di vista dei componenti della band e sbeffeggiando McLaren. Tutto ciò prepara la strada all'ennesima reunion del 2003, fatta per arraffare mucchi di quattrini attraverso un tour in Nord America di tre settimane. "Anarchy in the UK" è finito recentemente nella colonna sonora di un videogioco...
Tutto ciò non sminuisce comunque la portata innovativa del movimento punk, che come pochi altri ha simboleggiato il disagio e la rabbia di un'intera generazione, che come afferma Valerio Marchi col "motto No Future non ha rappresentato soltanto il giovane midclass destinato per la prima volta dopo generazioni a star peggio dei propri genitori, o annichilito dal timore che il tutto si risolverà (male) con un gran fungo atomico, ma anche il giovane proletario privo di ogni prospettiva, occupato, sotto-occupato o disoccupato che sia. Quel che vi è racchiuso è una definitiva presa di coscienza delle valenze irreversibili di un modello di sviluppo che implica la cancellazione di ogni possibile futuro per le fasce destinate a uno stato di subalternità economica, culturale, tecnologica. Perché inoltre stupirsi del "distacco dal futuro" dei giovani quando questo sembra essere un sentimento diffuso, che segna una società sempre più percorsa da nevrosi, paranoie e fobie, preda di incertezze economiche, travolta da un'accelerazione tecnologica che tutto muta o trasforma?"
"Il punk è una cultura in cui si registrano le più differenti influenze: dall'Internazionale Situazionista all'underground britannico degli anni Sessanta. In particolare la scena freak di Notting Hill è un accertato precedente del Punk Rock dei tardi anni settanta. Ma, sebbene alcuni dei protagonisti del movimento punk delle origini conoscessero la teoria spectro-situazionista, l'influenza del futurismo, di Dada, dei Motherfuckers, di fluxus e della mail-art è più evidente e degna di nota. La natura iconoclastica delle "identità" punk (es. Johnny Rotten, Sid Vicious, Siouxie Sioux, Dee Generate e Captain Sensible) riecheggia pseudonimi di mail-artisti come Cosey Fanni Tutti, Pat Fish e Anna Banana. Frequentando le scuole d'arte, i membri di rock band come i Clash e Adam and the Ants avevano subito l'influenza del futurismo e di Dada. La didattica retrograda delle art school inglesi, l'ambiente da cui emerse il movimento punk aveva come risultato la conoscenza delle prime manifestazioni dell'avanguardia utopica e l'ignoranza dei suoi sviluppi post-bellici." (Stewart Home)
03/09/08
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