Requiem for a dream
di Darren Aronofsky (2000 USA 100')
E' l'opera seconda del regista dello straordinario Pi greco, un viaggio a rotta di collo nelle allucinazioni di quattro personaggi che vivono ai margini della società, ognuno di loro coltiva la speranza di una fuga dal grigiore di una quotidianità ripetitiva, con l'aiuto della droga o della TV, delle cure dimagranti a base di amfetamine o del denaro. Attraverso un uso meraviglioso di tutti i codici del linguaggio cinematografico (dalla musica al montaggio passando per la fotografia) Aronofsky frantuma una storia apparentemente banale e porge ai nostri occhi un'opera lucida sulla disgregazione di questo nostro Impero dello Spettacolo e della Merce. Un film che è un pugno nello stomaco, pura esperienza audiovisiva, un'iperbole senza pietà che accumula tensione senza mai rilasciarla, in grado di esplodere soltanto negli occhi dello spettatore. Un cinema che, attraverso uno sguardo che è finzione palesemente esibita, è in grado di svelare la realtà profonda del mondo contemporaneo, che per i più pare essere ancora totalmente invisibile.
06/09/08
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