Cineblogging e Blogosfera: i Movie Brats
Cineblogging è un neologismo per una "pratica di scrittura" che si sta diffondendo a macchia d'olio tra i cinefili (insonni) in giro per il pianeta, giornalisti e non. La definizione di cinefilo è inequivocabile: persona talmente appassionata di cinema da considerare la visione di film come la più alta esperienza estetica e intellettuale possibile.
Negli Stati Uniti, durante gli anni Sessanta, i cinefili si usavano chiamare "movie brats" (discoli del cinema) e forse il termine è più appropriato per quello che sta ora succedendo. Negli anni Settanta i cinefili (periodo in cui il cinema d'autore andava di gran moda) erano spesso riuniti in cineclub o attorno a riviste iperspecialistiche a basso costo, le sorprendenti fanzine, in cui gli appassionati erano spesso disposti a ingaggiare battaglie critiche aspre e coinvolgenti, al fine di difendere la loro esclusiva idea di cinema. In questi anni l'avvento del Web 2.0, autentica rivoluzione che ha permesso agli utenti della rete di creare autonomamente dei contenuti (con una facilità di utilizzo strabiliante e a costo zero), ha riaperto la strada al confronto attivo tra cinefili. Ma il cineblogging è solo un piccolo aspetto del Web 2.0: la nascita dei blog (sorta di diario personale), fenomenale novità degli ultimi anni, ha dato il via ad una vera e propria trasformazione culturale, portando in alcuni casi ad incidere direttamente sull'opinione pubblica e spaventando non poco i nostri governanti. La nascita dei blog e dei "MySpace" ha modificato anche la fruizione del web da parte degli utenti, diventando in pochi anni un fenomeno di massa in grado di coinvolgere milioni di persone e tutto questo ha dato origine ad una caleidoscopica blogosfera, fonte in alcuni casi di piacevoli sorprese. Le critiche principali, direi condivisibili, rivolte dai detentori dell'informazione ufficiale a questa blogosfera sono prima di tutto la scarsa affidabilità delle fonti, in secondo luogo la potente componente narcisistica che si cela nei bloggers e che spesso li porta a roteare compiaciuti attorno al proprio ombelico. Da non dimenticare poi che questo settore è quello sul web con i maggiori margini di crescita in futuro ed è chiaro che le multinazionali e i business-men ci si getteranno a capofitto per trarne il maggior profitto possibile (già lo stanno facendo). Ci sono anche pensatori che stanno cercando di interpretare i tempi che cambiano, anche se la loro voce stenta ad arrivare attraverso i tradizionali canali di comunicazione, tra questi si distingue David Weinberger con frasi illuminanti tipo "sul web, l’imperfezione è la nostra parola d’ordine, il segno d’intesa che ci fa capire che stiamo parlando con un altro essere umano" e "i blog sono scritti dagli autori con la loro voce, mentre le scuole di giornalismo insegnano a parlare tutti allo stesso modo. I giornalisti, si dice in quelle scuole, non devono lasciarsi coinvolgere dalle storie che raccontano e si devono limitare a riferire i fatti...Il risultato è che molti articoli sono noiosi. I blog non lo sono. Sono pieni di passione e di punti di vista...Bene o male, internet e i blog finiranno col fare apparire la voce professionale dei giornalisti come un suono primo di umanità". Ovviamente sono parole provocatorie, ma non campate in aria. Personalmente ritengo magnifico ed encomiabile il lavoro di numerosi critici cinematografici, spesso oscuri, sparsi per l'Italia e il mondo. Ciò che invece ho visto decadere è la critica cinematografica sui quotidiani e in televisione, ormai ridotta (tranne rare eccezioni) a scopi meramente pubblicitari o alla diffusione di inutili gossip. Certo è che un giornalista deve guadagnarci su quello che scrive e la belante massa sembra che chieda solo questo (ma sarà vero?)...non dimentichiamoci poi che all'estero la figura del critico cinematografico da quotidiano sta scomparendo, probabilmente anche perché gli utenti ormai cercano informazioni di cinema sulla rete. Il fatto di non doverci guadagnare sopra (almeno nella maggioranza dei casi) rende gli argomenti dei blog più liberi e meno condizionati, anche se spesso i contenuti latitano. E qui entra in campo anche il fatto che leggere lunghi articoli sullo schermo del pc è disagevole, il web è più congeniale al "mordi e fuggi" (e alla ricerca di sesso virtuale...), che però impedisce l'approfondimento dei contenuti (spauracchio del contemporaneo..."no! il dibattito no!" di morettiana memoria). E poi per esempio un posto di lettura dei giornali eccelso è il bagno e con il computer decisamente non si sposa bene. Fa poi sorridere come la televisione, ormai mezzo di comunicazione antidiluviano e dalla fottutamente obsoleta fruizione passiva, cerchi in ogni modo di demonizzare il web.
Quello che comunque prevedo è che prima o poi il cinema d'essai tornerà di moda (flussi e riflussi storici) e tra 5/6 anni anche in Italia chiunque cerchi un informazione su un film si rivolgerà al web. Certo è che i monopoli delle connessioni internet e il blocco della diffusione del wi-fi in ambienti pubblici rallenteranno non poco gli eventi, ma si sa abbiamo i nostri tempi, lo stesso supporto dvd ha impiegato più di dieci anni prima di prendere piede sul nostro bel paese. Per ora la rete, come informazione in lingua italiana, è veramente povera di contenuti per quanto riguarda il cinema del passato o d'essai (o perlomeno spesso sono indicizzati male, per cui non si trovano coi tradizionali motori di ricerca).
Il futuro del cineblogging quindi si gioca sull'indicizzazione e sul pageranking...per cui forza Movie Brats diamoci da fare!...ma a che scopo?!?
PS Ah dimenticavo, per me un "cineblog" deve essere prima di tutto stimolante, farmi scoprire nuovi mondi, nel senso di artisti sconosciuti...ma è questione di punti di vista si sa...
(le frasi di David Weinberger sono prese dal web)
11/09/08
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