Dementia (Daughter of Horror)
di John Parker (1953 USA 57')
con Adrienne Barrett, Bruno VeSota, Ben Roseman, Richard Barron, Ed Hinkle, Lucille Howland, Debbie VeSota, Faith Parker, Gayne Sullivan.
Un enigmatico medaglione, un coltello a serramanico, strade deserte nella notte nera, uomini senza volto, un'alienata donna sola, papponi e venditori di fiori, nani col giornale notturno aggiornato sulla cronaca nera, una risata isterica e un ricco laido industriale che sembra il sosia di Orson Welles...questi alcuni degli ingredienti di un film pressoché unico nella storia del cinema: miscela anomala di cupe atmosfere da film noir, devianze psicanalitiche, jazz sincopato, horror dai toni espressionisti e misteriosi squarci surrealisti. La pellicola costituisce un viaggio all'interno dei meandri della psiche di una giovane donna (The Gamine), ossessionata dai propri fantasmi e traumi infantili. Una donna problematica e tormentata, la cui angoscia è tesa a combattere il senso di colpa, ma che si trova impotente, in quanto gli stessi suoi fantasmi persecutori sono stati elaborati dalla sua mente in una situazione originaria di panico. Da ciò deriva che non esiste una consequenzialità nei fatti narrati, vi sono numerosi rimandi interni che minano la comprensione e fanno saltare le coordinate temporali, anche i personaggi stessi sono probabilmente proiezioni della mente della protagonista. Ciò che colpisce, comunque, sono le immagini letteralmente mozzafiato e il ritmo intrinseco della pellicola, sostenuto dalla colonna sonora e dalle sordide atmosfere, che trasformano la visione della pellicola in un'avvolgente immersione in una spirale, questo anche grazie al finale aperto e misterioso.
Notevole la colonna sonora ad opera di George Antheil, che rende magnificamente la discesa negli inferi della follia della donna. Travolgenti poi le scene nel jazz club durante la festa Beat (con la perfomance di Shorty Long e il suo combo), in cui è implicita l'atmosfera orgiastica sottesa.
Dementia è la sola opera lasciataci dal misterioso John Parker (nulla si sa di lui), creata nella più assoluta indipendenza e con un risicato budget. Il soggetto del film sembra derivi da un incubo avuto dalla protagonista del film, all'epoca segretaria del regista, consistente in un risveglio brusco dopo aver sognato di trovare una mano mozzata in un cassetto della propria stanza. Sembra che gran parte delle riprese siano state fatte in realtà da Bruno VeSota, qui anche attore (è il sosia di Welles) e produttore, futuro autore di due chicche come il noir "Female Jungle" e lo psicotronico "The Brain Eaters". Nella versione originale voluta dal regista, ricercata e spiazzante, dal titolo "Dementia", il film è privo di dialoghi. Una versione censurata del film venne editata solo nel 1955, col titolo "Daughter of Horror", dopo due anni di battaglie legali con il comitato di censura (il New York Censor Board) e ben 11 processi subiti dalla pellicola. Questa versione, oltre ad essere priva di alcune scene ritenute disturbanti per l'epoca, ha subito l'aggiunta di una fastidiosa voce narrante. E' comunque degna di essere ricordata perché è il film che si vede proiettato nel cinema all'interno della scena cult di "The Blob" del 1958.
Lo stile visuale scintillante e l'ambientazione urbana notturna in cui si muovono i solitari personaggi hanno fatto paragonare Dementia, dalla rivista americana Re/Search, ai quadri di De Chirico e a L'infernale Quinlan di Orson Welles.
Un film tra l'exploitation e l'avanguardia...tra Eraserhead e Orson Welles...tra Carnival of souls e Repulsion...Ma l'ho visto solo io? o è solo il mio ennesimo incubo?
"Dementia is a work of art. It stirred my blood and purged my libido."
(Preston Sturges)
15/07/08
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