Elenco film per anno
Stagione 2006/2007
À rebours...
Con la canicola estiva ripercorriamo la memoria dei film proiettati da Scaglie in questi tredici anni, corredati da una breve presentazione (spesso non originale), abitualmente allegata al flyer del Clan Destino. Per comodità partiamo dal fondo...
NOVEMBRE 2006
Mary
di Abel Ferrara (2005 ITA/FRA/USA 83’)
Straordinario film sul dolore e sulla ricerca della fede, sulla solitudine e sui processi creativi in cui Abel si conferma essere il regista più spirituale attualmente in circolazione...la sua capacità di raggiungere il nocciolo del problema è illuminante...ovviamente le barbarie ci circondano...
The Wicker Man
di Robin Hardy (1973 UK 88’)
Esordio fulminante per il regista Robin Hardy: il sergente di polizia inglese Neil Howie riceve una missiva anonima in cui si comunica la misteriosa scomparsa di una giovane ragazza sull'isola scozzese Summerisle. Recatosi li, si trova di fronte una popolazione diffidente ed un'atmosfera di totale omertà. Nessuno sembra neanche conoscere la ragazza scomparsa. Lentamente il poliziotto scoprirà che in realtà tutti stanno nascondendo la verità e che l'unica religione dominante nella comunità è una sorta di paganesimo celtico. Ma l'incubo è appena iniziato…Cult assoluto. Recente remake.
L’uomo dal braccio d’oro
di Otto Preminger (1955 USA 119’)
Primo film "vero" sulla "scimmia". Il film venne fortemente voluto dal regista Otto Preminger, che sfidò i duri dettami di quel Codice Hays, che vietava espressamente al cinema di occuparsi di droga, contribuendo alla sua modifica. Con un occhio al cinema espressionista e con una notevole attenzione ai personaggi di contorno, Preminger realizzò “un’opera in cui era presente una vigorosa lezione morale”, avvalendosi di un Frank Sinatra in stato di grazia, della partitura jazz composta appositamente da Elmer Bernstein e dei titoli firmati da Saul Bass.
Serata Cortometraggi Inediti
David Lynch – Guy Maddin – Patrick Bokanovski – Matthew Barney
Walkabout
di Nicolas Roeg (1971 UK 100’)
Walkabout e` un film quasi documentario sul rapporto fra due bambini bianchi e un aborigeno australiano, ma e` soprattutto una metafora sul passaggio dall'innocenza all'esperienza. Un'odissea attraverso deserto e bush australiano. Poche parole e spazi dilatati con una fotografia abbacinante dove il disco solare è il protagonista assoluto. Virtuosismi mai fini a se stessi, crudezze, morte animale, morte tribale. Toccante, lirico e tragico.
Point Blank
di John Boorman (1967 USA 92’)
Truffato da un compagno di galera che gli ha portato via la moglie e 93000 dollari, un malvivente si vendica in modo raffinato. 2° film di J. Boorman di culto per i cinefili europei a causa della scelta insolita degli ambienti (dintorni di Los Angeles, la prigione di Alcatraz), il virtuosismo delle riprese, del montaggio, delle sequenze di azione violenta, l'alta tensione dell'intrigo a puzzle, il carisma dinamico di L. Marvin in uno dei migliori personaggi della sua carriera.
Omaggio a Carmelo Bene
Un amleto di meno
di Carmelo Bene (1973 ITA 70’)
Nel cinema esiste il montaggio, sicche' il film non e' soltanto gia' scritto, ma anche gia' letto, dal momento che viene montato. Sicche' e' gia' criticato, criticato, criticato. Un'ultima critica che si aggiunga al montaggio non puo' essere che una diffamazione.
Omaggio a Chris Penn
Lupo Solitario
di Sean Penn (1991 USA 127’)
Non recita Chris ma il film è su di lui...bellissimo...indimenticabile....come spesso accade: la critica italiana non lo ha capito...
DICEMBRE 2006
Takeshis’
di Takeshi Kitano (2005 GIAP 108’)
Takeshi Kitano sorprende ancora una volta. Kitano interpreta l’avatar Beat Takeshi, l’idolo delle folle giapponesi (da noi sarebbe un incrocio tra Pippo Baudo/Benigni/Rosi) e di ogni dove, un po’ primadonna, un po’ burbero, un po’ genio. Il nonsense e le sparatorie regnano sovrane in un divertissment ironico e cinico, in cui Kitano mostra sé stesso come un semidio; poeta consapevole e spocchioso ma idiota matricolato; genio autoriale ma al contempo muto clown. Indistribuibile nei canali commerciali. Prendere o lasciare.
Gerry
di Gus Van Sant (2002 USA 103’)
Il film invisibile del poeta degli indipendenti è idealmente il primo film di una trilogia esistenzialista (con Elephant e Last Days) che ha riportato il regista Gus Van Sant alle produzioni indipendenti a budget modesti. Scritto a sei mani con i due attori protagonisti, Casey Affleck e Matt Damon, il film racconta l’amicizia di due ragazzi che condividono lo stesso nome nel momento in cui decidono di raggiungere un luogo, senza appunto seguire il sentiero tracciato. I due si perderanno nella boscaglia ai margini del deserto salato e cominceranno a camminare alla ricerca della salvezza attraverso le lande desolate del deserto. Gerry è un film di rottura, difficile e contestabile, sulle orme di Bela Tarr, alla ricerca di una nuove forma di espressione artistica. Prendere o lasciare.
Lo Specchio
di Andrej Tarkovskij (1975 URSS 108’)
Bilancio esistenziale del grande Maestro giunto ai quarant’anni, rievocazione di vicende personali e storiche. La stessa attrice impersona la madre e la moglie del protagonista così come lo stesso attore impersona Tarkovskij bambino e il figlio del medesimo. I temi sono universali: l’infanzia, l’atrocità della Storia e della Politica, la sua contestazione in nome dell’uomo e dei suoi bisogni, il rapporto tra uomo e natura, la rivalutazione di una terrestre religiosità, il senso di colpa. Mitica capacità ipnoinducente. Il Cinema come Arte di scolpire il Tempo.
Un uomo a nudo – The Swimmer
di Frank Perry (1968 USA 94’)
Un uomo decide di tornare a casa bagnandosi in tutte le piscine della zona residenziale in cui vive. Ogni piscina è un ricordo del passato. Burt Lancaster e Frank Perry si incontrano in questa parabola metaforica sulla caduta del Sogno Americano.
Rabbits
di David Lynch (2002 USA 50’)
Serie di 9 cortometraggi scritta e diretta da David Lynch nel 2002. E' stata realizzata e pubblicata per www.davidlynch.com.
Ogni episodio ha luogo in una stanza abitata da tre conigli (Naomi Watts, Laura Harring e Scott Coffey) che si muovono e interagiscono in modo bizzarro, interrotti da risate registrate a volume altissimo. La serie si pone a metà tra il genere noir e quello surreale. La colonna sonora originale è di Angelo Badalamenti.
My Dad Is 100 Years Old
di Guy Maddin (2005 CAN 16’)
Omaggio della figlia Isabella Rossellini alla grande arte del padre Roberto Rossellini. Film dissacrante e osteggiato dai benpensanti, il regista è ritratto come una grossa pancia, la figlia interpreta tutti i ruoli. Prendere o lasciare.
Ciao Pussycat
di Clive Donner (1965 USA/FRA 108’)
Peter O’Toole, Peter Sellers, Woody Allen, Ursula Andress e Romy Schneider tutti insieme appassionatamente in una dissennata farsa erotica scritta dal geniale Woody Allen, qui al suo esordio come attore. Il film è diventato di culto, musiche di Burt Bacharach, per un natale meno opprimente...altrimenti godetevi i cine-panettoni da multiplex che vi piacciono tanto...
GENNAIO 2007
Insert Coin (...verso Ovest)
di Valentino Bettini & amici dello Scrambler (2005 ITA 108’)
"Il vero motociclista è quello che non ha mai fretta di arrivare, perchè sa che poi, quando arriva, finisce il bello..." Le sue parole rispecchiano bene l’atmosfera che ci avvolge in una delle ultime fatiche del vulcanico regista, un originale roadmovie interamente girato in SPAGNA durante lo Scrambler Tour del giugno 2004. Un reportage di viaggio, un film videogioco che vede gli amici del motoclub Scrambler (Ducati!!!) conquistare la terra di Don Chisciotte, 3200 chilometri sfidando il caldo torrido e strade non sempre agevoli dalle Costas di Barcellona alla Sierra Nevada in Andalusia passando per la Navarra, Castilla-La Mancha e Roja scoprendo l' affascinante entroterra e le splendide città d'arte. Bando alle ciance e spazio alla fantasia.
Dogtown & Z-boys
di Stacy Peralta (2001 USA 91’)
Agli albori degli anni settanta Venice Beach (Los Angeles - California) era terra di nessuno, abbandonata dagli sfarzi commerciali degli anni sessanta; ed in quella porzione di spiaggia denominata il Covo, il surf era vissuto in maniera totale, estrema, senza compromessi, come una sfida stessa per la sopravvivenza. Un gruppo di giovanissimi surfisti, trasporta tutto ciò sulla strada, trasformando lo skateboard da semplice divertimento ad arte estrema. Lo skate da intrattenimento orizzontale diventa vertical, in concomitanza con la grande siccità che affligge la California nel '75, quando questi giovani guerrieri urbani, si ritrovano ad invadere le proprietà private, alla ricerca delle piscine lasciate vuote, così da potervi passare intere giornate, interrotti solo dai padroni di casa, dai loro feroci cani da guardia o dalla polizia. Indimenticabile capolavoro.
Le Tre Sepolture
di Tommy Lee Jones (2005 USA 114’)
Giù il cappello, signori: alle soglie dei sessant’anni Tommy Lee Jones dirige e interpreta un film semplicemente strepitoso. Spalleggiato dalla sceneggiatura zigzagante di Guillermo Arriaga (premiata a Cannes, insieme alla miglior interpretazione maschile dello stesso Lee Jones) e dalla fotografia atmosferica di Chris Menges, l’attore texano mette in scena uno splendido racconto morale immerso in un maestoso territorio di frontiera. Sulle orme del Peckinpah di “Voglio la testa di Garcia” e con uno stile asciutto e classico Jones gira un film sontuosamente, superbamente malinconico. Allora il
Cinema nell’era dei multiplex esiste ancora!...ero convinto fosse soffocato tra i popcorn...
A Dirty Shame
di John Waters (2004 USA 89’)
Ormai la spazzatura è dappertutto per cui i film iconoclasti degli anni Settanta del nostro beniamino sono diventati la nostra TV quotidiana (senza però l’ironia e la genialità di Waters), ma John Waters riesce tuttora a fare film che non vengono distribuiti perché scomodi e non riconciliati. Siamo lieti di proporre ai soliti quattro gatti la gustosa anteprima dell’ultimo divertentissimo film del Re degli Schifosi tutto incentrato sul sesso, tornato finalmente alla sua vena più dissacratoria.
Bad Guy
di Kim Ki Duk (2001 Sud Corea 100’)
Il regista di Ferro 3 è uno dei migliori in circolazione, capace di cambiare, rinnovarsi e sorprendere ad ogni film. Questo è inedito in Italia ecco la trama: un giorno Han-ki, boss della malavita del quartiere a luci rosse, incontra per caso per la strada una studentessa delle scuole superiori di nome Dun-hwa. Han-ki ne è immediatamente attratto e tenta un approccio, ma la ragazza gli dà un'occhiata disgustata e tenta di andarsene, se non fosse che il gangster la aggedisce e la costringe a baciarlo. Han-ki progetta di avviare la ragazza alla prostituzione: dopo averla fatta prigioniera in una stanza, trascorre le sue notti a spiare, da una finestra nascosta, la sua vittima.
Il braccio sbagliato della legge
di Cliff Owen (1962 GB 90’)
Peter Sellers in una commedia esilarante da riscoprire. La malavita londinese è disturbata dall'arrivo improvviso di tre misteriosi ladri stranieri che compiono colpi incredibili ai danni dei criminali del luogo utilizzando divise della polizia. Pearly Gates, che presiede il sindacato dei criminali, decide di pattuire una tregua momentanea con l'ispettore Parker di Scotland Yard finché i tre ladri non siano stati assicurati alla giustizia. I tre intrusi, però, vengono sempre informati delle trappole che criminali e poliziotti tendono loro e riescono sempre ad evitarle...
Banditi a Milano
di Carlo Lizzani (1968 ITA 98’)
Pietra miliare del cinema poliziesco con Gian Maria Volonté e Tomas Milian. La storia della banda di Piero Cavallero, che insanguinò Milano il 25 settembre 1967, raccontata da Carlo Lizzani con uno stile scarno e asciutto, quasi con piglio giornalistico. Un gruppo di quattro uomini prepara e realizza una serie di colpi, l'ultimo dei quali, al Banco di Napoli, coinvolge diversi inermi cittadini.
FEBBRAIO 2007
Riding Giants
di Stacy Peralta (2004 USA/FRA 105’)
Dal regista di Dogtown & Z-boys un altro gioiellino, film documentario sul surf, dalle sue origini in Polinesia, ad una sua nuova nascita nei primi anni del XX° secolo, fino allo sviluppo di una consistente cultura del surf lungo le coste della California del sud negli anni '40. Protagonisti un gruppo di straordinari avventurieri che si andò a formare: surfisti che non soddisfatti dei soli aspetti sociali e ricreativi dello sport, iniziarono ad andare in cerca di onde sempre più grandi, spingendo all'estremo i limiti della performance.
CineA(ni)mando
I maestri del Tempo
di René Laloux & Moebius (1982 FRA/SVIZ 78’)
Dalla novella L'Orphelin de Perdide di Stefan Wul, Rene Laloux, Jean-Patrick Manchette e Jean Giraud (meglio noto come Moebius), hanno creato un film che resta tutt'oggi uno dei capolavori del cinema d'animazione.
Per il piccolo Piel, perduto nella foresta, l'unico legame con la vita resta Mike, il robot che gli ha lasciato suo padre. Mike invia un messaggio di soccorso, che viene raccolto da un avventuriero dello spazio. Jaffar, amico del padre di Piel. Jaffar cambia rotta e si dirige verso il pianeta per cercare di salvarlo.
CineA(ni)mando
Lunacy
di Jan Svankmajer (2005 CEC/SLOV 118’)
Il mondo si divide in due categorie di diversa ampiezza... quelli che non hanno mai sentito parlare di Jan Švankmajer e quelli che hanno visto i suoi lavori e sanno di essersi trovati faccia a faccia con un genio. Inedito in Italia. Voi che fate?
CineA(ni)mando
Memories
di Katsuhiro Otomo (1995 GIAP 113’)
Come un gioco di scatole cinesi, Memories si snoda attraverso l’immaginazione e la genialità di tre autori che fanno capo a Katsuhiro Otomo, genio dell’animazione, autore di un kolossal sospeso e eterno quale Akira. Memories è composto di tre episodi, ognuno rinchiuso nel corpus narrativo dell’altro. Il primo episodio, Memories appunto, diretto da Koji Morimoto e tratto da un racconto breve dello stesso Otomo, è un omaggio alla fantascienza kubrickiana di 2001: Odissea nello spazio e a quella piacevolmente poetica di Tarkovskij di Solaris. Il secondo, diretto da Tensai Okamura, è una satira tendente all’eccesso sulla paranoia del terrorismo e delle armi batteriologice. Il terzo è un meraviglioso piano sequenza, girato ed inventato da Otomo, che rappresenta la giornata tipo di una città il cui unico scopo è cannoneggiare un nemico di cui non si sa niente.
CineA(ni)mando
American Splendor
di Shari Springer Berman (2003 USA 100’)
Inedito in Italia. È la storia, ritratta in maniera ironica, affettuosa e partecipata, di Harvey Peckar, celebre autore di fumetti statunitense, e delle sue strisce, chiamate appunto "American Splendor". Ingabbiato da una vita ordinaria e da un lavoro da comune impiegato, lasciato dalla fidanzata stufa di una vita "plebea", Harvey stringe amicizia con Robert Crumb, uno dei più importanti e celebri autori di fumetti americani, considerato il padre del fumetto underground e autore di strisce quali "Fritz il Gatto" e "Mr. Natural". Crumb accetta di disegnare le storie che Harvey scriverà, e in poco tempo, raccontando la sua vita, i suoi amici e il suo grigio lavoro, Harvey diventa una celebrità (sarà più volte ospite del "David Letterman Show") e riesce anche a superare le sue croniche difficoltà di adattamento sociale.
CineA(ni)mando
Corto Maltese – Tropico del capricorno
di Richard Danto (2002 ITA 80’)
Tra 1916 e 1917, Corto Maltese spiega le vele delle sue avventure fra Brasile, Guyana e Mar dei Caraibi. Le isole si succedono l'una all'altra, come albe e tramonti... e come amici e nemici. Dopo aver fatto amicizia con un certo Steiner, un vecchio ubriacone che in una vita precedente è stato un illustre professore praghese, e con il giovane Tristan Bantam, Corto stringe un patto con Bocca Dorata, per aiutare la rivolta di Tiro Fisso. La vittoria è però solo un rito di passaggio verso altri due viaggi non meno avventurosi: il primo, contro l'uomo che insidia l'eredità di Tristan; il secondo, a caccia di un poker d'assi, che fa ricomparire Rasputin e vale un'isola del tesoro.
Lutring – Svegliati e uccidi
di Carlo Lizzani (1966 ITA/FRA 102’)
Come Luciano Lutring, ladro d'auto e spaccatore di vetrine, divenne un bandito famoso nell'Italia degli anni '60 (ma ricercato anche dalla polizia francese) con la rapina a una gioielleria di via Montenapoleone a Milano. Caso raro di instant-movie riuscito. C. Lizzani e il suo sceneggiatore Ugo Pirro ne fanno un ritratto di taglio semigiornalistico secco, veloce, in sapiente equilibrio tra azione e disegno incisivo dei personaggi che ridimensiona un dilettante del crimine, un balordo invasato che entra in un mondo di delinquenti e poliziotti più professionisti di lui. "E il film smonta a tal punto il personaggio che rischia di renderlo sbiadito". Tra gli interpreti il tedesco R. Hoffman che è un Lutring attendibile, G.M. Volonté che cesella un ambiguo poliziotto fa macchia L. Gastoni, una Candida Lutring scavata in profondità.
CineA(ni)mando
Il pianeta selvaggio
di René Laloux & Topor (1973 CEC/FRA 72’)
Raffinato film d’animazione su disegni di Roland Topor, sceneggiato da Laloux e Topor da un romanzo di fantascienza di Stefan Wul. La politica è aberrante, la tecnologia provoca angoscia e la natura appare crudele: un incubo apocalittico, visivamente suggestivo ed emozionante.
MARZO 2007
Al di là della vita
di Martin Scorsese (1999 USA 111’)
Attraverso gli occhi del paramedico Frank Pierce, Scorsese ci mostra la New York nera, sporca, torbida della periferia, una Grande Mela bacata, popolata di morti viventi, come la mente di Frank è abitata dai fantasmi delle persone che non è riuscito a salvare, tutti "incarnati" dal volto di Rose, una ragazza morta per un suo errore, che come una visione gli appare periodicamente lungo i marciapiedi sudici di Hell's Kitchen confusa tra le prostitute. Frank è ossessionato dall'idea di salvare i moribondi, questa è l'unica droga in grado di portarlo da uno stato costante di depressione alla "sensazione di sentirsi Dio". Un ritratto insieme lucido e allucinante dell'irreversibile decadenza della specie umana. Ci siamo in mezzo.
CineA(ni)mando
Porco Rosso
di Hayao Miyazaki (1992 GIAP 93’)
Marco è un aviatore che, dopo un incidente durante la prima guerra mondiale, perde un amico nonché compagno d'armi e rimane sfigurato, assumendo le sembianze di un maiale: da qui il soprannome Porco Rosso. Il film è ambientato negli anni Trenta ed il protagonista vive sulle sponde dell'Adriatico, pilotando il suo Savoia S.21 ed ingaggiando duelli aerei con una banda di pirati dell'aria chiamati "Mamma Aiuto!". Nonostante l'aspetto ripugnante Porco Rosso riesce anche a far breccia nel cuore di due donne: la bella Gina e la giovane Fio. Amore, umorismo, scene di volo spettacolari ed un pizzico di nonsense (in una scena di duello aereo due rivali esauriti i proiettili cominciano a tirarsi chiavi inglesi e altra roba da un aereo all'altro): ecco gli ingredienti del film di Miyazaki più divertente e spensierato. La cura maniacale messa da Miyazaki nella ricostruzione del territorio italiano è quasi fotorealistica e le scene di combattimento aereo lasciano senza fiato. Inedito in Italia.
Gozu
di Takashi Miike (2003 GIAP 118’)
Takashi Miike e Takeshi Kitano in un colpo solo. Uno yakuza deve, per ordine del suo capo, uccidere il suo senpai, a cui è profondamente legato, perchè è diventato pazzo. Durante il viaggio verso Nagoya, Minami, il protagonista, si accorge che Ozaki, il pazzo, è morto improvvisamente. Fermatosi in un bar a schiarirsi le idee, si accorge anche che il cadavere del suo amico è scomparso e lo dovrà trovare, ma il posto dove si è fermato è abitato da personaggi pittosto bizzarri...
CineA(ni)mando Omaggio a Bruce Bickford
The Amazing Mr Bickford
di Frank Zappa (1989 USA 60’)
Zappa co-sceneggia e produce il lavoro di Bruce Bickford, folle e geniale animatore di plastilina. Poi edita il materiale utilizzando musica orchestrale. Il risultato è un'esperienza visuale sbalorditiva, un'ora di continue allucinazioni in continua mutazione. La psichedelia più estrema diventa un pallido ricordo. Vedere per credere.
Ma come mai nessuno ricorda Ferreri?
Storie di ordinaria follia
di Marco Ferreri (1981 ITA/FRA 107’)
Los Angeles, ribattezzata Lost Angeles (angeli perduti), fa da sfondo e contenitore a un universo di sconfitti, dementi, dannati dove si aggira Charles Serking (Ben Gazzara), scrittore, bevitore, scopatore. E la storia delle sue esperienze etiliche e sessuali, ma anche del suo amore per Cass (O. Muti), puttana bellissima e disperata con una vocazione autodistruttiva più forte della sua. Charles l'ama ma non abbastanza da salvarla dal suicidio. Dall'incontro tra due poeti scellerati, l'americano Charles Bukowski (1920-94) e l'italiano M. Ferreri (1928-97), è nato un film tenero, struggente, tristissimo: il primo film d'amore di un romantico che negava di esserlo, il suo più semplice e trasparente, pur con punte grottesche e crudeli. Scritto con Sergio Amidei, è tratto dall'omonima raccolta (1972) di racconti di Bukowski, da quello di apertura (La più bella donna della città), rimpolpato da spunti, situazioni, personaggi di altri cinque.
CineA(ni)mando
Waking Life
di Richard Linklater (2001 USA 97’)
Dopo la registrazione delle diverse scene con attori in carne ed ossa (tra cui Ethan Hawke, Julie Delpy, Steven Soderbergh ed una caterva d’altri personaggi più o meno celebri), la pellicola è stata colorata al computer, in modo tale da ottenere un’animazione “reale” e allo stesso tempo astratta, fatta di segmenti cromatici “puri” e fluttuanti, a rendere l’atmosfera lucida ed allucinata di un sogno non del tutto… tale.
L’ultima fuga
di Richard Fleischer (1971 USA 99’)
Ritiratosi in un villaggio di pescatori portoghesi, Harry Garmes (G.C. Scott), ex autista della malavita di Chicago, accetta di portare in Francia, dove li attendono i suoi complici, un criminale evaso (T. Musante) e la sua donna (T. Van Devere). Innamorato della ragazza, si sacrifica per salvare la coppia. Noir on the road d’autore centrato sulla figura di un loser archetipico che ha perso qualsiasi legame con il suo mondo e tiene alla sua BMW 1957 più che alla vita. Il film rappresenta lo stadio finale del noir che del periodo d’oro conserva la forza visuale e amplifica senza scampo il senso di frantumazione e sconfitta: forse, più che un perdente, Harry Garmes è uno zombie.
CineA(ni)mando
8 Corti
di Osamu Tezuka (1960/80 GIAP)
La sua prolificità e le sue tecniche e generi pionieristici gli hanno valso i soprannomi di "il padre dei manga" o addirittura "il dio dei manga". Uno dei tratti distintivi dell'animazione giapponese, gli "occhioni", furono inventati da Tezuka, che si basò su cartoni animati dell'epoca come Betty Boop di Max Fleischer e Topolino di Walt Disney. Cult!
APRILE 2007
The Proposition
di John Hillcoat (2005 Australia/UK 104’)
La frontiera australiana come il selvaggio west statunitense. Nick Cave è autore della sceneggiatura di questo cult movie che mescola ansia di civilizzazione, valori familiari, dilemmi morali e violenza. Il tutto sullo sfondo di un'Australia selvaggia, tra atmosfere cupe ed accecanti al tempo stesso, tra guide aborigene e lande immense e sconfinate. Guy Pierce è il protagonista. Da non perdere.
Il paese del silenzio e dell’oscurità
di Werner Herzog (1971 RFT 85’)
Per compiere questo viaggio al termine della notte il più grande regista vivente ha avuto per guida la dolcissima e volitiva Fini Straubinger, sorda e cieca che gli fa da guida - e da interprete attraverso un alfabeto digitale e tattile - in una serie di visite a persone sorde e cieche o a istituzioni che a Monaco di Baviera li accolgono. I sordo-ciechi sono "esponenti di un'umanità estrema che può raggiungere vertici di profondità altrimenti insondabili ... e quindi diventano per Herzog la base amata necessaria per produrre immagini e suoni non compromessi da una retorica quotidiana...". E’ anche un film sul cinema, sull'apprendistato della visione. Per Herzog gli spettatori sono dei sordo-ciechi che hanno da essere rieducati all'esercizio dei loro sensi ottusi dall'abitudine. Capolavoro assoluto.
Of freaks and men
di Aleksei Balabanov (1998 Russia 93’)
Picola gemma russa del cinema surreale degna erede del cinema di Tod Browning, Luis Bunuel e David Lynch. Storia di sfruttamenti di ogni tipo, ambientata nella San Pietroburgo dell’inizio del Novecento, tra famiglie borghesi che vengono rovinate da Johann e Viktor, due produttori e mercanti di fotografie e, in seguito, film pornografici. Il cinema delle origini da un punto di vista particolare. Oltre a questo business i due protagonisti ne iniziano un altro legato ad una nuova perversione: l'ossessione per due gemelli siamesi, Tolya e Kolya, adottati dalla famiglia borghese di uno stimato dottore di San Pietroburgo. I mostri morali sono ben più orribili di quelli che vengono ingiustamente chiamati mostri dalle persone "normali". Meraviglioso, ma per spiriti liberi.
Napoleon Dynamite
di Jared Hess (2004 USA 86’)
Dall'orrenda Preston, Idaho, arriva un piccolo, esilarante capolavoro di alienazione, un vero e proprio inno alla sfiga girato con due soldi e un raro fiuto per l'idiozia americana: Napoleon Dynamite , recitato da una compagnia di freaks da far concorrenza a Tod Browning e John Waters messi insieme! Acutissima rappresentazione del grado zero dell'intelligenza, della mancanza di valori non nel senso che sono spariti, ma che proprio non ci sono mai stati. Divertentissimo.
La sedia della menzogna
di David Cronenberg (1975 USA 26’)
Episodio di serie televisiva rimasto per anni inedito in Italia. In una notte di tempesta una coppia si ritrova in una casa sconosciuta. Il padrone li obbliga a un crudele gioco di ruoli. Atmosfere gotiche e fantastiche per un Cronenberg poco usuale.
Dumbland
di David Lynch (2001 USA 24’)
Dumbland è una serie di corti in bianco e nero di animazione che rielabora l'immaginario lynchiano delle origini (The alphabet, The grandmother) coniugandolo con quello della sua leggendaria striscia a fumetti The angriest dog in the world. Il titolo parla chiaro: idiozia, sintesi, analità, devastazione. Una leccornìa. In lingua originale.
Born into this
di John Dullaghan (2003 USA 113’)
Documentario su Bukovsky, l’uomo dei bassifondi, dei vicoli ciechi, bar-fly, la cui perifericità, la cui marginalità, la cui asocialità, paradossalmente lo connotano come sguardo privilegiato sul mondo- e sulla condizione dell’essere umano nel mondo-, elemento critico centrale della modernità, americana e non. Questo documentario ne rinsalda il mito, attraverso una fitta rete di interviste e testimonianze di conoscenti e amici (alcuni celebri come Sean Penn), editori, ammiratori e fan d’eccezione come Bono o Tom Waits, compagne di letto, di sbronze o di vita, oltre che, ovviamente, dello stesso Bukowsky.
(logo ad opera di Piba)
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