20/12/07

Come uno spettro

Come uno spettro,
salirò quelle viscide
scale. Verrò da te per i gradini
ombrosi, i piani di pietra sconnessi
e lisi, poi farò cricchiare i cardini
della tua porta, e mezzo
assonnata dirai è solo il vento, è un sogno.
Penetrerò nel tuo sogno, leggero,
insidioso, girando
sempre più a fondo il pungolo d'orrore,
ti mostrerò le talpe
dagli occhi spenti che nel centro buio
dell'io scavano i luridi
gli incolmabili buchi senza sbocco,
certo, anche in te, giù, mentre riposi:
e per quel fragile
mistero entrerò lì con tutto il dolce
e l'angoscia e l'amaro del mio amore.
Uscirò dal silenzio
in un doppio silenzio lungo viali
lunari, o attenderò,
tra doppi fondi di valigia, grigio
all'alba, i gradi amari di un risveglio
che non dissiperebbe - ombra ispessita -
i perché che ti chiedi
della vita, del vento,
della mia assenza così strana, o è un sogno.
(Dario Villa)

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