24/01/10

Maitresse (Barbet Schroeder)

Maitresse
di Barbet Schroeder
(1975 FRA 112')

Secca incursione del sottovalutato Barbet Schroeder all'interno dei meandri desideranti della psiche umana, in un limbo sospeso tra ossessione e possessione, tra dominazione e sottomissione, con la volontà di "entrare nella pazzia delle persone", come afferma la protagonista del film, cavalcando la strana pulsione primordiale e irresistibile che conduce gli individui alla soddisfazione di un piacere razionalmente inesplicabile. Il film ripercorre l'ambigua e tormentata storia d'amore tra un bullo perditempo (un giovane Gérard Depardieu) e una dominatrix professionista, interpretata da una fustigante Bulle Ogier, dando luogo ad una perspicace disamina sulle dinamiche di potere all'interno del rapporto di coppia. In realtà per le scene sadomaso, BDSM e bondage del film, riprese in modo impersonale e senza falsi pudori, il regista si servì di una vera professionista filmata all'opera coi suoi clienti. Va detto che la versione integrale del film, per anni rimasta invisibile ed ora disponibile in dvd, è tuttora abbastanza ostica da digerire, disseminata com'è di scene degne delle performance di Bob Flanagan (pissing, trazioni ossee, perforazioni intime...). La messa a nudo dei passatempi di ricchi borghesi è il pretesto che permette a Schroeder di operare una ricognizione su alcuni enigmatici aspetti della natura umana, alla ricerca di quell'intimo e ambiguo legame che intercorre tra il dolore e il piacere, fra l'amore e la morte. Stesso ambiguo legame che porta, nella scena più dura e raggelante (perché mostra il pasto nudo burroughsiano), il protagonista del film andare ad assistere alla macellazione di un cavallo in un mattatoio, per poi poco dopo sentire la necessità di nutrirsi avidamente di bistecche d'equino. Nel film tra la maitresse e i clienti non avvengono mai rapporti sessuali e ciò la dice lunga sulla strisciante impotenza che attanaglia la società, anticipando così di trentacinque anni la situazione attuale dove il vouyerismo e il sesso simulato hanno sostituito sempre più spesso lo scambio carnale. Il finale spiazzante, che anticipa il Crash di Ballard, è poi la ciliegina sulla torta di un film enigmatico ed imperfetto, ma che scudiscia violentemente le nostre certezze. Da ricordare le scenografie e i costumi della stanza di lavoro (bondage chamber) della maitresse, vero e proprio campionario di stranezze feticiste, tra cui una bara foderata di viola, un biberon e un uomo/cagnolino mantenuto costantemente in gabbia.
"Non ho ancora capito se il mio è un lavoro serio,
se è più importante la realtà o la sua immagine,
se bisogna buttare al cesso tutto
o valorizzare la fantasia, il gioco, il sesso.
Ma chi si fa queste domande è uno stronzo o una persona seria?"

(da Spell - Dolce Mattatoio
Alberto Cavallone)

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