IL RAGNO
«Vedeva il mondo secondo una prospettiva orizzontale, non più verticale come le pareva di ricordare quella dell'uomo, piantato su due trampoli e procedente ad angolo retto con la terra. A questa nuova visione contribuiva certo la posizione del suo corpo prono in avanti, disteso sulle sue basi pressappoco come il soldato negli esercizi dell'«ordine sparso», ma anche la strana disposizione degli occhi, otto come le zampe e messi a semicerchio intorno al capo, tanto che - cosa sconosciuta agli uomini - una buona parte della pianura circostante le appariva simultaneamente accrescendo la sua illusione di spazio e di libertà. Degli occhi, poi, due erano come appannati, un po' miopi di giorno, ma pure in questo Clizia vide una ragione che tendeva a darle una libertà anche maggiore: e infatti, appena scesa la sera, furono essi a entrare in azione, a illuminarle le tenebre, a renderle più facile il lavoro della tela. »
(Eugenio Montale)
Trigonometria di ragni
Il ragno intreccia
fili di sangue
nel dolore sordo del baricentro,
ma la preda
non accetta trigonometrie;
la fine circostanzile
implica altri destini,
resta un rebus
troppo chiaro, quasi aperto.
(Angelo Scandurra)
24/02/10
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