Meetings with Remarkable Men
di Peter Brook (1979 USA 108')
Il film parte dall'autobiografia di G.I. Gurdjieff (che contribuisce personalmente alla sceneggiatura), mistico caucasico, e dai suoi viaggi attraverso l'Asia centrale, in cerca di un'illuminazione e di nuovi livelli di spiritualità perseguiti attraverso trances, musica e danza. "Una delle nostre più grandi difficoltà era proprio nel mezzo cinematografico in sé. Il cinema, per sua natura, travolge: immagini e suoni invadono ogni angolo del cervello, spazzano via qualsiasi senso di distanza, rendono totale e irresistibile la nostra identificazione con l'azione. In teatro un verso, una canzone, una danza, persino un salto nell'aria sono spesso sufficienti a che si manifesti il significato più nascosto: Con la macchina da presa, invece l'ostacolo è assai più grande, perché tentare di filmare l'invisibile sembra che neghi la natura stessa della fotografia. In questo film il potere evocativo delle parole di Gurdjieff doveva essere sostituito da immagini, da una scelta accurata delle persone e dei luoghi con cui erano in rapporto. Soltanto se fossero stati trovati questi elementi la fotografia avrebbe potuto fare di ogni scena un documento vivente e non una semplice finzione. La ricerca degli esterni ci portò in zone remote della Turchia, agli scenari veri di gran parte della storia, alla trasparente bellezza del lago Van...Ma alla fine trovammo in Afghanistan le persone e le condizioni che cercavamo." (Peter Brook)
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