12/01/14

NANOBI ED EVOLUZIONE

Artista cruciale per il mondo contemporaneo, Stelarc si dedica da quarant'anni alla ricerca sui limiti psichici e corporei dell'essere umano (sopra lo vediamo sospeso con funi nel vuoto in una performance dei primi anni Settanta) e sulla sperimentazione percettiva. Stelarc ha avuto, da subito, la consapevolezza che la scienza possedesse gli strumenti per trasformare il metafisico in fisico, l'interiore in esteriore, le avventure della mente in avventure della tecnologia. Negli ultimi decenni si è dedicato a sviluppare le possibilità del corpo di trasmigrare verso altre forme, più complesse, in cui le caratteristiche corporee oltrepassassero i confini dell'essere umano comunemente inteso. "Siamo giunti a un punto nel nostro sviluppo post-evoluzionistico in cui la normale evoluzione organica darwiniana non è più determinata dai fattori presenti nella biosfera, dalle forze gravitazionali. Adesso lo è dalla spinta di informazioni, abbiamo accumulato questo input che produce questi desideri da esplorare, estendere, amplificare, valutare, diagnosticare maggiormente. Così ciò che ha inizio come strategia evoluzionistica, questa curiosità che è essenzialmente il risultato della nostra mobilità e percezione, ora giunge a un punto in cui questa accumulazione (di informazioni) comincia ad avere una propria dinamica e direzione e agisce da propulsore per il corpo e lo forgia in nuove forme. Il campo dell'informazione ora modella la struttura del corpo." I suoi ultimi lavori Ping Body e Parasite sono incentrati sulla interconnessione del corpo dell'artista a Internet, attraverso un computer interfacciato con un complesso sistema di stimolazione muscolare. Tutto ciò permette all'artista di dare origine a misteriose reti neurali ibride, tra organico e artificiale: "un motore di ricerca analizza Internet in tempo reale, seleziona delle immagini che trova, e mentre le mostra sul visore gli stessi dati vanno a stimolare il mio sistema muscolare. Il mio corpo quindi si muove in base a stimolazioni provenienti da Internet, mentre i miei occhi vedono immagini che hanno la stessa provenienza". Un lavoro peculiare, il suo, che mostra di ricordarsi che la scienza originariamente includeva la ragione estetica, il libero gioco, la follia dell'immaginazione e la fantasia della trasformazione...poi però, nei tempi moderni, si è permessa il lusso di razionalizzare le possibilità. Ecco ora, nelle opere di Stelarc, ripresentarsi il legame originario tra scienza, arte e filosofia: la consapevolezza della divergenza tra il reale e il possibile, tra la verità apparente e quella autentica e lo sforzo immane di comprendere e di vincere questa divergenza. Una ricerca guidata dalla ferma convinzione che la combinazione di informatica e biotecnologie produrrà non solo nuove forme di vita e nuovi canali di comunicazione, ma determinerà anche nuovi modi di percepire il tempo e lo spazio, portando così a nuove strutture di pensiero. Celeberrimi gli esperimenti di Stelarc sulla "terza mano", iniziati nel 1984, in cui un arto artificiale veniva messo in connessione con il sistema nervoso dell'artista, che in tal modo poteva muoverlo volontariamente. Un metodo per ampliare la percezione di sé, in accordo con le tesi di Marshall McLuhan, che affermano che gli oggetti che usiamo costituiscono delle estensioni corporee, e che la nostra percezione e le nostre modalità di pensiero vengono profondamente trasformate dall'utilizzo di questi oggetti. Quindi, potenziando le nostre capacità corporee originarie con nuovi strumenti di espansione, possiamo arrivare a nuovi stati di percezione della realtà. La trasmigrazione corporea permetterebbe anche di effettuare una mutazione dell'essere umano, intesa sia come difesa che come necessità per la sopravvivenza nei confronti di una realtà esterna (assenza d'acqua, cambiamenti climatici, inquinamento), che sta cambiando assai rapidamente e non permette più agli individui di adattarsi. 


"E' tempo di sparire dalla storia umana, di tendere alla velocità di fuga terrestre e di raggiungere una condizione post-umana. E' tempo di svanire, di essere dimenticati nello spazio extraterrestre. L'importanza della tecnologia potrebbe essere quella di culminare in una coscienza aliena, che sia post-storica, trans-umana o addirittura extraterrestre. In quest'epoca di sovraccarico informativo, non è più tanto significativa la libertà delle idee quanto piuttosto la libertà di forma. Il punto non è più se la società ti permetterà di esprimere te stesso, ma se la specie umana ti lascerà infrangere i vincoli dei tuoi parametri genetici. Ciò che è importante non è più vedere il corpo come oggetto di desiderio, ma come oggetto da ridisegnare. Per me la premessa è che se alteri l'architettura del corpo, ne alteri la sua visione del mondo, e questo è affascinante. Noi siamo alla fine della filosofia, data l'obsolescenza della nostra fisiologia. Il pensiero umano si ritira nel passato dell'uomo...L'artista può diventare un architetto degli spazi corporei interiori, ristrutturando il territorio umano e ridefinendo il nostro ruolo di individui...Ciò che è filosoficamente rilevante non è più il dilemma mente/corpo, ma piuttosto la divisione corpo/specie. E proprio come la fissione dell'atomo sprigiona enormi quantità di energia, così la scissione della specie umana, determinata dalla tecnologia implosiva (innestata all'interno del corpo), genererà un enorme potenziale biologico, risolvendosi in un'arricchente e stimolante diversificazione del genere umano. Una volta che la tecnologia avrà munito ogni corpo del potenziale per progredire individualmente nella sua evoluzione, la coesione della specie non sarà più importante". Qui, nell'affascinante e utopica logica di Stelarc, c'è un imprecisione in quanto per specie, biologicamente parlando, si intende un insieme di individui che incrociandosi tra loro generano potenzialmente una prole illimitatamente feconda. E quindi, probabilmente, è più preciso parlare, in tal caso, di divisione corpo/genere umano. 
Ma forse la situazione del genere umano prossimo venturo è ancora più complessa, anche perché come sosteneva il geniale Gregory Bateson la nostra carne è pensante. Nell'organismo vi è come una grande rete chiamata sistema fasciale e tutte le parti del corpo (le ossa, le articolazioni, i visceri, il sistema nervoso centrale, i muscoli etc) sono intimamente collegate grazie a questa rete. Tale sistema funziona come una rete da pesca: i muscoli sono pesci, i visceri sono pesci...Quando un pesce si impiglia, muove l’intera rete. Un movimento di una parte si trasmette immediatamente alle altre. Il tutto è costituito da tessuto connettivo, che viene a rappresentare una vera e propria intelligenza corporea, che può anche essere modulata accuratamente a fini terapeutici, come ben sanno alcuni osteopati. 
Ma nel tessuto connettivo risiedono probabilmente anche altre sconosciute capacità...Alcuni scienziati si stanno dedicando con fervore allo studio della salamandra, in quanto essa è l'unico vertebrato esistente in grado di rigenerare arti amputati. E' un animale che conserva per tutta la vita la capacità di far ricrescere sostituti perfetti di parti del corpo perdute.
Per fattori ancora misteriosi, il sito di amputazione può trovarsi ovunque lungo tutto l'arto e, indipendentemente dal punto in cui è situata la ferita, ricrescono solo le parti amputate. Dagli studi effettuati si è dimostrato che dopo l'amputazione di un arto di salamandra, le cellule che svolgono un ruolo chiave per la rigenerazione sono i fibroblasti, cellule del tessuto connettivo. I fibroblasti migrano attraverso la superficie di amputazione, per confluire al centro della ferita, dove proliferano fino a formare un blastema, cioé un aggregato di cellule tornate immature (simili alle staminali) che faranno da progenitrici al nuovo arto. Sembra, inoltre, che i fibroblasti siano in grado di dialogare tra loro per determinare l'entità di riparazione della ferita. Nel processo si attua un particolare processo, chiamato di "dedifferenziazione", per cui una cellula matura e specializzata torna ad uno stadio più primitivo, embrionale, che le permette di moltiplicarsi e di fare da progenitrice per i tipi di tessuto necessari alla rigenerazione. Ciò che stimola l'immaginazione degli scienziati è il fatto che i nostri polpastrelli hanno già le capacità intrinseca di rigenerare, per cui forse la rigenerazione è una nostra potenzialità ancestrale. Lasciato guarire in modo naturale, il polpastrello amputato di un individuo qualsiasi (ciò è molto evidente nei bambini) spesso recupera il suo contorno, l'impronta digitale e la sensibilità tattile. Altra scoperta fondamentale è che i fibroblasti umani adulti, come quelli della salamandra, conservano il ricordo del sistema di coordinate spaziali usato per stabilire il piano corporeo all'inizio dello sviluppo dell'embrione.
Con queste premesse tra qualche anno (una decina?) ne vedremo delle belle...che dite?


(le parole di Stelarc sono prese da interviste presenti sul Web, la parte sulle salamandre deriva da un articolo del prof. Muneoka e coll.)

L'idea di extraterrestre che l'essere umano si è fatto negli ultimi decenni è stata molto influenzata da ciò che si è visto al cinema o letto in libri di fantascienza, ma la realtà potrebbe essere molto diversa e spiazzante...
Allo stato attuale dove si possono ipotizzare organismi alieni sulla Terra?
Secondo numerosi scienziati il luogo più probabile in cui potrebbero radicarsi è dato dalle profondità marine. Soprattutto i camini vulcanici sul fondo oceanico sarebbero luoghi ideali, costituendo ecosistemi ignoti, da considerare praticamente del tutto isolati dal resto della biosfera. Tutti i microrganismi scoperti, fino a questo momento, in questi ecosistemi sono paragonabili coi microbi residenti in superficie, ma va precisato che l'esplorazione biologica dei fondi oceanici è ancora agli albori e potrebbe riservare non poche sorprese.
Per ora comunque ci accontentiamo di falsi allarmi...come quello, risalente a qualche tempo fa, riguardante increduli pescatori cinefili russi (filmato sotto) che, nel mare di Azov, hanno recuperato una Jenny Haniver, bizzarra creatura dall'aspetto demoniaco, spacciata inizialmente come cadavere di un alieno e poi in realtà rivelatasi una comune razza capovolta.
Per chi non lo sapesse, una Jenny Haniver è una creatura di competenza della criptozoologia, nota fin dal 1500, ottenuta attraverso un certosino lavoro di modificazione e mutilazione della carcassa appartenente ad una razza del genere Rhinobatidae (pesce chitarra), creata allo scopo di colpire l'immaginario di sprovveduti compratori, facendola passare talora per cucciolo di drago o basilisco, talora per cadavere di alieno o diavolo di mare (devil fish). Uno dei casi più celebri di ritrovamento di Jenny Haniver, che ricevette enorme pubblicità mediatica, avvenne nel 1971 a San Juan in Porto Rico, quando Alfredo Garcia Garamendi, stimato professore di educazione fisica e studioso di fenomeni paranormali, sostenne di aver catturato una bizzarra creatura marina, che poteva uscire dal mare, respirare e mettersi in stazione eretta. A tale animale, dall'aspetto antropomorfo, Garamendi diede il nome di Garadiabolo.
Recentemente, invece, grazie ai progressi resi possibili dall'uso del microscopio elettronico, sono state scoperte minuscole strutture, grandi tra 20 e 150 nanometri e per questo motivo chiamate nanobi, contenute in rocce arenarie risalenti a 200 milioni di anni fa, estratte dalle profondità oceaniche al largo della costa australiana. I test di laboratorio hanno dimostrato che questi piccolissimi e misteriosi nanobi contengono all'interno DNA e sono in grado di moltiplicarsi in laboratorio. Tutto questo ha spiazzato gli scienziati, aprendo realisticamente un'ipotesi di vita aliena sulla terra.
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Ma questo non è tutto, in ambiente scientifico circola anche la perturbante ipotesi che forme di vita aliene possano trovarsi nei nostri stessi corpi. Nel 1988, osservando cellule di mammifero al microscopio elettronico, Olavi Kajander (dell'Università finlandese di Kuopio) notò minuscole particelle (la cui funzione è tuttora sconosciuta) contenute all'interno del citoplasma di molte cellule. Queste particelle, dalle dimensioni di 50 nanometri, sono circa un decimo della dimensione dei più piccoli batteri conosciuti. Dieci anni dopo lo stesso Kajander, cercando disperatamente una spiegazione razionale e scientifica, arrivò ad ipotizzare che tali particelle fossero organismi viventi colonizzanti l'urina, partecipanti alla formazione dei calcoli renali come nucleo per la precipitazione di calcio e fosfato. Benché queste affermazioni restino controverse, in ambito scientifico si sta ipotizzando che almeno alcuni di questi organismi lillipuziani siano in realtà forme di vita aliena dotate di una biochimica radicalmente alternativa a quella conosciuta.
E se alla fine si scoprisse effettivamente che l'origine della vita è extra-terrestre?
Non è dato sapere, per ora accontentiamoci delle sconvolgenti creazioni di criptozoologia (tra cui anche un'immancabile Jenny Haniver) dell'artista atipica e radicale Sarina Brewer
(post elaborato con gli spunti di un articolo di Paul Davies)

Attualmente uno dei modelli esplicativi del nostro sistema nervoso centrale, maggiormente accreditati da parte della Neuroscienza, é quello che fa capo alla Neuromatrice, intuizione potente e suggestiva ad opera del genio di Melzack. 
L'idea a Melzack é venuta analizzando quello strano fenomeno costituito dalla pseudomelia, che é una percezione spiacevole da parte del paziente, spesso dolorosa, di varie sensazioni provenienti da un arto amputato, comunemente chiamata in ambito medico "Sindrome dell'arto fantasma".
L'anomala percezione proveniente dall'arto fantasma, quindi in assenza di input apparenti, ha schiuso agli scienziati una breccia sull'abisso costituito dalla stupefacente complessità del nostro cervello.
Secondo Melzack la nostra quotidiana parvenza percettiva realistica è dovuta a processi neurali centrali stabili. Esistono così mappe di attivazione (o inattivazione) ben precise, costituite all’interno dei circuiti neurali centrali e continuamente attivate e modulate dagli input che arrivano dalla periferia.
Tali mappe contribuiscono in modo preponderante alla costituzione della struttura figurale del nostro sè e forniscono anche una base empirica per ogni nostra successiva esperienza percettiva.
L’esperienza del sè fisico è così dovuta, secondo Melzack, ad una matrice neuronale (una complessa rete di circuiti neurali sia corticali che sottocorticali) precostituita geneticamente, su cui il corpo successivamente scolpisce con caratteristici pattern di scarica neuronali dalle molteplici caratteristiche, sia sensoriali che emozionali, una configurazione originale ed esclusiva per ogni essere umano, detta propriamente Neuromatrice.
I bizzarri loop talamo-cortico-talamici e gli input originati dalle strutture limbiche, componenti fondamentali della Neuromatrice, generano in seguito output divergenti, che permettono un processamento parallelo di tutte le componenti sensoriali ed emozionali del percetto, per poi convergere simultaneamente, integrando l'insieme e generando un unicum percettivo. Il processamento ciclico e la conseguente elaborazione degli impulsi nervosi vanno a creare un prodotto di uscita specifico della Neuromatrice, detto Neurosignature (praticamente una vera e propria firma della Neuromatrice) caratteristico e unico per ogni essere umano. Tutte le aree sinaptiche lungo le vie di trasmissione di ogni sistema di proiezione (quindi tutte le vie che trasportano input afferenti al cervello) ovvero tutte le aree dal midollo spinale fino ai campi di proiezione talamo-corticali possono divenire generatori dei segnali, andando ad accrescere esponenzialmente la complessità del sistema. L'attività perpetua di questi generatori è in grado di produrre specifici pattern di scarica o di raggiungere frequenze sufficientemente elevate da configurare e alterare le diverse attività delle aree cerebrali in modo ben preciso (e questo spiega la sindrome dell'arto fantasma). Queste aree inoltre presentano complicati rapporti di dipendenza e interrelazione, con mutue attivazioni e cooperazioni, fatte di sinapsi ad efficienza variabile e selezione alternata di network interni al sistema nervoso centrale.

Dopo questo doveroso excursus sulla complessità del nostro sistema nervoso centrale, mi preme sottolineare come la figura del Ventriloquo sia straordinariamente esplicativa di parte del concetto di Neuromatrice.
Il Ventriloquo al giorno d'oggi, come ben sapete, è un artista in grado di emettere una o più voci senza muovere i muscoli oro-facciali, grazie alla capacità di sostituire tutte le consonanti che richiedono il movimento buccale con suoni estremamente simili, ma che non richiedono il ricorso alla muscolatura fonetica del viso. Il ventriloquo riesce così a far sembrare allo spettatore che la voce percepita provenga direttamente dalla bocca dell'immancabile pupazzo che lo accompagna. Ma nei remoti tempi passati il ventriloquismo è stato ripetutamente utilizzato per produrre niente meno che le profezie degli Oracoli e in tal modo per condizionare subdolamente le masse.
Fino a pochi anni fa, in ambito di Neuroscienze si riteneva che ciascuno dei cinque sensi - vista, udito, olfatto, tatto e gusto - fosse governato da una corrispondente e ben precisa regione cerebrale. Si riteneva, inoltre, che ciascuna di queste aree sensoriali elaborasse l'informazione ricevuta in modo indipendente e autonomo, per poi inviarla alla corteccia, che solamente alla fine elaborava e integrava gli stimoli neuronali complessivi. Ora invece si è scoperto che nel collicolo inferiore, zona ancestrale del nostro arcano cervello, vi è una piccola parte che contribuisce a processare ed elaborare sia i suoni provenienti dalle orecchie che gli stimoli visivi che giungono dagli occhi. Ciò significa che le informazioni uditive e visive vengono integrate fra loro in una fase precoce della trasmissione neuronale, ben prima che entri in gioco la cosiddetta "parte pensante" del cervello rappresentata dalla corteccia. Questa scoperta spiega perché vedendo il pupazzo del ventriloquo si ha l'illusione che sia lui a parlare, tutto questo deriva non solamente dall'abilità del ventriloquo, ma anche dalla costituzione intrinseca del nostro sistema nervoso centrale!
Anche il cinema è in fondo un ventriloquo, in quanto tutti noi vedendo un film abbiamo inconsciamente l'illusione che le voci udite provengano veramente dalle bocche degli attori visti sullo schermo...e non ci passa neanche per l'anticamera del cervello che i dialoghi siano in realtà derivanti da grosse casse stereo situate ai lati dello schermo e innestate saldamente sulle pareti della sala cinematografica.
Tuttora incredibilmente poco sfruttata la figura del ventriloquo al cinema, io d'acchito ricordo praticamente solo "The Unholy Tree" del maestro Tod Browning e "Magic" con uno schizzato Anthony Hopkins. Voi? 
i chiamano Ultra-Fast Outflows (UFO), e vengono espulsi dal cuore di molte galassie con nucleo attivo. Un team di astronomi, guidato dagli italiani Francesco Tombesi della NASA e Massimo Cappi dell’INAF, ne ha misurato le proprietà con il satellite XMM dell’ESA.
È da un giovane ricercatore della NASA ma originario di Recanati, il ventinovenne Francesco Tombesi, che arriva l’ultima importante scoperta in campo astrofisico. Ed è una scoperta che ci porta lontano, dritti nel cuore delle galassie. Già, perché se Giacomo Leopardi, il suo celebre concittadino, al di là della siepe è riuscito a immaginare l’infinito, spingendo il suo sguardo fin nei pressi dei buchi neri più massicci Tombesi ha intravisto gli UFO. Acronimo, chiariamolo subito per non creare equivoci, che non sta per “oggetti volanti non identificati”, bensì per un fenomeno astrofisico che, grazie alle osservazioni del telescopio spaziale X dell’ESA XMM-Newton, Tombesi e collaboratori sono riusciti di recente a identificare: gli Ultra Fast Outflows, flussi di materia ultra-veloci espulsi, a centinaia di milioni di chilometri all’ora, dal cuore delle galassie con nucleo attivo.
Una galassia con nucleo attivo (AGN, Active Galactic Nucleus) è una galassia nel cui cuore risiede un buco nero supermassiccio in piena attività, avvolto in un disco di accrescimento di cui si nutre. In anni recenti, gli astronomi hanno notato che più il numero e la velocità delle stelle presenti nel rigonfiamento centrale di queste galassie è elevato, più i buchi neri in esse ospitati sono massicci. Come se esistesse qualche processo di feedback che li collega, un meccanismo di rimescolamento della materia che abbia origine nel disco di accrescimento che alimenta il buco nero per poi propagarsi all’intera galassia.
Rappresentazione artistica di una galassia che sta rilasciando materiale, sia
attraverso due getti relativistici fortemente collimati (in rosso e arancio), sia
attraverso gli UFO (in grigio e blu), flussi ultra-veloci con un’apertura angolare
maggiore. Crediti: ESA/AOES Medialab.
Ma quale meccanismo? Nessuno fra i fenomeni conosciuti, compresi i getti relativistici altamente collimati (jets) emessi dal buco nero, sembrava avere la potenza necessaria. Fino, appunto, alla scoperta degli UFO da parte del team internazionale di astronomi guidato da Tombesi. Scoperta che li ha portati a pubblicare, dal 2010 a oggi, una serie di articoli sulle maggiori riviste scientifiche di settore, da Astronomy & Astrophysics (nel 2010) a The Astrophysical Journal (nel 2011), fino allo studio più recente, in uscita su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society. «Il nostro lavoro è consistito nell’analisi spettrale in raggi X di osservazioni di un campione completo di 42 galassie con nucleo attivo effettuate con il satellite europeo XMM-Newton», spiega Tombesi. «Attraverso lo studio di righe in assorbimento del ferro altamente ionizzato, siamo riusciti ad individuare grandi quantità di materiale che viene espulso a velocità altissime, di circa il 10 percento della luce, dal disco di accrescimento intorno ai buchi neri supermassicci nel centro di queste galassie. Data la loro estrema velocità, questi getti sono stati chiamati in inglese Ultra-Fast Outflows (UFOs). La quantità di materiale espulsa è comparabile a quella effettivamente accresciuta dal buco nero, e questi UFOs sono abbastanza potenti da poter avere effetti su grandi scale all’interno della galassia ospite e di influenzarne anche l’evoluzione».
Mistero risolto, dunque? Solo in parte. La fisica all’origine di queste fontane di particelle è infatti terreno ancora inesplorato. «In effetti, la cosa sorprendente – e che vorremmo ancora capire – è come e perché questi buchi neri riescano ad espellere questi enormi flussi di materia, anche oltre una massa pari a quella del sole all’anno, e ad altissima velocità», dice Massimo Cappi, ricercatore dell’Istituto Nazionale di Astrofisica presso lo IASF Bologna e co-autore, insieme a Tombesi, della scoperta degli UFO. «Grazie agli ultimi risultati, pensiamo che questo fenomeno sia fondamentale non solo per capire come funzionano i buchi neri, ma anche per comprendere la formazione ed evoluzione delle galassie che li ospitano. E se la missione Athena, progetto internazionale per un grande osservatorio spaziale per astronomia X da lanciare nel prossimo decennio, verrà approvata da ESA, lo studio degli UFOs diventerà sicuramente pane per i suoi denti».

PONTI TRA UNIVERSI




Come limite dell'ergosfera del buco nero di Kerr, l'orizzonte degli eventi di un buco nero rotante è più lontano dal centro del buco all'altezza dell'equatore e non è affatto rigonfio ai poli. Ciò implica la geometria dello spazio-tempo attorno al buco nero di Kerr e contribuisce a spiegare perché i matematici impiegano così tanto a risolvere le equazioni del caso: la variante di Reissner-Nordstrom tratta di buchi neri a simmetria sferica (uguali in tutte le direzioni), il che rende, il più delle volte, le equazioni più semplici da risolvere. Una volta che, nel 1963, Kerr scoprì come calcolare gli effetti della rotazione, fu relativamente semplice aggiungere gli effetti della carica elettrica. E' ciò che fecero nel 1965, all'Università di Pittsburgh, Ezra Newman e i suoi colleghi; la loro soluzione alle equazioni di Einstein, chiamata soluzione di Kerr-Newman, descrive lo spazio-tempo attorno a un buco nero rotante ed elettricamente carico.

Consideriamo la soluzione di Kerr-Newman: ponendo la carica uguale a zero, si ottiene la descrizione matematica di Kerr di un buco nero rotante; ponendo invece la rotazione uguale a zero ne consegue la soluzione di Reissner-Nordstrom per un buco nero carico; se si pongono sia la carica che la rotazione uguali a zero si ottiene la soluzione di schwarzchild per un buco nero non rotante e senza carica. La soluzione di Kerr-Newman delle equazioni di Einstein comprende tutte le proprietà che può avere un buco nero: massa, carica e rotazione. In accordo con il teorema "senza peli", è questa la soluzione finale delle equazioni, almeno per quanto riguarda i buchi neri. Ma poiché non c'è alcuna ragione per pensare che i buchi neri in rotazione o senza rotazione abbiano realmente carica, non aggiungerò nient'altro riguardo alla soluzione di Kerr-Newman e concentrerò la mia attenzione sulle interessanti possibilità offerte dalla sola aggiunta della rotazione a un buco nero massivo.
Innanzi tutto consideriamo la singolarità anulare; supponiamo che essa sia sufficientemente ampia e che il buco nero sia abbastanza massivo perché l'astronauta non venga fatto a pezzi da forze di marea. E' in questo caso possibile entrare in un buco nero di Kerr lungo uno dei suoi poli e attraverso l'anello formato dalla singolarità! Se ciò si facesse realmente, si entrerebbe in un mondo "capovolto". Le equazioni ci dicono che non appena oltrepassato l'anello, si penetra in una regione dello spazio-tempo in cui il prodotto della distanza dal centro dell'anello stesso per la forza di gravità è negativo. Questo potrebbe significare che la gravità si comporta in modo perfettamente normale, ma che si è arrivati in una regione di spazio negativo, in cui è possibile, ad esempio, misurare "-10 Km" dal centro del buco. Gli stessi relativisti non accettano di buon grado questa possibilità e quindi interpretano di solito il risultato negativo come una inversione della gravità; passando attraverso l'anello la forza gravitazionale attrattiva si trasformerebbe in forza repulsiva. In questa regione dello spazio-tempo, il buco nero è dotato di una gravità che allontana da sé sia la materia che la luce; esso si comporta come un buco bianco.
Non è affatto semplice accogliere questa teoria; tra l'altro le equazioni che descrivono l'universo ad antigravità hanno conseguenze ancora più estreme. Un'astronauta che penetri attraverso l'anello e che rimanga poi nei suoi pressi, girando attorno al centro del buco nero in un orbita opportuna viaggerebbe indietro nel tempo. Nella fisica convenzionale ci si salva in extremis sostenendo che pur cosi facendo - ripassando attraverso l'anello per uscire dal buco nero in rotazione - non si potrebbe tuttavia tornare indietro nella stessa regione di spazio-tempo da cui si è partiti. Analogamente all'orizzonte degli eventi del buco nero di Reissner-Nordstrom, l'orizzonte del buco nero di Kerr permette viaggi di sola andata e conduce in un altro universo. In un certo senso potrebbe arrivare "prima" di essere partiti dall'universo originario, ma non esisterebbe di fatto alcun sistema per comunicare con il luogo di partenza, ovvero per poter trasmettere a se stessi un messaggio prima di iniziare il viaggio.
Ciò nonostante, come si può immaginare un buco nero dotato di carica così forte da far si che l'orizzonte degli eventi interno si accresca e sorpassi l'orizzonte esterno, lasciando esposta la singolarità in esso contenuta, così un buco nero di Kerr che ruoti con sufficiente rapidità distruggerà i suoi orizzonti degli eventi, lasciando visibile la singolarità nuda. Ma questa singolarità, al contrario di quella del buco nero di Reissner-Nordstrom, manterrà la sua forma ad anello. Non solo sarebbe possibile viaggiarci attraverso, ma anche guardarci dentro da lontano, per mezzo di potenti telescopi. E se si attraversasse l'anello sbucando nella regione a tempo negativo, non esisterebbero più orizzonti a una sola via che potrebbero impedire di ritornare da dove si è partiti. Il diagramma di Penrose che rappresenta questa situazione è molto semplice. Esso consiste di un universo negativo e di uno positivo, separati da una singolarità anulare attraverso cui può passare qualunque corpo, che quindi può viaggiare da un universo all'altro. Teoricamente sarebbe possibile avvicinarsi alla singolarità da un punto qualunque dello spazio e del tempo di uno dei due universi, orbitare in modo opportuno attorno alla singolarità e ritornare esattamente nello stesso luogo da cui si è partiti, ma in un momento nel tempo anteriore alla partenza. Se esiste questa singolarità nuda di Kerr in qualche parte dell'universo, allora per voi è teoricamente possibile, se solo riusciste a scoprire il percorso giusto, partire da dove siete seduti ora e andare in un luogo qualunque dell'Universo in un'epoca qualsiasi da voi scelta (passata, presente o futura). Anche in questo caso non sarebbe necessario viaggiare più veloci della luce.
Naturalmente durante il viaggio si potrebbe morire di vecchiaia, ma non è questo che ci interessa. Le equazioni della relatività generale, la migliore descrizione dello spazio-tempo disponibile, permettono esplicitamente di viaggiare nel tempo. Non bisogna stupirsi se la maggior parte dei fisici invoca disperatamente la legge della censura cosmica e si preoccupa moltissimo del fatto che non esista nessuna prova che dimostri che la natura obbedisca ad essa; ma almeno essi si possono consolare con il fatto che sarebbe estremamente difficile far ruotare un buco nero abbastanza rapidamente da far sì che il suo momento angolare dissolva l'orizzonte degli eventi. Singolarità nude di questo genere sarebbero soluzioni inattuabili delle equazioni di Einstein, anche se, in senso stretto, non sono impossibili.
Lasciamo ora da parte le bizzarre proprietà della singolarità anulare ed esaminiamo di nuovo la mappa spazio-temporale di un buco nero di Kerr.
A parte questo "ammorbidimento" della singolarità che permette al viaggiatore di attraversare l'anello e di tornare indietro, la mappa spazio-temporale della geometria di Kerr è proprio come la topologia delle bambole di carta della geometria di Reissner-nordstrom. Trascurando la regione a tempo negativo.
In fin dei conti sembrerebbe che questi buchi neri rotanti fornissero connessioni iperspaziali con altre regioni dello spazio-tempo (ovvero altri universi). Negli anni '70, tuttavia, nuovi calcoli suggerirono che nell'Universo reale potenti effetti gravitazionali associati alle singolarità e agli orizzonti degli eventi avrebbero troncato queste connessioni iperspaziali prima che qualsiasi cosa le potesse attraversare: sembrava che i cunicoli sarebbero potuti esistere solo in un universo vuoto.

BUCHI NERI NEL MARE

Sono impossibili da vedere, ma gli astronomi sono sicuri della loro esistenza. I buchi neri sono delle regioni dello spazio-tempo con un campo gravitazionale così forte, che risucchia tutto quello che vi sta intorno e nulla riesce a sfuggire, nemmeno la luce.

Ora, gli scienziati credono di aver trovato caratteristiche simili a quelle dei buchi neri spaziali, sulla Terra, precisamente nell’Oceano Atlantico meridionale.
Secondo i ricercatori dell’ETH di Zurigo e l’Università di Miami, alcuni dei più grandi vortici oceanici, in quella regione, sono matematicamente equivalenti ai misteriosi buchi neri dello spazio. Ciò vuol dire che quello che succede per la luce nello spazio, succede anche per l’acqua. Questi vortici oceanici sono così enormi che nulla, in prossimità, sfugge loro. È riferito che il loro numero è in aumento nell’Oceano Antartico, incrementando il trasporto di acqua calda e salata in direzione nord. Gli scienziati ritengono che questi vortici oceanici potrebbero moderare l’impatto negativo della fusione del ghiaccio marino sul clima. Ma fino ad ora, non sono stati in grado di quantificare questo impatto, dal momento che i confini esatti di questi corpi idrici vorticosi sono stati sempre un mistero.
George Haller, docente di dinamica non lineare, presso il Politecnico di Zurigo, e Francisco Beron-Vera, professore e ricercatore di oceanografia, presso l’Università di Miami, ritengono di aver risolto ormai questo enigma. Utilizzando modelli matematici, i ricercatori hanno isolato i vortici d’acqua, attraverso una sequenza di osservazioni satellitari. Con loro grande sorpresa, questi vortici si sono rivelati matematicamente uguali ai buchi neri; gli scienziati hanno scoperto che, intorno ad alcuni vortici, vi sono barriere simili alle sfere di fotoni, delineate dalla teoria di relatività di Einstein. In queste regioni sferiche, le particelle fluide si muovono in circuiti chiusi, come avviene per la luce in una sfera di fotone. E come in un buco nero, nulla può fuoriuscire dall’interno del circuito, nemmeno l’acqua. I ricercatori hanno identificato sette Anelli di Agulhas con le caratteristiche dei buchi neri, che hanno trasportato la stessa massa d’acqua senza perdite per quasi un anno.
 NA e Ipercomunicazione

Testi ed immagini compilati e supervisionati da Marco Stefanelli


Le recenti ricerche hanno dimostrato che il DNA e le nostre cellule sono in diretta comunicazione con le emozioni che proviamo rispetto alle nostre esperienze di vita e all'atteggiamento che abbiamo verso di esse. Per ogni emozione, il corpo fisico crea una risposta chimica corrispondente attraverso il rilascio di ormoni e neurotrasmettitori che affermano la vita, come il DHEA (deidroepiandrosterone), o che la negano, come il cortisolo.

In questo modo sperimentiamo una chimica dell´amore o dell'odio. Sappiamo che la gioia e la gratitudine hanno un influsso positivo sul nostro organismo e ci fanno sentire pieni di energia e leggerezza, mentre la rabbia e la paura ci fanno l'effetto opposto. Alcune tradizioni olistiche arrivano addirittura ad affermare che malattie come il cancro sono espressione di rabbia, rancore e complessi di colpa irrisolti che emergono dalle parti del corpo in cui sono stati immagazzinati anni prima o persino in vite precedenti. Ha senso quindi trovare un modo per trasformare ciò che ci ha ferito in una nuova esperienza capace di aiutarci.

Una interessante ricerca, sul ruolo del DNA in generale, proviene dai ricercatori Grazyna Fosar e Franz Bludorf, autori del libro "Vernetz Intelligence" . Questa si ricollega in qualche modo al pensiero esoterico e alle tradizioni dei "maestri spirituali", secondo cui il nostro corpo può essere programmato o ri-programmato dal linguaggio, dalle parole (Logos) e dunque dal pensiero. Essi sostengono di poterlo provare scientificamente e che si potrebbe affermare una scienza completamente nuova, capace di ri-programmare il DNA con le sole parole, senza dover prelevare, modificare e reintrodurre singoli geni. Per arrivare a questa affascinante conclusione, i due si sono messi ad esplorare proprio il "junk DNA", assieme a linguisti e genetisti, partendo dall´idea che tutto il DNA umano, oltre ad essere responsabile della struttura del nostro corpo, servirebbe anche come elemento di comunicazione o iper-comunicazione, l´iper-comunicazione è uno scambio di dati a livello di DNA mediante il codice genetico.

Dato che tale codice possiede una struttura che è alla base di tutte le lingue umane, vengono naturalmente trasportate anche informazioni superiori capaci di emergere alla coscienza umana dove verranno interpretate. Per dimostrare questa teoria, hanno applicato le regole sintattiche (il modo di mettere insieme le parole per formare le frasi), semantiche (lo studio del significato delle parole) e le regole base della grammatica allo studio del DNA, che secondo loro agirebbe proprio come un linguaggio. Questo, secondo i ricercatori, spiegherebbe il misterioso insorgere del Logos e della coscienza nell´essere umano.

Il biofisico e biologo molecolare Pjotr Garjajev, membro dell´Accademia russa delle scienze e dell´Accademia delle scienze di New York, ed i suoi colleghi hanno invece analizzato le qualità vibrazionali del DNA, ovvero le sue frequenze. E sostengono che la sostanza del DNA (se considerata nel tessuto vivo) reagisce alle onde elettromagnetiche, sia luminose che radio, se vengono utilizzate quelle giuste. Questo spiegherebbe perché per il nostro DNA reagire alle frequenze (onde sonore) del linguaggio sarebbe perfettamente naturale.

I ricercatori del gruppo di Mosca sostengono inoltre di aver creato delle tecniche per influenzare il metabolismo delle cellule attraverso frequenze di luce e onde radio per riparare i difetti genetici senza interventi invasivi. Arrivando persino a riprogrammare le cellule e trasformare, per esempio, embrioni di rana in embrioni di salamandra.
I ricercatori russi dicono anche di aver scoperto che il nostro DNA può creare delle interferenze nel vuoto, arrivando a produrre dei “tunnel spaziali”, equivalenti nel mondo del micro ai cosiddetti "ponti Einstein-Rosen" del mondo del macro.

I ponti di Einstein-Rosen, si chiamano così perché furono teorizzati da Einstein quando lavorava a Princeton con Nathan Rosen negli anni '30. I due scoprirono che le equazioni della relatività proposte dal fisico tedesco Karl Schwarzschild rappresentavano i buchi neri come in un ponte tra due regioni dello spazio-tempo, ovvero un collegamento tra aree distanti nell'universo, attraverso i quali si può trasmettere, in teoria, al di fuori del continuum spazio-temporale, perfino da un Universo ad un altro.



Scoperte russe su DNA e ipercomunicazione (1)

compilato da Marco Stefanelli


Scoperte russe su DNA

Saggi vedici, guru e maestri spirituali sanno da migliaia di anni che il nostro corpo è programmabile col linguaggio, le parole e il pensiero. Tutto questo adesso è stato provato scientificamente in laboratorio e spiegato da vari ricercatori.
Il DNA umano agisce come una versione biologica di Internet ma è superiore a quello artificiale in molti modi. La ricerca russa più recente spiega direttamente o indirettamente i fenomeni come chiaroveggenza, intuizione, guarigioni spontanee e remote, tecniche di affermazione, auree e luci inusuali attorno alle persone (maestri spirituali), l'influenza della mente sui modelli temporali e molto altro. In aggiunta, ci sono evidenze per un nuovo tipo di medicina in cui il DNA può essere influenzato e riprogrammato con parole e frequenze, senza sezionare e sostituire i singoli geni.


Le sequenze di DNA "scarto" sembrano linguaggio parlato

Solo il 10% del nostro DNA è utilizzato per costruire proteine. E' questa la parte del DNA di cui si interessano i ricercatori occidentali, è stata esaminata e catalogata. Il restante 90% della molecola è considerata "scarto".
I ricercatori russi, invece, sono convinti che la Natura non sia così sciocca. Hanno messo insieme linguisti e genetisti in una avventura per esplorare questo 90% di DNA "scarto". I loro risultati, scoperte e conclusioni sono semplicemente rivoluzionari!
In base alle loro scoperte, il DNA umano non è solo responsabile della costruzione del nostro corpo, ma è anche un mezzo di immagazzinamento di dati e informazioni.
I linguisti russi hanno rilevato che il codice genetico, specialmente nel 90% "scarto", segue le regole del nostro linguaggio umano. Hanno confrontato le regole della sintassi (il modo in cui le parole sono messe assieme per formare frasi), semantica (lo studio del significato delle parole) e le regole di base della grammatica ed hanno scoperto che gli alcalini del nostro DNA seguono la normale "grammatica" e con le stesse regole del nostro linguaggio. D'altronde, i linguaggi umani non sono apparsi per coincidenza, ma come riflesso dei modelli ereditari nel nostro DNA.


Il DNA può essere modificato da modelli sonori e dal linguaggio parlato

Il biofisico e biologo molecolare russo Pjotr Garjajev ed i suoi colleghi hanno anche esplorato il comportamento vibrazionale del DNA. In sintesi, il concetto di fondo è stato: "I cromosomi vivi funzionano come un computer olografico, usando radiazioni laser endogene nel DNA". Hanno provato, ad esempio, a modulare certi modelli di frequenze (suono) in un raggio tipo laser, che ha influenzato la frequenza del DNA e questo ha modificato da solo l'informazione genetica.
Premesso che la struttura base del DNA e il linguaggio sono simili, non è necessaria alcuna decodifica del DNA. Si possono usare semplicemente parole e frasi del linguaggio umano!
Questo è stato provato scientificamente. La sostanza viva del DNA (nel tessuto vivo, non in vitro) reagisce ai raggi laser modulati dal linguaggio e anche dalle onde radio, se viene usata un'appropriata frequenza (suono).
Tutto questo spiega scientificamente perché affermazioni, ipnosi e simili possano avere un effetto tanto potente sugli esseri umani e i loro corpi. E' completamente normale e naturale per il nostro DNA reagire al linguaggio.


I modelli del DNA possono essere trasmessi ad altri organismi

Mentre i ricercatori occidentali estraggono un singolo gene dal DNA e lo inseriscono da qualche altra parte, i russi hanno creato un dispositivo che influenza il metabolismo cellulare attraverso frequenze radio e luminose, riparando anche difetti genetici. Inoltre hanno catturato i modelli informativi da una particolare molecola di DNA e li hanno trasmessi ad un'altra. Le cellule sono state così riprogrammate con un genoma diverso.
Hanno trasformato con successo, per esempio, embrioni di rana in embrioni di salamandra semplicemente trasmettendo il modello di informazione del DNA. Tutte le informazioni necessarie per creare una salamandra sono state trasmesse in una rana senza effetti collaterali o disarmonie come quelle causate dall'asportare e reintrodurre singoli geni dal DNA.

Questo metodo rappresenta una affascinante rivoluzione che potrebbe cambiare il mondo: semplicemente applicando una vibrazione (frequenze sonore) e il linguaggio, otteniamo un effetto di clonazione senza usare l'arcaica procedura del "taglia e incolla".

Questo esperimento punta all'immenso potere della genetica ondulatoria, che ovviamente ha un'enorme influenza sulla formazione degli organismi e sui processi biochimici delle sequenze alcaline.
I maestri esoterici e spirituali sapevano da secoli che il nostro corpo è programmabile dal linguaggio, dalle parole e dal pensiero. Ora è scientificamente provato e spiegato. La frequenza però deve essere quella giusta e questo è il motivo per cui non tutti hanno uguale successo o possono sfruttare effetti della coscienza con lo stesso livello di forza. Ogni individuo deve lavorare sui suoi processi interiori e di sviluppo per poter stabilire una comunicazione cosciente col DNA. Più è sviluppata ed elevata la coscienza dell'individuo, meno è necessario l'utilizzo di dispositivi artificiali ed ognuno può raggiungere più facilmente da solo i risultati.


Iper-comunicazione ed energia del "Vacuum"

Gli scienziati russi hanno scoperto che il DNA può creare modelli invisibili e strutturati nell'energia del vuoto nello spazio, questo crea i cosiddetti wormholes magnetici (buchi di verme) a cui si riferiscono gli studi di Garjajev e Poponin sul fenomeno da loro chiamato "Effetto DNA Fantasma". I wormholes sono l'equivalente dei cosiddetti ponti Einstein-Rosen nelle vicinanze dei buchi neri che si manifestano dopo la "morte" delle stelle. Questi sono tunnel di comunicazione tra diverse aree dell'universo, tramite i quali l'informazione può essere trasmessa fuori da spazio e tempo.
Il DNA attrae bit di informazione e li passa alla nostra coscienza. Questo processo di iper-comunicazione (telepatia, channeling, ecc.) è più efficiente in stato di rilassamento nel cosiddetto stato alpha. Lo stress, le preoccupazioni o l'iperattività intellettuale blocca il successo dell'iper-comunicazione o comunque le informazioni ricevute vengono totalmente distorte, diventando inutili.

In Natura l'iper-comunicazione viene applicata con successo da milioni di anni. La vita organizzata degli insetti lo prova pienamente. L'uomo moderno la conosce solo al suo livello più basso come "intuizione". Possiamo però riacquistarla pienamente. Ci si riferisce qui agli studi dei "campi morfogenetici" come documentati per primo dal Dr. Rupert Sheldrake. Un esempio in Natura lo si ha quando l'ape regina viene separata dalla colonia, le restanti api operaie continuano a costruire seguendo il piano prestabilito. Se la regina però viene uccisa, tutto il lavoro della colonia si ferma. Nessuna ape sa cosa fare. Sembra che la regina trasmetta i "piani di costruzione" indipendentemente da spazio e tempo, attraverso la coscienza di gruppo. L'importante è che sia viva.
Negli umani l'iper-comunicazione si osserva quando una persona ottiene all'improvviso un'informazione che è fuori dalle sue conoscenze di base come documentato nel libro "L'intelligenza in rete nascosta nel DNA" di Grazyna Fosar e Franz Bludorf(2). Questa iper-comunicazione viene considerata come una ispirazione o una intuizione, come avviene per esempio durante la canalizzazione in stato di ipnosi e di trance.

Negli umani, spesso si ha un fenomeno di iper-comunicazione quando improvvisamente si ha accesso ad informazioni al di fuori della propria conoscenza personale. Questa iper-comunicazione transpersonale viene descritta come ispirazione, intuizione o trance. Lo psicologo Carl Jung definiva queste esperienze come "sincronicità" e per spiegarle faceva ricorso alla sua teoria dell' "inconscio collettivo".
Il compositore italiano Giuseppe Tartini, sognò una notte che il demonio sedeva al suo fianco, suonando il violino. La mattina dopo Tartini fu capace di appuntarsi il brano esatto presente nei suoi ricordi. Lo intitolò La Sonata del Trillo del Diavolo.
Per anni, un infermiere di 42 anni ha sognato una situazione in cui era connesso ad una specie di CD-ROM colmo di informazioni. Informazioni verificabili di ogni tipo immaginabile gli vennero trasmesse e fu capace di ricordarsene al mattino. Si trattava di un fiume di informazioni pari a quelle di una intera enciclopedia. La maggioranza di queste erano fuori dalla sua cultura di base e raggiungevano un dettaglio tecnico di cui non sapeva assolutamente nulla.

Esistono moltri altri esempi. Il grande matematico Srinivasa Ramanujan espose formule matematiche a fine '800 così avanzate che vengono ancora usate nella fisica iper-dimensionale. Quando gli venne chiesto come ci riuscì, disse che semplicemente che le ricevette dalla "Dea Namakkal" nei suoi sogni.
Diversi bambini prodigio sembrano seguire questa linea, sviluppando incredibili abilità fin da giovanissimi. Questo tipo di fenomeni non sono stati ancora adeguatamente spiegati, come persone con problemi cognitivi mostrano incredibili talenti. Nel film "Rain Man" di Dustin Hoffman si parla proprio di questo.

Tutti questi casi di iper-comunicazione, secondo i ricercatori russi si possono spiegare attraverso l'esistenza di ponti energetici, che si formano a livello del DNA, dei veri e propri buchi neri genetici, che trasmettono e ricevono mediante le onde elettromagnetiche prodotte dalla coscienza, sia in forma di pensieri che di parole. D'altronde, l'idea che la coscienza e il pensiero influiscano sulla materia non è poi così bizzarra. Che i nostri corpi producano delle aure elettromagnetiche è risaputo, sono state anche misurate. L'armonia del corpo su un piano strettamente fisico è armonia elettro-chimico-magnetica.

L'antica filosofia cinese taoista fonda i suoi principi sull'esistenza di un'energia chiamata Chi, la quale è formata da due componenti: Yang (energia, +) e Yin (materia, -), l'una non può esistere senza l'altra. Tutto l'esistente è dato dalle interazioni di Yin e Yang. In fisica vige la definizione di energia data da Einstein con la celebre formula della relatività: E=mc2 (Energia=massa per velocità della luce al quadrato). La formula indica chiaramente come materia ed energia siano strettamente connesse, se non persino due aspetti della stessa realtà. Tutto ciò che esiste è formato da materia (massa) ed energia. Anche l'uomo. Ogni cosa differisce da un'altra perché il suo insieme particolare è diverso; ogni cosa è diversa perché particolari e differenti sono le masse e le energie che la compongono.

La teoria della relatività di Einstein ha dimostrato che la materia è una forma di energia. La meccanica quantistica, che studia gli atomi e le particelle che compongono la materia, in seguito ne ha evidenziato la natura ondulatoria. Generalmente immaginiamo queste particelle (protoni, elettroni e così via) come piccolissime sfere, ma in realtà esse hanno proprietà paradossali. Hanno caratteristiche vibratorie, ondulatorie, cioè in pratica sono oscillazioni nello spazio, non molto diverse dalla luce e dai campi elettromagnetici. Il fisico e chimico dell'Ottocento, Michael Faraday, che aveva intuito il concetto di "campo" in fisica, disse: "Nell'universo esistono solo campi matematici di forza". Se prendiamo una bussola, vediamo che l'ago si rivolge verso Nord, perché è immerso nel campo magnetico terrestre. Le onde radio, Tv o dei telefoni cellulari sono dei campi, in questo caso elettromagnetici, che si propagano alla velocità della luce. Un campo fisico ancora più comune è quello della gravità: un sasso lasciato a mezz'aria cade a terra poiché siamo immersi nel campo gravitazionale terrestre. Le particelle sub-atomiche non sono sfere o corpuscoli ma piuttosto dei "campi fisici", qualcosa di più "immateriale" rispetto a quello che abitualmente immaginiamo. A questi livelli l'energia implicita nella materia si manifesta in una forma più pura, più sottile, come un codice o un'informazione. Il concetto di informazione però implica il concetto di mente e di consapevolezza, e poiché noi siamo esseri coscienti dotati di mente che vivono nell'universo materiale, dobbiamo essere connessi in qualche modo con questi campi fisici fondamentali.

(1) Dati e informazioni parzialmente tratti da Vernetzte Intelligenz - von Grazyna Fosar und Franz Bludorf / L'intelligenza in rete nascosta nel DNA - Il legame genetico che ci mette in comunicazione con tutto l'Universo, di Grazyna Fosar e Franz Bludorf, Macroedizioni, 2006.

(2) Von Grazyna Fosar und Franz Bludorf - www.fosar-bludorf.com

XNA e Ipercomunicazione

compilato da Marco Stefanelli
Fonte: SubLimen.com



Le recenti ricerche hanno dimostrato che il DNA e le nostre cellule sono in diretta comunicazione con le emozioni che proviamo rispetto alle nostre esperienze di vita e all´atteggiamento che abbiamo verso di esse. Per ogni emozione, il corpo fisico crea una risposta chimica corrispondente attraverso il rilascio di ormoni e neurotrasmettitori che affermano la vita, come il DHEA (deidroepiandrosterone), o che la negano, come il cortisolo. In questo modo sperimentiamo una chimica dell´amore o dell´odio. Sappiamo che la gioia e la gratitudine hanno un influsso positivo sul nostro organismo e ci fanno sentire pieni di energia e leggerezza, mentre la rabbia e la paura ci fanno l´effetto opposto. Alcune tradizioni olistiche arrivano addirittura ad affermare che malattie come il cancro sono espressione di rabbia, rancore e complessi di colpa irrisolti che emergono dalle parti del corpo in cui sono stati immagazzinati anni prima o persino in vite precedenti. Ha senso quindi trovare un modo per trasformare ciò che ci ha ferito in una nuova esperienza capace di aiutarci.

Una interessante ricerca, sul ruolo del DNA in generale, proviene dai ricercatori Grazyna Fosar e Franz Bludorf, autori del libro "Vernetz Intelligence" . Questa si ricollega in qualche modo al pensiero esoterico e alle tradizioni dei "maestri spirituali", secondo cui il nostro corpo può essere programmato o ri-programmato dal linguaggio, dalle parole (Logos) e dunque dal pensiero. Essi sostengono di poterlo provare scientificamente e che si potrebbe affermare una scienza completamente nuova, capace di ri-programmare il DNA con le sole parole, senza dover prelevare, modificare e reintrodurre singoli geni. Per arrivare a questa affascinante conclusione, i due si sono messi ad esplorare proprio il "junk DNA", assieme a linguisti e genetisti, partendo dall´idea che tutto il DNA umano, oltre ad essere responsabile della struttura del nostro corpo, servirebbe anche come elemento di comunicazione o iper-comunicazione, l´iper-comunicazione è uno scambio di dati a livello di DNA mediante il codice genetico.

Dato che tale codice possiede una struttura che è alla base di tutte le lingue umane, vengono naturalmente trasportate anche informazioni superiori capaci di emergere alla coscienza umana dove verranno interpretate. Per dimostrare questa teoria, hanno applicato le regole sintattiche (il modo di mettere insieme le parole per formare le frasi), semantiche (lo studio del significato delle parole) e le regole base della grammatica allo studio del DNA, che secondo loro agirebbe proprio come un linguaggio. Questo, secondo i ricercatori, spiegherebbe il misterioso insorgere del Logos e della coscienza nell´essere umano.

Il biofisico e biologo molecolare Pjotr Garjajev, membro dell´Accademia russa delle scienze e dell´Accademia delle scienze di New York, ed i suoi colleghi hanno invece analizzato le qualità vibrazionali del DNA, ovvero le sue frequenze. E sostengono che la sostanza del DNA (se considerata nel tessuto vivo) reagisce alle onde elettromagnetiche, sia luminose che radio, se vengono utilizzate quelle giuste. Questo spiegherebbe perché per il nostro DNA reagire alle frequenze (onde sonore) del linguaggio sarebbe perfettamente naturale.

I ricercatori del gruppo di Mosca sostengono inoltre di aver creato delle tecniche per influenzare il metabolismo delle cellule attraverso frequenze di luce e onde radio per riparare i difetti genetici senza interventi invasivi. Arrivando persino a riprogrammare le cellule e trasformare, per esempio, embrioni di rana in embrioni di salamandra.
I ricercatori russi dicono anche di aver scoperto che il nostro DNA può creare delle interferenze nel vuoto, arrivando a produrre dei “tunnel spaziali”, equivalenti nel mondo del micro ai cosiddetti "ponti Einstein-Rosen" del mondo del macro.

I ponti di Einstein-Rosen, si chiamano così perché furono teorizzati da Einstein quando lavorava a Princeton con Nathan Rosen negli anni '30. I due scoprirono che le equazioni della relatività proposte dal fisico tedesco Karl Schwarzschild rappresentavano i buchi neri come in un ponte tra due regioni dello spazio-tempo, ovvero un collegamento tra aree distanti nell'universo, attraverso i quali si può trasmettere, in teoria, al di fuori del continuum spazio-temporale, perfino da un Universo ad un altro.



Scoperte russe su DNA e ipercomunicazione 

Scoperte russe su DNA

Saggi vedici, guru e maestri spirituali sanno da migliaia di anni che il nostro corpo è programmabile col linguaggio, le parole e il pensiero. Tutto questo adesso è stato provato scientificamente in laboratorio e spiegato da vari ricercatori.
Il DNA umano agisce come una versione biologica di Internet ma è superiore a quello artificiale in molti modi. La ricerca russa più recente spiega direttamente o indirettamente i fenomeni come chiaroveggenza, intuizione, guarigioni spontanee e remote, tecniche di affermazione, auree e luci inusuali attorno alle persone (maestri spirituali), l'influenza della mente sui modelli temporali e molto altro. In aggiunta, ci sono evidenze per un nuovo tipo di medicina in cui il DNA può essere influenzato e riprogrammato con parole e frequenze, senza sezionare e sostituire i singoli geni.


Le sequenze di DNA "scarto" sembrano linguaggio parlato

Solo il 10% del nostro DNA è utilizzato per costruire proteine. E' questa la parte del DNA di cui si interessano i ricercatori occidentali, è stata esaminata e catalogata. Il restante 90% della molecola è considerata "scarto".
I ricercatori russi, invece, sono convinti che la Natura non sia così sciocca. Hanno messo insieme linguisti e genetisti in una avventura per esplorare questo 90% di DNA "scarto". I loro risultati, scoperte e conclusioni sono semplicemente rivoluzionari!
In base alle loro scoperte, il DNA umano non è solo responsabile della costruzione del nostro corpo, ma è anche un mezzo di immagazzinamento di dati e informazioni.
I linguisti russi hanno rilevato che il codice genetico, specialmente nel 90% "scarto", segue le regole del nostro linguaggio umano. Hanno confrontato le regole della sintassi (il modo in cui le parole sono messe assieme per formare frasi), semantica (lo studio del significato delle parole) e le regole di base della grammatica ed hanno scoperto che gli alcalini del nostro DNA seguono la normale "grammatica" e con le stesse regole del nostro linguaggio. D'altronde, i linguaggi umani non sono apparsi per coincidenza, ma come riflesso dei modelli ereditari nel nostro DNA.


Il DNA può essere modificato da modelli sonori e dal linguaggio parlato

Il biofisico e biologo molecolare russo Pjotr Garjajev ed i suoi colleghi hanno anche esplorato il comportamento vibrazionale del DNA. In sintesi, il concetto di fondo è stato: "I cromosomi vivi funzionano come un computer olografico, usando radiazioni laser endogene nel DNA". Hanno provato, ad esempio, a modulare certi modelli di frequenze (suono) in un raggio tipo laser, che ha influenzato la frequenza del DNA e questo ha modificato da solo l'informazione genetica.
Premesso che la struttura base del DNA e il linguaggio sono simili, non è necessaria alcuna decodifica del DNA. Si possono usare semplicemente parole e frasi del linguaggio umano!
Questo è stato provato scientificamente. La sostanza viva del DNA (nel tessuto vivo, non in vitro) reagisce ai raggi laser modulati dal linguaggio e anche dalle onde radio, se viene usata un'appropriata frequenza (suono).
Tutto questo spiega scientificamente perché affermazioni, ipnosi e simili possano avere un effetto tanto potente sugli esseri umani e i loro corpi. E' completamente normale e naturale per il nostro DNA reagire al linguaggio.


I modelli del DNA possono essere trasmessi ad altri organismi

Mentre i ricercatori occidentali estraggono un singolo gene dal DNA e lo inseriscono da qualche altra parte, i russi hanno creato un dispositivo che influenza il metabolismo cellulare attraverso frequenze radio e luminose, riparando anche difetti genetici. Inoltre hanno catturato i modelli informativi da una particolare molecola di DNA e li hanno trasmessi ad un'altra. Le cellule sono state così riprogrammate con un genoma diverso.
Hanno trasformato con successo, per esempio, embrioni di rana in embrioni di salamandra semplicemente trasmettendo il modello di informazione del DNA. Tutte le informazioni necessarie per creare una salamandra sono state trasmesse in una rana senza effetti collaterali o disarmonie come quelle causate dall'asportare e reintrodurre singoli geni dal DNA.

Questo metodo rappresenta una affascinante rivoluzione che potrebbe cambiare il mondo: semplicemente applicando una vibrazione (frequenze sonore) e il linguaggio, otteniamo un effetto di clonazione senza usare l'arcaica procedura del "taglia e incolla".

Questo esperimento punta all'immenso potere della genetica ondulatoria, che ovviamente ha un'enorme influenza sulla formazione degli organismi e sui processi biochimici delle sequenze alcaline.
I maestri esoterici e spirituali sapevano da secoli che il nostro corpo è programmabile dal linguaggio, dalle parole e dal pensiero. Ora è scientificamente provato e spiegato. La frequenza però deve essere quella giusta e questo è il motivo per cui non tutti hanno uguale successo o possono sfruttare effetti della coscienza con lo stesso livello di forza. Ogni individuo deve lavorare sui suoi processi interiori e di sviluppo per poter stabilire una comunicazione cosciente col DNA. Più è sviluppata ed elevata la coscienza dell'individuo, meno è necessario l'utilizzo di dispositivi artificiali ed ognuno può raggiungere più facilmente da solo i risultati.


Iper-comunicazione ed energia del "Vacuum"

Gli scienziati russi hanno scoperto che il DNA può creare modelli invisibili e strutturati nell'energia del vuoto nello spazio, questo crea i cosiddetti wormholes magnetici (buchi di verme) a cui si riferiscono gli studi di Garjajev e Poponin sul fenomeno da loro chiamato "Effetto DNA Fantasma". I wormholes sono l'equivalente dei cosiddetti ponti Einstein-Rosen nelle vicinanze dei buchi neri che si manifestano dopo la "morte" delle stelle. Questi sono tunnel di comunicazione tra diverse aree dell'universo, tramite i quali l'informazione può essere trasmessa fuori da spazio e tempo.
Il DNA attrae bit di informazione e li passa alla nostra coscienza. Questo processo di iper-comunicazione (telepatia, channeling, ecc.) è più efficiente in stato di rilassamento nel cosiddetto stato alpha. Lo stress, le preoccupazioni o l'iperattività intellettuale blocca il successo dell'iper-comunicazione o comunque le informazioni ricevute vengono totalmente distorte, diventando inutili.

In Natura l'iper-comunicazione viene applicata con successo da milioni di anni. La vita organizzata degli insetti lo prova pienamente. L'uomo moderno la conosce solo al suo livello più basso come "intuizione". Possiamo però riacquistarla pienamente. Ci si riferisce qui agli studi dei "campi morfogenetici" come documentati per primo dal Dr. Rupert Sheldrake. Un esempio in Natura lo si ha quando l'ape regina viene separata dalla colonia, le restanti api operaie continuano a costruire seguendo il piano prestabilito. Se la regina però viene uccisa, tutto il lavoro della colonia si ferma. Nessuna ape sa cosa fare. Sembra che la regina trasmetta i "piani di costruzione" indipendentemente da spazio e tempo, attraverso la coscienza di gruppo. L'importante è che sia viva.
Negli umani l'iper-comunicazione si osserva quando una persona ottiene all'improvviso un'informazione che è fuori dalle sue conoscenze di base come documentato nel libro "L'intelligenza in rete nascosta nel DNA" di Grazyna Fosar e Franz Bludorf(2). Questa iper-comunicazione viene considerata come una ispirazione o una intuizione, come avviene per esempio durante la canalizzazione in stato di ipnosi e di trance.
Lo psicologo Carl Jung definiva queste esperienze come "sincronicità" e per spiegarle faceva ricorso alla sua teoria dell' "inconscio collettivo".
Il compositore italiano Giuseppe Tartini, sognò una notte che il demonio sedeva al suo fianco, suonando il violino. La mattina dopo Tartini fu capace di appuntarsi il brano esatto presente nei suoi ricordi. Lo intitolò La Sonata del Trillo del Diavolo.
Per anni, un infermiere di 42 anni ha sognato una situazione in cui era connesso ad una specie di CD-ROM colmo di informazioni. Informazioni verificabili di ogni tipo immaginabile gli vennero trasmesse e fu capace di ricordarsene al mattino. Si trattava di un fiume di informazioni pari a quelle di una intera enciclopedia. La maggioranza di queste erano fuori dalla sua cultura di base e raggiungevano un dettaglio tecnico di cui non sapeva assolutamente nulla.

Esistono moltri altri esempi. Il grande matematico Srinivasa Ramanujan espose formule matematiche a fine '800 così avanzate che vengono ancora usate nella fisica iper-dimensionale. Quando gli venne chiesto come ci riuscì, disse che semplicemente che le ricevette dalla "Dea Namakkal" nei suoi sogni.
Diversi bambini prodigio sembrano seguire questa linea, sviluppando incredibili abilità fin da giovanissimi. Questo tipo di fenomeni non sono stati ancora adeguatamente spiegati, come persone con problemi cognitivi mostrano incredibili talenti. Nel film "Rain Man" di Dustin Hoffman si parla proprio di questo.

Tutti questi casi di iper-comunicazione, secondo i ricercatori russi si possono spiegare attraverso l'esistenza di ponti energetici, che si formano a livello del DNA, dei veri e propri buchi neri genetici, che trasmettono e ricevono mediante le onde elettromagnetiche prodotte dalla coscienza, sia in forma di pensieri che di parole. D'altronde, l'idea che la coscienza e il pensiero influiscano sulla materia non è poi così bizzarra. Che i nostri corpi producano delle aure elettromagnetiche è risaputo, sono state anche misurate. L'armonia del corpo su un piano strettamente fisico è armonia elettro-chimico-magnetica.

L'antica filosofia cinese taoista fonda i suoi principi sull'esistenza di un'energia chiamata Chi, la quale è formata da due componenti: Yang (energia, +) e Yin (materia, -), l'una non può esistere senza l'altra. Tutto l'esistente è dato dalle interazioni di Yin e Yang. In fisica vige la definizione di energia data da Einstein con la celebre formula della relatività: E=mc2 (Energia=massa per velocità della luce al quadrato). La formula indica chiaramente come materia ed energia siano strettamente connesse, se non persino due aspetti della stessa realtà. Tutto ciò che esiste è formato da materia (massa) ed energia. Anche l'uomo. Ogni cosa differisce da un'altra perché il suo insieme particolare è diverso; ogni cosa è diversa perché particolari e differenti sono le masse e le energie che la compongono.

La teoria della relatività di Einstein ha dimostrato che la materia è una forma di energia. La meccanica quantistica, che studia gli atomi e le particelle che compongono la materia, in seguito ne ha evidenziato la natura ondulatoria. Generalmente immaginiamo queste particelle (protoni, elettroni e così via) come piccolissime sfere, ma in realtà esse hanno proprietà paradossali. Hanno caratteristiche vibratorie, ondulatorie, cioè in pratica sono oscillazioni nello spazio, non molto diverse dalla luce e dai campi elettromagnetici. Il fisico e chimico dell'Ottocento, Michael Faraday, che aveva intuito il concetto di "campo" in fisica, disse: "Nell'universo esistono solo campi matematici di forza". Se prendiamo una bussola, vediamo che l'ago si rivolge verso Nord, perché è immerso nel campo magnetico terrestre. Le onde radio, Tv o dei telefoni cellulari sono dei campi, in questo caso elettromagnetici, che si propagano alla velocità della luce. Un campo fisico ancora più comune è quello della gravità: un sasso lasciato a mezz'aria cade a terra poiché siamo immersi nel campo gravitazionale terrestre. Le particelle sub-atomiche non sono sfere o corpuscoli ma piuttosto dei "campi fisici", qualcosa di più "immateriale" rispetto a quello che abitualmente immaginiamo. A questi livelli l'energia implicita nella materia si manifesta in una forma più pura, più sottile, come un codice o un'informazione. Il concetto di informazione però implica il concetto di mente e di consapevolezza, e poiché noi siamo esseri coscienti dotati di mente che vivono nell'universo materiale, dobbiamo essere connessi in qualche modo con questi campi fisici fondamentali.

(1) Dati e informazioni parzialmente tratti da Vernetzte Intelligenz - von Grazyna Fosar und Franz Bludorf / L'intelligenza in rete nascosta nel DNA - Il legame genetico che ci mette in comunicazione con tutto l'Universo, di Grazyna Fosar e Franz Bludorf, Macroedizioni, 2006.

(2) Von Grazyna Fosar und Franz Bludorf - www.fosar-bludorf.com

L’articolo intero (in inglese) si può trovare sulla pagina http://www.fosar-bludorf.com/ (Kontext – Forum for Border Science). Su questa pagina è anche possibile contattare gli autori.




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