12/01/14

MILLE URAGANI


Il miele di manuka è considerato un miele medicinale in virtù di spiccate proprietà antibatteriche, dovute in particolare a un suo principio attivo chiamato metilgliossale (o MGO o methylglyoxal). 
Come tutti i cosiddetti prodotti dell'alveare (propoli, polline, pappa reale), ogni tipo di miele, quale più, quale meno, possiede caratteristiche benefiche. In particolare, ne è nota da sempre l'attività antibatterica. Nel miele infatti è contenuto un enzima secreto dalle api, la glucosio-ossidasi, che produce perossido d'idrogeno (più noto come acqua ossigenata), che ha azione disinfettante, ovvero germicida. Ma sicuramente anche altre delle tantissime sostanze presenti naturalmente nel miele, molte delle quali ancora poco note, sono corresponsabili dei suoi effetti "terapeutici" e rendono questo prodotto un vero e proprio cibo-medicina.
Tra le capacità più notevoli e studiate del miele c'è quella di curare le ferite. Una review di 22 ricerche scientifiche precedentemente condotte sul miele quale agente antibatterico topico per il trattamento delle ferite infette, pubblicata nel 2006 su International Journal of Lower Extremity Wounds, ha concluso che il miele accelera la risoluzione dell'infezione, protegge da eventuali ricadute e incrementa la velocità di cicatrizzazione, promuovendo la crescita di nuovo tessuto e la guarigione della ferita.
Esiste tuttavia un miele ancora più interessante degli altri sotto il profilo salutistico. E' il miele di manuka, raccolto dalla pianta omonima (Leptospermum scoparium), che cresce allo stato selvatico sotto forma di arbusto o piccolo albero in Nuova Zelanda e che è utilizzato fin dalla notte dei tempi dal popolo Maori come cibo e nel trattamento locale di ferite, ulcere, bruciature e scottature.
Il miele di manuka ha dimostrate proprietà “medicinali”. Al di là della semplice azione antisettica dovuta al perossido di idrogeno, questo miele neozelandese contiene ulteriori sostanze antibatteriche in quantità elevate. La sua accentuata attività antibiotica è dovuta all'azione combinata di un principio attivo chiamato metilgliossale (MGO, forse più noto anche in Italia con il suo nome inglesemethylglyoxal) e di altri, sinergici, ancora non perfettamente identificati. Nel miele di manuka non solo è molto alta la quantità di metilgliossale, ma la presenza delle sostanze sinergiche incrementa di oltre il doppio l'efficacia antisettica del metilgliossale.
Non tutto il miele di manuka presenta tuttavia quantità significative di MGO e ha di conseguenza questo tipo di attività antibatterica aggiuntiva particolarmente interessante e non dovuta al perossido d'idrogeno. Quello che la possiede viene denominato “miele di manuka attivo” o “miele di manuka UMF” (Unique Manuka Factor) e riporta in etichetta la quantità di MGO che contiene, per distinguerlo dal miele di manuka che non ha queste proprietà.
Perché è importante un'attività antibatterica ulteriore rispetto a quella del perossido di idrogeno? L'enzima che produce perossido d'idrogeno ha molti "limiti": richiede ossigeno per sviluppare la reazione (e quindi in ambiti come le ferite fasciate o l'intestino può non essere efficace o esserlo meno); è inattivo nell'ambiente acido dello stomaco; viene distrutto dagli enzimi che digeriscono le proteine (e che sono presenti anche nelle ferite). Non è quindi un caso che il miele di manuka si sia dimostrato più efficace di altri tipi di miele contro batteri quali Escherichia coliHelicobacter pylori e diverse specie di enterococchi. Inoltre, mentre l'attività dell'enzima che produce perossido d'idrogeno viene compromessa quando il miele è esposto al calore o alla luce, quella antibatterica del miele di manuka è stabile, caratteristica che non ne rende problematica la conservazione e non ne fa perdere le proprietà.
In quali condizioni di salute può quindi essere utile il miele di manuka? In tante circostanze in cui è richiesta un'azione antibatterica, cicatrizzante e antinfiammatoria:

  • per le ferite e le ustioni di lieve entità
  • nelle gengiviti e in altri disturbi della bocca
  • nelle difficoltà digestive di varia natura e severità (bruciore di stomaco, reflusso gastroesofageo, gastrite, ulcera gastrica e duodenale, presenza di Helicobacter pylori, colite ecc.)
  • quando è necessario un sostegno al sistema immunitario contro le infezioni (tra cui innanzitutto quelle dell'albero respiratorio: raffreddore, mal di gola, tosse, influenza ecc.), visto che il miele di manuka ha anche proprietà immunomodulanti.

I ricercatori dell'Università di Waikato, in Nuova Zelanda (una delle realtà mondiali all'avanguarda negli studi sulle proprietà benefiche e curative del miele), hanno scoperto che l'attività antibatterica del miele di manuka può persino arrestare la crescita di ceppi batterici di Staphylococcus aureus resistenti agli antibiotici. Ed è stato invece constatato che il miele di manuka non dà origine a fenomeni di antibioticoresistenza (analogamente a tanti altri rimedi naturali antimicrobici, tra cui innanzitutto l'aglio).
Non ci sono invece evidenze, come da qualcuno sostenuto, che il miele di manuka abbia qualche utilità nell'abbassare il colesterolo.
Sicuramente c'è ancora molto sa scoprire su questo interessante miele e numerosi trial clinici sono in corso. Ma i suoi effetti benefici "di base", il lungo uso tradizionale e l'assenza di reazioni indesiderate (a cui si affianca l'entusiasmo di tanti consumatori) lo rendono un prodotto utile e sicuro, da tenere a portata di mano nell'armadietto dei medicinali che preferiamo: la dispensa della cucina.
Quale miele di manuka comprare? Innanzitutto quello di produttori affidabili e che certifichino la presenza di metilgliossale.
Più in dettaglio, in commercio si ritrova miele di manuka con diverse concentrazioni di MGO (espresse in milligrammi di metilgliossale per chilo di miele): da 100 fino a 550. Quanto più questo numero è alto, tanto più il contenuto di metilgliossale è significativo e tanto più è elevato il potere antibiotico del miele. Se quindi a scopo preventivo il miele MGO 100 può andare benissimo, chi necessita di azioni più forti potrà ricorrere a quello MGO 400 o addirittura MGO 550.
Qual è la posologia del miele di manuka e come si assume? Il dosaggio standard è di un cucchiaino preso mezz'ora prima dei pasti, fino a 3 volte al giorno.
Per quel che riguarda controindicazioni e effetti collaterali del miele di manuka, questo rimedio naturale non è adatto ai soggetti allergici al miele e ai diabetici, per i quali il metilgliossale è nocivo (persino nell'uso esterno: esistono evidenze scientifiche che il miele di manuka possa addirittura ritardare la guarigione delle ulcere diabetiche). Sembra inoltre possibile – benché più che altro teorica - un'interferenza con alcuni farmaci chemioterapici, in virtù dei suoi effetti antiossidanti (il miele di manuka contiene infatti anche flavonoidi).



Oleg Mosin 
La Shungite (šungit): minerale naturale dalle proprieta` uniche.
Presentazione generale
La shungite è un materiale naturale unico. Si differenzia dagli altri per la sua origine insolita, per la struttura del carbonio che lo compone e per la sua stessa struttura.
Il carbonio di shungite è un olio fossile antico, o un carbonio amorfo, non cristallizzato, fullerenomorfo (cioè, contenente precise strutture regolari, vedi sotto). Il suo contenuto nella roccia è pari a circa il 30% mentre il 70% è costituito da silicati: quarzo e mica. Oltre al carbonio, nella composizione della shungite si trovano: anche SiO2 (57,0%), TiO2 (0,2%), Al2O3 (4,0%), FeO (2,5%), MgO (1,2%), K2O (1 , 5%), S (1,2%).
La storia della scoperta della shungite
è molto particolare. La shungite ha preso il suo nome nel 1887, dall'unico luogo sulla Terra in cui è diffusa, il villaggio di Shunga (Šun'ga) in Carelia, sulla riva del Lago Onega.
Le proprietà curative 
della shungite sono note da tempo. Già all'inizio del XVII secolo, la zarina Marija Ivanovna Romanova, quasi in punto di morte, era stata curata con l'acqua benefica proveniente dalle fonti della Carelia. Cent'anni più tardi, nel 1714, il suo discendente Pietro I fondò in prossimità del villaggio un centro di cura, divenuto poi noto come "Le acque Marziali" dal nome del dio della guerra Marte, probabilmente perchè in queste acque sarebbero poi stati stati curati i suoi soldati feriti e malati. Il sanatorio "le acque Marziali" fu di fatto il primo sanatorio creato in Russia.
Convinto per esperienza personale delle proprietà antisettiche uniche della shungite, Pietro avrebbe inoltre ordinato a ogni suo soldato di portarsi sempre appresso un pezzo di shungite (che allora veniva chiamato ancora ardesia): immergendo nelle gavette riempite d'acqua un pezzo di shungite, i soldati potevano assicurarsi, durante gli spostamenti, dell'acqua fresca e depurata da bere.
Negli anni 1717-1719 i medici di corte R. Areskin e L. Blumentrost, su ordine di Pietro I, si occuparono dello studio della composizione delle Acque Marziali, che furono indubbiamente riconosciute come acque curative per il trattamento di vari tipi di malattie. Fu emanato un decreto relativo all'apertura del sanatorio "Le acque Marziali" e furono pubblicate "Le istruzioni dei medici, su come utilizzare queste acque. Negli stessi anni fu pubblicato l' articolo "Inchiesta sugli effetti delle acque marziali Koncezerskie", che riportava nove brevi rapporti sul trattamento terapeutico di alcune malattie con l'utilizzo delle acque Marziali.
Negli anni venti del secolo XVIII Pietro si curò ripetutamente presso il sanatorio "Le acque Marziali". Per lo zar e la sua famiglia nella località furono costruiti palazzi, che purtroppo, dopo la morte dell'imperatore, andarono rapidamente in rovina . Cessò di esistere anche il centro di cura "Le acque Marziali".
Alcuni decenni più tardi, nella metà del secolo XVIII, la zarina Elisabetta Petrovna cercò di far rivivere il primo sanatorio della Russia. Ma il medico di corte Bugaev, inviato nella regione di Oloneck con il preciso incarico di studiare le proprietà dell'acqua locale, ritornò dall' imperatrice con un esito inaspettato: secondo lui, l'acqua delle fonti locali non aveva alcun potere di guarigione. Gli storici affermano che i risultati della sua ricerca in realtà erano stati intenzionalmente truccati al fine di favorire gli interessi dei grossi commercianti che allora importavano l'acqua minerale dall'estero ad alti costi. Il risultato fu che l' attività del sanatorio non fu ripristinata e la maggior parte degli edifici e dei palazzi fu smantellato. Questa situazione si protrasse per più di mezzo secolo e solo nel 1910, per celebrare il 300 ° anniversario della dinastia dei Romanov, al posto della "fonte della Zarina" fu eretta una casetta.
La caduta in rovina "ufficiale" del sanatorio, non ebbe tuttavia alcun impatto sulla popolazione locale, che continuava a bere e utilizzare l'acqua vivificante delle fonti. Anche l'interesse dei medici e degli studiosi non era mai venuto meno. In uno studio del secolo scorso, dedicato alle acque curative, ai fanghi e ai bagni in acqua di mare in Russia e all'estero, nelle pagine dedicate alle caratteristiche delle acque Marziali si scrive che, per molti aspetti, queste acque risultano di gran lunga superiori alle acque dei noti sanatori di Marienbad.
Il sanatorio cominciò a vivere di nuova vita solo negli anni 30 del secolo XX, grazie all'attività di S.A. Visnevskij, che dopo aver organizzato una spedizione finalizzata allo studio e all'analisi delle acque Marziali, ottenne dei risultati che confermavano pienamente le loro proprietà curative uniche. Allora, però, il ripristino del sanatorio fu ostacolato dalla guerra ed esso fu ristrutturato solo nel 1960.
Filtri per la purificazione dell'acqua a base di shungite sono apparsi in tempi relativamente recenti, nel 1991. L'acqua che viene fatta passare attraverso un filtro a base di shungite ha un effetto curativo generale sull'organismo, allevia e rimuove le irritazioni cutanee, il prurito, gli eczemi, rende i capelli lucidi, interviene efficacemente nei casi di distonia vegeto-vascolare, nelle malattie del tratto gastrointestinale, in presenza di calcoli renali.
Secondo gli studiosi, le proprietà uniche della shungite sono dovute alla sua struttura insolita.
Struttura della shungite: 
Il carbonio di shungite forma nella pietra una matrice in cui sono uniformemente disposti silicati dispersi di dimensione media pari a circa 1 micron. Le proprietà della pietra di shungite sono determinate da due fattori: in primo luogo, dalle proprietà del carbonio di shungite, e in secondo luogo, dalla struttura del minerale stesso e dalle interazioni tra il carbonio e i silicati.
Alla fine del ventesimo secolo gli studiosi sono riusciti a spiegare parzialmente le cause degli effetti benefici della shungite sugli organismi viventi. Questo minerale è principalmente composto da carbonio, in gran parte molto simile a molecole sferiche, i fullereni.
I fullereni sono una forma speciale di carbonio, inizialmente sintetizzata in laboratorio nel tentativo di simulare i processi che avvengono nello spazio, e solo in seguito rinvenuta nella crosta terrestre.
Fino a poco tempo si riteneva che il carbonio esistesse solo in tre forme: diamante, grafite e carbonio amorfo. Queste sostanze si differiscono nella struttura. Ciascun atomo di carbonio nella struttura del diamante si trova al centro di un tetraedro i cui vertici sono i quattro atomi vicini. Questa struttura definisce le proprietà del diamante come la sostanza più dura conosciuta sulla Terra.
Gli atomi di carbonio nella struttura cristallina di grafite formano degli anelli esagonali, formanti, a loro volta, una griglia forte e stabile, simile ad un nido d'ape. Le griglie sono posizionate l'una sull'altra in strati, debolmente correlati tra di loro. Questo tipo di struttura definisce le caratteristiche specifiche della grafite: la bassa durezza e la proprietà di sfaldarsi facilmente in piccole scaglie.
In opposizione al diamante, alla grafite e al carbonio amorfo, il fullerene è una nuova forma di carbonio. L'unicità del fullerene consiste nel fatto che la molecola C 60 contiene frammenti con simmetria quintupla (pentagoni), che sono vietati dalla natura per i composti inorganici. La molecola di fullerene è una molecola organica, e il cristallo formato da queste molecole (fullerite) è un cristallo molecolare, anello di collegamento tra materia organica e inorganica.
Nel fullerene la griglia piatta degli esagoni, la griglia della grafite, è piegata e cucita in una sfera chiusa. Inoltre una parte degli esagoni si trasforma in pentagoni. La natura ha dato una chiara sequenza di questo composto: ogni esagono confina con tre esagoni e tre pentagoni e ogni pentagono confina solo con esagoni. Gli atomi di carbonio, formanti una sfera, sono collegati tra di loro da un forte legame.
La struttura che si forma è un icosaedro troncato, che ha 10 assi di simmetria di terzo ordine e 6 assi di simmetria di quinto ordine. Ogni vertice di questa figura ha tre vicini prossimi. Ogni esagono confina con tre esagoni e tre pentagoni e ciascun pentagono confina solo con esagoni. 
Prospettive nell'utilizzo generale della shungite: 
Grazie alla loro struttura reticolare-sferica i fullereni sono risultati riempitivi ideali e lubrificanti ideali. Rotolano come sfere delle dimensioni di una molecola tra le superfici sfreganti. Combinando all'interno delle sfere di carbonio atomi e molecole differenti, aprono la possibilà di creare i più fantastici materiali del futuro.
I fullereni possono essere utilizzati nel campo delle nanotecnologie, in medicina, nell'industria militare , elettronica, ottico-elettronica, nella produzione di macchinari e apparecchiature tecniche, computer, ecc, e in tutti i casi, i parametri di funzionamento delle apparecchiature migliora significativamente, la qualità aumenta, le tecnologie diventano più efficienti e facili. Alcuni studiosi americani, ad esempio, hanno sviluppato una tecnologia che permette di distribuire su una qualsiasi superficie, degli elementi sottilissimi di pannelli solari in forma di pellicola polimerica multi-strato contenente questi stessi fullereni. Tali elementi hanno finora un coefficiente utile circa quattro volte inferiore rispetto alle batterie tradizionali basate sul silicio, ma sono molto più facili da produrre e meno costose. Non è da escludere, in un prossimo futuro l'inizio di produzioni di pannelli solari in rotoli, come carta da parati.
In una delle università della Svezia nel corso di esperimenti con fullereni, in modo del tutto inaspettato per gli scienziati stessi, si è giunti ad ottenere un materiale a strati molto simile a della carta stagnola, attraversata da sottili strati di carta. Questo materiale trasparente e flessibile è risultato essere un magnete, in grado di mantenere le sue caratteristiche anche a temperature superiori a 200 gradi. Un materiale di questo tipo può essere usato per la creazione della memoria di computer e utilizzato anche con un fascio laser di registrazione. (...)
L'uso di fullereni in medicina 
lascia intravvedere grandi prospettive. La struttura sferica quasi perfetta della molecola di fullerene e le sue dimensioni microscopiche (diametro 0,7 nm), permettono agli scienziati di contare sul fatto che queste molecole sono in grado di creare una barriera meccanica alla diffusione di virus nelle cellule di un organismo infettato. Attualmente è in corso di discussione anche l'idea di creazione di farmaci antitumorali a base di composti solubili in fullerene con isotopi radioattivi incorporati. L'introduzione di tali farmaci nel tessuto permetterebbe di intervenire selettivamente sulle cellule tumorali, ostacolando la loro ulteriore proliferazione. Ora come ora il principale ostacolo in questa direzione è dovuto all' insolubilità delle molecole di fullerene nell' acqua, che impedisce la loro introduzione diretta nel corpo. Un secondo ostacolo è da vedere nell'alto costo degli isotopi artificiali. Il costo dei fullereni di alta qualità si aggira sui 900 dollari americani al grammo, quelli di qualità più scarsa costano circa 40 dollari al grammo, a seconda del grado di purezza dei fullereni.
I "difetti" dei fullereni artificiali sono tuttavia compensati dalla presenza dei fullereni naturali, scoperti sulla crosta terrestre dopo essere stati sintetizzati in laboratorio.
Per la prima volta la comunità scientifica venne a conoscenza dell'esistenza sulla terra di questo minerale grazie al contributo di uno scienziato ex-sovietico operante all'università dell'Arizona che condusse degli studi su campioni di shungite proveniente dalla Carelia (Russia) scoprendo in essi dei globuli di carbonio contenenti fullereni. Iniziò quindi una ricerca attiva di altre rocce contenenti fullereni che pose la questione dell'origine di queste sostanze sulla Terra. In seguito fullereni terrestri furono scoperti in Canada, in Australia e in Messico, e sempre in località di caduta di meteoriti. In alcuni casi i fullereni erano pieni: all'interno del loro involucro si trovavano atomi di elio. La cosa strana era il fatto che questi fullereni conservavano non elio-4, l'isotopo normalmente presente nelle rocce terrestri, ma un isotopo raro per la Terra, l'elio-3. Ciò indusse gli scienziati a ritenere che questi fullereni potessero essersi formati solo in condizioni cosmiche, nelle cosidette stelle al carbonio o in prossimità di esse.
Si riuscì anche a stabilire l'epoca della comparsa sulla Terra dei fullereni studiati.Il cratere lasciato da un meteorite sul suolo canadese risaliva a circa due miliardi di anni fa, al periodo precambriano, a un'epoca cioè in cui la Terra era priva di organismi viventi. Altri fullereni furono fatti risalire a un epoca compresa tra il periodo triassico e il permiano e la loro età fu quantificata in circa 250 milioni di anni, all'epoca in cui sulla Terra cadde un gigantesco asteroide con conseguenze catastrofiche.
Proprietà della shungite: 
La shungite possiede un'alta attività nei processi di ossido-riduzione, ha proprietà di assorbimento e proprietà catalitiche ed è in stretto legame con i silicati che la costituiscono. La struttura e le proprietà della shungite determinano l'efficacia del suo utilizzo in processi di ossido-riduzione:
- nella produzione di ghise fuse (ad alto contenuto di silicio );
- nella produzione di leghe di ferro
- nelle produzione di fosforo
- nella produzione di silicio e carburo;
- come riempimento di pitture resistenti al calore
La shungite ha una potente capacità di neutralizzare ogni tipo di radiazioni, perciò risulta estremamente efficace per contrastare i danni causati dalle onde elettromagnetiche emesse dai moderni apparecchi elettronici senza fili : telefoni cellulari, computer, wifi, computer...
Proprio le caratteristiche sorbenti, catalitiche e rigenerative delle rocce di shungite permettono di purificare con efficacia le acque reflue, assicurando la depurazione da molte sostanze organiche ed inorganiche (prodotti petroliferi, pesticidi, tensioattivi, fenoli, ecc.) Inoltre, la shungite risulta essere l'agente più efficace per la depurazione dell' acqua di rubinetto da composti organici clorurati (diossine, radicali) e per le sue proprietà antibatteriche.
Grazie a queste proprietà la shungite può essere utilizzata:
nella preparazione di acqua potabile di alta qualità in sistemi di flusso di qualsiasi capacità, nel rivestimento di pozzetti. Con l'aiuto della shungite si può risolvere facilmente e a costi contenuti il problema dell'approvvigionamento idrico in molte regioni secche.
nel trattamento di effluenti urbani domestici e industriali;
nella preparazione di piscine.
Le proprietà di conducibilità elettrica delle rocce di shungite hanno inoltre permesso di creare un'intera gamma di materiali ecologici elettroconduttori: asfalti elettroconduttori, cementi, mattoni, pitture e soluzioni elettroconduttrici (...)
Sulla base di questi materiali sono stati elaborate stufe e creati ambienti finalizzati a schermare le radiazioni elettromagnetiche. E' stata illustrata la possibilità di creare strade e marciapiedi ecologici (...)
Con il carbone di shungite sono stati creati dei preparati bioattivi. L'uso di tali farmaci in agronomia ha reso possibile l'aumento della produzione di patate e ha determinato una maggiore resistenza delle piante alle malattie, mentre negli allevamenti, l'utilizzo di shungite ha determinato il miglioramento della qualità della pelliccia degli animali.
L'unico giacimento esistente di shungite è quello di Zazoginskoe, che si trova nella zona della Repubblica di Carelia, regione di Medvezegorsk a 5 km dalla foce del Lago Onega.
La capacità produttiva della società che si occupa dell'estrazione e della lavorazione della shungite è di 200 mila tonnellate all'anno. Le scorte di shungite del giacimento di Zazoginskoe sono di di 35 milioni di tonnellate. Attualmente la società fornisce shungite per la ghisa di altoforno, per il trattamento delle acque e la produzione di polveri fini. Nella produzione di una tonnellata di ghisa una tonnellate di shungite sostituisce 1,3 tonnellate di coke. L'utilizzo di shungite garantisce la depurazione profonda delle acque reflue dai prodotti petroliferi. (...)
Proprietà della shungite
La shungite ha proprietà sorbenti, catalitiche, antibatteriche, rienergizzanti, ha la capacità di assorbire e neutralizzare le radiazioni elettromagnetiche di frequenze alte. Filtri per la purificazione dell'acqua a base di shungite sono apparsi in tempi relativamente recenti, nel 1991. L'acqua prodotta da un filtro a base di shungite ha effetti curativi generali, allevia le irritazioni e il prurito cutaneo, rende lucidi i capelli, è molto efficace nella cura della distonia vegeto-vascolare, delle malattie del tratto gastrointestinale, dei calcoli renali. La shungite è consigliata nel trattamento e nella prevenzione delle seguenti malattie:
anemia, diversi tipi di allergie, asma bronchiale, gastrite, dispepsia, malattie renali, malattie epatiche, diabete, malattie della colecisti, indebolimento del sistema immunitario, malattie del pancreas, raffreddori, disturbi cardiovascolari, colecistite, sindrome da stanchezza cronica.
L'acqua di shungite diventa non solo acqua potabile depurata ma anche una soluzione colloidale molecolare di fullereni idratati, che appartengono alla nuova generazione di rimedi profilattici con effetti di ampio spettro sul corpo. Un esempio di tale impatto è l'effetto antistaminico dell'acqua di shungite. Si è stabilito che, facendo uso dell'acqua di shungite, il livello di istamina nel sangue, responsabile dello sviluppo della maggior parte delle malattie allergiche, viene notevolmente ridotto.
In uno dei sanatori russi per bambini ("Il gabbiano"), nel 1993 l'acqua di shungite venne utilizzata per cucinare, per fare bagni e per inalazioni. Il coefficiente di guarigione dei bambini curati con quest'acqua risultò essere molto alto e notevole fu il miglioramento dello stato di salute dei bambini che soffrivano di asma bronchiale, allergie alimentari, gastriti e enterocolite. Più tardi, nel sanatorio venne raggiunto il traguardo della guarigione al cento percento dei casi di asma nei bambini che erano stati curati con inalazioni ad alta concentrazione di acqua di shungite. L'acqua depurata con i filtri a base di shungite previene le malattie infettive e le epatiti. (...)
Riscontri positivi sulle proprietà dell'acqua di shungite sono stati ottenuti da molte istituzioni sanitarie della Russia, dove l'acqua è stata utilizzata per uso interno ed esterno: bagni e abluzioni con l'acqua di shungite hanno effetti benefici e riequilibranti sullo stato della pelle e sui capelli. Va notato qui che l'acqua dal filtro veniva sempre bollita, prima di essere utilizzata per la cottura o come bevanda. Ciò porta a concludere che le proprietà curative fondamentali dell'acqua di shungite si mantengono anche dopo un trattamento termico. L' acqua non bollita, però, è più buona.
Uso dell' acqua di shungite per scopi cosmetici: 
Il lavaggio quotidiano con acqua di shungite leviga la pelle, ne migliora l'elasticità e l'aspetto. Questa semplice procedura, se eseguita regolarmente, favorisce la cura dell' acne e delle irritazioni cutanee, riduce i fenomeni di desquamazione e arrossamento. Risciacqui regolari con quest'acqua conferiscono ai capelli brillantezza e setosità, rinforzano le radici dei capelli, contrastano i fenomeni di caduta ed eliminano la forfora.
La pasta di shungite per la cura della pelle è una sospensione di minerale di shungite fine in acqua, precedentemente depurata con un filtro speciale. Ha una consistenza cremosa , è di colore nero, senza odore. (...) Se applicata regolarmente, migliora la microcircolazione del sangue e di conseguenza migliora sensibilmente il trofismo dei tessuti.
Compresse e risciacqui con acqua di shungite:
per fare una compressa, immergere una benda in acqua di shungite e applicarla sulla zona da curare per 1,5-2 ore. Le compresse favoriscono la cicatrizzazione di ferite, tagli, callosità, graffi e ustioni. Queste compresse aiutano anche nella cura di artriti, artrosi, vene varicose.
Per i risciacqui è sufficiente utilizzare dell'acqua appena tiepida (non bollita), dopo averci messo a riposo della shungite per tre giorni. Molto consigliati in casi di raffreddori, mal di gola, infiammazioni delle gengive, stomatite e tonsillite.
Bagni di shungite: 
Il carbone di shungite va messo in un sacchettino di stoffa e immerso nell'acqua della vasca per 10 minuti. I bagni di shungite hanno effetti benefici, energizzanti e riequilibranti generali, contrastano i sintomi di stanchezza, aumentano il tono vitale e la resistenza fisica, migliorano la circolazione del sangue.
Acqua di shungite da bere: 
Lavare accuratamente le pietre di shungite sotto l'acqua corrente fredda e riporle sul fondo di un vaso di vetro di 3 litri (o di un recipiente smaltato). Riempire il vaso con 3 litri di acqua di rubinetto e lasciarvi la shungite a riposo per 48 ore. Passato questo tempo, versare delicatamente l'acqua (senza mescolarla) in una caraffa, avendo cura di lasciare nel fondo lo strato inferiore d'acqua (circa 0,5 litro). L'acqua in questo strato contiene tutte le impurità, quindi dovrebbe essere filtrata accuratamente attraverso diversi strati di garza prima di essere utilizzata.
Effetti collaterali non si sono registrati.
Posologia e modalità d'impiego in casi di malattie dermatologiche
: mescolare accuratamente la polvere di shungite con acqua fino a raggiungere una consistenza cremosa. Applicare l'impasto sulla zona lesa in strati regolari e sottili (0,5-1 mm). Coprire la zona con un foglio di polietilene e quindi con un tessuto morbido e caldo. Tempi di applicazione: da 30 minuti a 1,5-2 ore. Risciacquare con acqua tiepida e, se necessario, ungere la zona con un tampone imbevuto di olio d'oliva.
Controindicazioni: 
l'uso della shungite è controindicato in casi di neoplasie maligne e benigne, malattie cardiovascolari e infiammatorie croniche in fase acuta, propensione alla trombosi.
Attenzione!
Come distinguere la shungite vera da quella falsa?
Le proprietà uniche della shungite sono note da tempo. Non è un segreto che i commercianti senza scrupoli tendono spesso a spacciare per shungite autentica un minerale completamente diverso, la shungizite, simile per colore e consistenza alla shungite ma privo delle sue caratteristiche (contiene meno del 10% di carbonio, in struttura di fullereni, contro il 26% minimo della shungite vera).
Distinguere il minerale "falso" dall'"originale" a prima vista è difficile anche per un esperto. Ma c'è un modo semplice e affidabile per accertarsene: la shungite autentica si differenzia dalle altre sostanze simili per le sue proprietà di conduttività elettrica.
La conduttività elettrica è un fenomeno estremamente raro nelle rocce. In condizioni domestiche, per controllare il minerale sarà sufficiente avere una pila ordinaria o una lampadina da torcia, e due fili. Collegate in successione la lampadina e la pila, toccate con i due fili un qualsiasi prodotto di shungite: se la lampadina si accende, avete acquistato della shungite vera, diversamente vi hanno rifilato " un falso".

Le alghe Klamath generano delle micro alghe dette Aphanizomenon Flos Aquae e si raccolgono direttamente dal lago Klamath, in Oregon dove abbondano nei pressi delle cascate Klamath, durante l'estate, quando le alghe sono in piena fioritura (in genere da giugno a novembre).
Le alghe raccolte vengono ammassate su una chiatta, dopodiché vengono immerse in una vasca di raccolta dove avviene un processo di filtrazione e disidratazione. Successivamente le alghe verrano versate in un serbatoio in cui si verifica un processo di raffreddamento portandole a circa 1,66 °C. Le alghe poi verranno trasferite in un serbatoio freddo in acciaio inox refrigerato fino a quando l’imbarcazione non raggiunge la riva. Infine le alghe sono sottoposte a un processo di micro-filtrazione e di purificazione ed immediatamente vengono congelati e conservati in celle frigorifere fino a quando il prodotto non sarà liofilizzato e immesso sul mercato.

Proprietà ed effetti benefici dell'alga Klamath

Le alghe Klamath sono tra gli alimenti più densi di sostanze nutrienti del pianeta, dato che contengono glico-proteine, vitamine, minerali, carboidrati semplici, lipidi ed enzimi biologicamente attivi.
Grazie alla parete ricche di sostanze nutrienti delle alghe i principi attivi presenti sono prontamente disponibili per l'organismo. La consumazione di alghe Klamath è un modo veloce, efficiente ed energico per migliorare qualsiasi dieta.
Il valore nutritivo di questo incredibile vegetale è concentrato nell’ AFA, Aphanizomenon Flos Aquae, un antico sistema di microalghe verdi-azzurre, ha reso ancora più popolare questo nutriente cibo poichè contiene più proteine, vitamina B12 e clorofilla rispetto a qualsiasi altra fonte di cibo.
Le alghe sono state consumate in varie forme per migliaia di anni.

Come "funziona" l'alga klamath

Le alghe Klamath dispongono di un profilo nutrizionale completo, disponibile in forme che sono direttamente più accessibili e facilmente acquistabili rispetto a qualsiasi tipo di alghe presenti sul mercato e sono diventate oggetto di molta attenzione nel settore degli alimenti naturali.
Queste alghe sono in grado di assorbire l'energia diretta del sole più di ogni altro cibo. La maggior parte di esse sono dei fotosintetizzatori altamente efficienti. Le alghe utilizzano l'energia luminosa proveniente dal sole, l'anidride carbonica dall'aria, e l'idrogeno dall'acqua per sintetizzare le sue sostanze bio-chimiche.
Le Alghe Klamath sono le uniche che riescono a metabolizzare l’azoto molecolare direttamente dall’atmosfera per produrre proteine e azoto contenente bio-molecole. Tra le diverse famiglie di alghe le alghe Klamath appartengono alla classe dei ciano-batteri. Le loro cellule hanno una parete cellulare gelatinosa che circonda il cloroplasto e un contenitore di DNA.
Le alghe sono una classe a parte poiché presentano caratteristiche appartenenti sia al mondo vegetale sia al mondo animale.
Le Alghe Klamath crescono in maniera spontanea e del tutto naturale. La sua sopravvivenza dipende dal fatto che si riproduce in un sistema dotato di calore e dalla sua straordinaria capacità di adattarsi secondo le condizioni climatiche più disparate. Durante l'inizio dell'autunno, le alghe si riproducono ogni quattro giorni, creando una massiccia fioritura. Dopo la congelazione vengono conservati a -40 º C. Inoltre dopo un test in laboratorio a bassa temperatura si è dimostrato che conservano la maggior parte dei suoi valori nutritivi vitali biologicamente attivi in un profilo perfettamente equilibrato.

Dosaggio dell'alga klamath

Sono ricche di vitamine biologicamente attive come il beta-carotene e il B-Complex, di enzimi, clorofilla, acidi grassi, precursori neuro-peptidi (peptidi sono uniti gli amminoacidi), lipidi, carboidrati, minerali, oligoelementi, pigmenti e altri fattori di crescita essenziale. Per di più contengono tutti gli otto aminoacidi essenziali e gli aminoacidi semi-essenziali.
Assicurano una fonte sicura di arginina, nota per la costruzione e per la definizione del tono del tessuto muscolare Infine gli aminoacidi essenziali di AFA sono praticamente quelli che richiedono il corpo umano.
Il dosaggio consigliato per gli adulti è 1 grammo se si tratta di polvere. Il momento migliore per prendere le alghe è la a mattina a stomaco vuoto. Alcune persone preferiscono dividere la dose, la metà al mattino, la metà al pomeriggio. Si raccomanda di non utilizzare le alghe di la notte.
Non bisogna comunque dimenticare che le queste alghe sono capaci di svolgere una funzione disintossicante poiché arricchiscono di minerali il vostro corpo, il quale ne ha sempre bisogno per la rigenerazione delle cellule.
È dotato anche dell'apporto nutrizionale giusto adatto per aiutare il sistema immunitario e potenziare al meglio il cervello e le funzioni emotive. È importante ricordare che le alghe sono considerate un alimento completo, in modo da poterle integrare con altre vitamine, farmaci o erbe.

A cosa serve l'alga klamath

I vantaggi che si ricavano da uno costante ed equilibrato di Alghe Klamath sono considerevoli. Innanzitutto il fisico beneficerà per primo del loro contributo proteico, e poiché aiutano a potenziare il cervello(questo perché sono ricche di aminoacidi, di acido nucleico, clorofilla e di vitamine di B-12) determinano una maggiore chiarezza mentale, per superare quei blocchi dovuti a problemi di concentrazione. È grazie al potere rigenerativo dei minerali assorbiti dall’ alga si superano con un po’ più di facilità le allergie.
Effetti collaterali e controindicazioni dell'alga klamath
Se assunto secondo le dosi suggerite non si verificheranno effetti collaterali di nessun genere. Tuttavia, alcuni disturbi gastrici potrebbero inizialmente apparire, a causa del fatto che le alghe funzionano come un prodotto disintossicante e puricante. Alcuni possono sviluppare diarrea minimale, nausea o mal di stomaco. In questo caso il dosaggio dovrebbe essere ridotto. 
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PARASSITI IMBECILLI!

Ci sono luoghi che non hanno bisogno di tante presentazioni. Luoghi speciali che fanno incontrare cielo e terra, lo scibile umano e l'alchimia. Uno di questi è sicuramente la Porta Ermetica, o Magica, di piazza Vittorio a Roma.

 Un rapido accenno alla creazione della Porta farà capire meglio la sua storia. La Porta, Alchemica, Magica o dei Cieli, come è stata chiamata in tutti questi anni è stata costruita tra il 1655 e il 1680 dal marchese Massimiliano Palombara di Pietraforte, nella sua residenza Villa Palombara, sul colle Esquilino, più o meno nella stessa posizione dove si trova oggi a piazza Vittorio.  La Porta Alchemica è l'unica sopravvissuta delle cinque porte di villa Palombara, sull'arco della porta perduta sul lato opposto vi era un'iscrizione che permette di datarla al 1680, inoltre vi erano altre quattro iscrizioni perdute sui muri della palazzina all'interno della villa.
 Nel 1873 il muro dove la porta poggiava fu demolito e quest'ultima pezzo per pezzo fu fatta conservare nei magazzini municipali. Più tardi fu sistemata nel giardino di piazza Vittorio, e ai lati vennero poste due statue chiamate Bes, ritrovate nei lavori di scavo del Quirinale nel 1888. Fino a pochi anni fa, purtroppo, la Porta poteva essere raggiunta da chiunque visto che nei giardini di piazza Vittorio c'era un mercato. E spesso era usata come latrina, infatti alcuni dei simboli presenti sulla porta sono letteralmente corrosi e stanno scomparendo. C'è da chiedersi cosa sarebbe successo se una decina di anni fa circa l'amministrazione comunale non avesse recintata, salvandola certamente dalla rovina.

Conoscenze del marchese, amico anche della regina di Svezia Cristina: “ Ci sono due personaggi particolari che frequentarono Villa Palombara: il primo è conosciuto come il Pellegrino perché se ne ignora il nome, Egli ottenne ospitalità nel laboratorio del marchese per una notte, con la promessa do trasmutare in oro il liquido che il marchese faceva bollire nel crogiolo del suo laboratorio. La mattina dopo l'ospite se ne era andato, ma aveva lasciato sul pavimento il contenuto del crogiolo che aveva prodotto una striscia di oro purissimo. Inoltre  aveva lasciato sul tavolo una carta su cui aveva tracciato degli enigmi, e si narra che tali iscrizioni furono fatte incidere dal marchese su tavole di marmo che vennero poste non solo sul laboratorio, ma furono anche scolpite sui due stipiti e sul frontone centrale della Porta”.  Un altro personaggio che fu amico del marchese di Pietraforte fu il filosofo alchemico Giuseppe Francesco Borri. Dopo una vita avventurosa e un po' scapestrata, come quella del Cagliostro, Borri fu condannato  a essere rinchiuso a vita nel carcere di Castel Sant'Angelo a Roma. Ma nel 1678 riuscì a ottenere un regime di semilibertà e iniziò a frequentare la nobiltà romana, compresi il marchese di Pietraforte e la regina Cristina di Svezia, che divenne la sua protettrice. E infatti dopo la morte di quest'ultima, il Borri venne di nuovo rinchiuso in carcere dove morì nel 1695.
 Così è chiaro come la Porta Ermetica sia una miscellanea di simboli per arrivare alla via alchemica, al risveglio totale dell'Essere. E su questo è d'accordo anche Alberto Canfarini: “Per quanto sia arduo parlare di alchimia, concentrata nei simboli e nelle scritte della Porta Ermetica, forse seconda per valore solo alla Tavola di Smeraldo di Ermete Trismegisto, nel tentare un'analisi, sia pure sintetica, di questo monumenti, sarà il caso di iniziare proprio dai due guardiano della soglia, i “Bes”,che sono stati lì posti successivamente da qualcuno che aveva conoscenze esoteriche. Le statue, guardiani che impediscono l'ingresso nel giardino magico, rappresentano infatti le nostre incompiutezze che ci impediscono di volgere le spalle al passato per arrivare alla conoscenza suprema”.
Descrivere i vari simboli della Porta, che sottolineano l'iter dell'arrivo alla conoscenza, è abbastanza complesso. Ne darò qui alcuni cenni, rimandando al libro di Canfarini per altri eventuali approfondimenti. Per iniziare dal frontone, il disegno con i due triangoli sovrapposti e le iscrizioni in latino è uguale a quello che compare sul frontespizio del libro alchemico Aureum Seculum Redivivum di Henricus Madanatus.
Sul frontone della porta si trova il sigillo di Salomone, inserito in un cerchio con iscrizioni in latino. La punta superiore è occupata da una croce collegata a un cerchio interno, mentre la punta inferiore dell'esagramma è occupata da un oculus, cioè il simbolo alchemico del sole e dell'oro, praticamente la luce dove tutti noi dovremmo arrivare. “Nel linguaggio alchemico – prosegue l'autore – il triangolo con il vertice verso il basso rappresenta l'acqua, il principio femminile, l'argento, la luna. Il triangolo con il vertice verso l'alto rappresenta il fuoco, il principio maschile,il sole, secondo alcuni alchimisti simboleggiato dal gallo.
 I vari simboli alchemici lungo gli stipiti della Porta seguono la sequenza dei pianeti associati ai metalli corrispondenti: e cioè Saturno col piombo, Giove con lo stagno, Marte con il ferro,Venere con il rame, la Luna con l'argento e Mercurio con il mercurio. Ad ogni pianeta viene associato un motto ermetico, seguendo il percorso dal basso in lato a destra, per scendere dall'alto in basso a sinistra, secondo la direzione indicata dal motto ebraico Ruach Elohim. La Porta si deve quindi leggere come il monumento che segna il passaggio storico de rovesciamento dei simboli del cristianesimo verso il muovo modello spirituale che si stava sviluppando nei Seicento.
 Sulla soglia della porta, poi, appare il motto “ Si sedes non is”, che può essere letto da sinistra a destra come “Se siedi non procedi” e da destra a sinistra come “Se non siedi procedi”: condizione senza la quale ogni speranza di aprire la porta del giardino magico diventa un'illusione Sul gradino compare l'ultima epigrafe della Porta, insieme a un misterioso simbolo che alcuni chiamano Monade, quasi un “riassunto” di tutti i simboli che compaiono sulle varie parti della costruzione.
L'epigrafe recita: Est opus occultant veri sophi aperire terrant ut germinet salutem pro populo ( E' opera occulta del vero saggio aprire la terra, affinché germogli la salvezza per il popolo). “L'espressione è talmente chiara che appare perfino superfluo insistervi – chiude Canfarini – salvo per confermare che la terra è la stessa della tavola di Smeraldo, quella che è nutrice e ricettacolo del Telesma, la stessa del V.I.T.R.I.O.L., visita interiora terrae rectificandoque invenies occultam lapidem, cioè visita le parti più profonde della terra e rettificando troverai la pietra occulta. Per alcuni la pratica dell'iniziazione e anche filantropia spirituale, illuminare gli uomini che posseggono le giuste qualificazioni: chi ha sufficiente conoscenza, derivante da una strada realmente percorsa e non da cultura libresca, dona ai suoi adepti quella luce graduale che con piccoli passi fa riaccendere quel Fuoco Sacro che è nascosto nel cuore di ogni uomo”.
La scoperta risale a 10 anni fa e creo intorno a sé un nugolo di ipotesi che andavano dall’umanoide all’extraterrestre, passando per la scimmia. “Ata”, ovvero la mummia di umanoide scoperto nel deserto di Atacama in Cile, presentava alcune caratteristiche che lo avvicinavano all’ET tradizionalmente rappresentato dai film. In particolare la testa grande rispetto al corpo, associate alle particolarità non umane (né, va detto, appartenenti alla fantascientifica) delle 9 costole e della pelle squamosa. La dimensione era molto ridotta: solo 12 centimetri l’altezza dell’umanoide. Il mistero intorno all’identità della creatura si infittiva con il tempo e sembra che un punto fermo sia stato finalmente messo con il film proiettato in anteprima in alcune sale cinematografiche americane il 22 aprile “Sirius“. Ovviamente dopo un punto, si può sempre continuare a scrivere una storia, ma il documentario in questione sembra approdare ad una soluzione definitiva, per quanto strana.
L'Alieno di Atacama raccontato dal documentario
Non è un feto umano, come già comunicò tempo Steven Greer, medico statunitense ricercatore UFO, le mostravano un’alta presenza di calcio che provava che il piccolo essere era vissuto. In base alle TAC, inoltre, non poteva trattarsi di una scimmia.  Il piccolo scheletro essiccato, che è non più lungo di una penna, ha proporzioni perfette, ed è stato trovato sepolto in un nastro di stoffa vicino alla chiesa cattolica di La Noria. Aveva i denti ben formati, nove costole e un cranio stranamente allungato. I tabloid in Cile scherzando lo definirono un “nano orribile extraterrestre”, ma nessun dimostrò serio interesse per l’umanoide di “Atacama “. Passato di mano in mano un paio di volte, finì in Spagna, dove ne venne a conoscenza il dottor Greer, un ufologo americano noto per aver fondato ilDisclosure Project . Probabilmente sentì parlare dell’umanoide durante il Simposio Esopolitico tenutosi nei pressi di Barcellona nel 2009 (dove era un presentatore). 
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A questo punto è giusto, per dare un peso alle sue dichiarazioni, sapere che S. Greer è famoso perchè :

nel corso degli anni ’90, egli ha sostenuto la capacità di evocare e comunicare con gli UFO utilizzando luci, laser, e la telepatia mentale. Senza mai dimostrarlo.

Infine è giusto dire che Greer sostiene che i segreti degli alieni, l’energia libera, l’ antigravità e veicoli spaziali vengono tenuti nascosti al pubblico da una cospirazione di massa forse nota come PI-40, composto da massoni, Bilderberg, la Commissione Trilaterale, il Council on Foreign Relations, e i Mormoni .

sirius-atacama-humanoid-alien-picture Il 5 luglio 2004, la creatura è stata presentata alla Reale Accademia delle Scienze di Barcellona, dove è stata esaminata da diversi medici, biologi e zoologi i cui nomi sono riportati nella relazione di Navia-Osorio. Egli si lamenta dell’atteggiamento di chiusura mentale di molti degli scienziati della prestigiosa Università Complutense di Madrid e altre istituzioni accademiche e sostiene che alcuni di questi professori ammetterebbero l’unicità della creatura, ma si sarebbero rifiutati di affermare la stessa cosa in una relazione scritta o anche in una registrazione audio o video.Navia-Osorio fornisce il testo di due documenti scientifici nel suo rapporto. Il primo è il rapporto “radiologico” firmato da medici E. Feijoo, C. López e JM Colomer, da questo rapporto, si apprende che la creatura non è un artefatto ma è un vero scheletro.

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Il secondo documento trascritto è un rapporto medico forense scritto dal Dr. Francisco Etxeberria Gabilondo, professore di Medicina Legale e Forense presso l’Università dei Paesi Baschi, e specialista in antropologia forense con l’Università Complutense, che ha scritto lo studio presso il lascito del IIEE (probabilmente a pagamento, anche se questo non è menzionato); egli afferma che, “si tratta di un corpo mummificato con tutte le caratteristiche tipiche di un feto. Il corpo ha una lunghezza di 14 cm e visualizza tutte le strutture e legami anatomiche normali per la testa, tronco e le estremità “continua con una descrizione dettagliata di ciascuna parte del corpo e, infine, dà la sua visione complessiva.:
“Nel loro insieme, le proporzioni delle strutture anatomiche (scheletro e le parti più morbide), il livello di sviluppo di ciascuna delle sue ossa e la sua configurazione macroscopica, ci permettono di interpretarla senza ombra di dubbio come un normale feto mummificato … Sia sulla base della lunghezza totale del corpo così come per la lunghezza delle ossa, si può stimare che è un feto di in un periodo di gestazione approssimativa vicino a 15 settimane.

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Ma come ha fatto questo feto ha trovarsi nella zona abbandonata vicino alla vecchia chiesa di La Noria dove è stato trovato da Oscar Muñoz avvolto in un panno? Ovviamente nessuno lo sa, ma il dottor Etxeberria ipotizza che potrebbe essere si vecchio, ma probabilmente non un antico feto mummificato appositamente . Egli, infatti, spiega che a causa della loro mancanza (nei feti) di flora batterica del tubo digerente, che è dove avviene il processo di putrefazione dei cadaveri , i feti possono essere conservati abbastanza bene. A questo bisogna aggiungere le condizioni ambientali della regione di Atacama, che è il deserto più arido della terra, ed è perfetto per la conservazione di oggetti di vario genere. Non a caso, l’area nei pressi della città di Arica è famosa per le sue mummie di 10.000 anni quidi più vecchie di quelle in Egitto, ma il dottor Etxeberria spiega anche è improbabile che sia molto antica e gli attribuisce al massimo un centinaio d’anni.
Nessuna indicazione precisa sulla datazione del reperto. Secondo il medico legale, non sarebbe però molto antico- non nell'ordine di centinaia di anni, per intenderci- ma solo "abbastanza vecchio". Per l'assenza di flora batterica nel tubo digerente, da dove ha inizio la putrefazione, quel piccolo feto si sarebbe conservato meglio di un corpo adulto. Inoltre, a preservarlo dalla decomposizione sarebbe stato il clima estremamente secco del deserto di Atacama. Senza risposta, ovviamente, anche come poteva essere finito lì, avvolto con cura in un telo, tra i resti di una chiesa abbandonata.
La parte finale del lungo articolo dell'ufologo spagnolo, pubblicato da un sito argentino (Evidencia Ovni) descrive come sia entrato in contatto con il ricercatore americano Steven Greer, grazie ad una comune amica, una dottoressa di Dallas. Dalla loro collaborazione sono scaturiti quegli ulteriori esami condotti sul misterioso corpicino negli Stati Uniti- gli stessi diventati parte integrante del documentarioSirius - dai risultati contrastanti. Perchè se da un lato il biologo molecolare Garry Nolan afferma che Ata sia umano- ma non un feto, essendo vissuto sicuramente qualche anno dopo la nascita- Greer nel film sostiene che il DNA sia di "sconosciuta classificazione".

Un'opinione, sembra, non completamente condivisa da Ramon Navia-Osorio Villar:  dopo quasi 10 anni di inutili tentativi e di ricerche, mantiene infatti un atteggiamento di estrema cautela. "Io non sono tra coloro che ritengono questa creatura un extraterrestre, anche se dal punto di vista morfologico è assai simile ad alcuni di essi. Non lo possiamo negare, ma prima di dirlo dobbiamo considerare anche altre possibilità. In sostanza, non abbiamo prove conclusive che possano stabilire la reale natura del reperto."









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