19/02/08

La Neuromatrice e il Ventriloquo

Attualmente uno dei modelli esplicativi del nostro sistema nervoso centrale, maggiormente accreditati da parte della Neuroscienza, é quello che fa capo alla Neuromatrice, intuizione potente e suggestiva ad opera del genio di Melzack.
L'idea a Melzack é venuta analizzando quello strano fenomeno costituito dalla pseudomelia, che é una percezione spiacevole da parte del paziente, spesso dolorosa, di varie sensazioni provenienti da un arto amputato, comunemente chiamata in ambito medico "Sindrome dell'arto fantasma".
L'anomala percezione proveniente dall'arto fantasma, quindi in assenza di input apparenti, ha schiuso agli scienziati una breccia sull'abisso costituito dalla stupefacente complessità del nostro cervello.
Secondo Melzack la nostra quotidiana parvenza percettiva realistica è dovuta a processi neurali centrali stabili. Esistono così mappe di attivazione (o inattivazione) ben precise, costituite all’interno dei circuiti neurali centrali e continuamente attivate e modulate dagli input che arrivano dalla periferia.
Tali mappe contribuiscono in modo preponderante alla costituzione della struttura figurale del nostro sè e forniscono anche una base empirica per ogni nostra successiva esperienza percettiva.
L’esperienza del sè fisico è così dovuta, secondo Melzack, ad una matrice neuronale (una complessa rete di circuiti neurali sia corticali che sottocorticali) precostituita geneticamente, su cui il corpo successivamente scolpisce con caratteristici pattern di scarica neuronali dalle molteplici caratteristiche, sia sensoriali che emozionali, una configurazione originale ed esclusiva per ogni essere umano, detta propriamente Neuromatrice.
I bizzarri loop talamo-cortico-talamici e gli input originati dalle strutture limbiche, componenti fondamentali della Neuromatrice, generano in seguito output divergenti, che permettono un processamento parallelo di tutte le componenti sensoriali ed emozionali del percetto, per poi convergere simultaneamente, integrando l'insieme e generando un unicum percettivo. Il processamento ciclico e la conseguente elaborazione degli impulsi nervosi vanno a creare un prodotto di uscita specifico della Neuromatrice, detto Neurosignature (praticamente una vera e propria firma della Neuromatrice) caratteristico e unico per ogni essere umano. Tutte le aree sinaptiche lungo le vie di trasmissione di ogni sistema di proiezione (quindi tutte le vie che trasportano input afferenti al cervello) ovvero tutte le aree dal midollo spinale fino ai campi di proiezione talamo-corticali possono divenire generatori dei segnali, andando ad accrescere esponenzialmente la complessità del sistema. L'attività perpetua di questi generatori è in grado di produrre specifici pattern di scarica o di raggiungere frequenze sufficientemente elevate da configurare e alterare le diverse attività delle aree cerebrali in modo ben preciso (e questo spiega la sindrome dell'arto fantasma). Queste aree inoltre presentano complicati rapporti di dipendenza e interrelazione, con mutue attivazioni e cooperazioni, fatte di sinapsi ad efficienza variabile e selezione alternata di network interni al sistema nervoso centrale.

Dopo questo doveroso excursus sulla complessità del nostro sistema nervoso centrale, mi preme sottolineare come la figura del Ventriloquo sia straordinariamente esplicativa di parte del concetto di Neuromatrice.
Il Ventriloquo al giorno d'oggi, come ben sapete, è un artista in grado di emettere una o più voci senza muovere i muscoli oro-facciali, grazie alla capacità di sostituire tutte le consonanti che richiedono il movimento buccale con suoni estremamente simili, ma che non richiedono il ricorso alla muscolatura fonetica del viso. Il ventriloquo riesce così a far sembrare allo spettatore che la voce percepita provenga direttamente dalla bocca dell'immancabile pupazzo che lo accompagna. Ma nei remoti tempi passati il ventriloquismo è stato ripetutamente utilizzato per produrre niente meno che le profezie degli Oracoli e in tal modo per condizionare subdolamente le masse.
Fino a pochi anni fa, in ambito di Neuroscienze si riteneva che ciascuno dei cinque sensi - vista, udito, olfatto, tatto e gusto - fosse governato da una corrispondente e ben precisa regione cerebrale. Si riteneva, inoltre, che ciascuna di queste aree sensoriali elaborasse l'informazione ricevuta in modo indipendente e autonomo, per poi inviarla alla corteccia, che solamente alla fine elaborava e integrava gli stimoli neuronali complessivi. Ora invece si è scoperto che nel collicolo inferiore, zona ancestrale del nostro arcano cervello, vi è una piccola parte che contribuisce a processare ed elaborare sia i suoni provenienti dalle orecchie che gli stimoli visivi che giungono dagli occhi. Ciò significa che le informazioni uditive e visive vengono integrate fra loro in una fase precoce della trasmissione neuronale, ben prima che entri in gioco la cosiddetta "parte pensante" del cervello rappresentata dalla corteccia. Questa scoperta spiega perché vedendo il pupazzo del ventriloquo si ha l'illusione che sia lui a parlare, tutto questo deriva non solamente dall'abilità del ventriloquo, ma anche dalla costituzione intrinseca del nostro sistema nervoso centrale!
Anche il cinema è in fondo un ventriloquo, in quanto tutti noi vedendo un film abbiamo inconsciamente l'illusione che le voci udite provengano veramente dalle bocche degli attori visti sullo schermo...e non ci passa neanche per l'anticamera del cervello che i dialoghi siano in realtà derivanti da grosse casse stereo situate ai lati dello schermo e innestate saldamente sulle pareti della sala cinematografica.

Tuttora incredibilmente poco sfruttata la figura del ventriloquo al cinema, io d'acchito ricordo praticamente solo "The Unholy Tree" del maestro Tod Browning e "Magic" con uno schizzato Anthony Hopkins. Voi?
(http://italian.imdb.com/keyword/ventriloquist)

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