06/02/08

La lenta asfissia del Cinema


Encomiabile iniziativa, quella avviata dal raffinato e ardito Bruni (http://contenebbia.splinder.com/post/15761552#comment) e divulgata dai valorosi Para e Chimy (http://cineroom.splinder.com/post/15747341#comment) , con l'intento di dare una spallata alla sorniona distribuzione cinematografica nazionale.
Quello della distribuzione è un annoso problema, che si sta acuendo negli ultimi anni anche a causa di leggi capestro (quelle connesse ai contributi statali), che impongono percentuali di programmazione di film europei improponibili da raggiungere per i piccoli cinema dei centri cittadini, dotati di un'unica sala. In videoteca, già da diversi anni, la situazione non è più rosea, visto che l'acquisto di un blockbuster di punta impone al gestore l'acquisto obbligato di un pacchetto di altri film minori (spesso insulsi) distribuiti dalla stessa casa di distribuzione e con questo subdolo meccanismo i fondi da investire per lo strangolato piccolo proprietario di videoteca si riducono drasticamente (il sistema dei pacchetti ammorba anche la distribuzione in sala). Inoltre, e questo è paradossale, il prezzo di un dvd per il noleggio di uno strombazzato blockbuster americano e il prezzo di un oscuro film d'autore europeo non differiscono poi di molto, con la terribile differenza che il secondo non raggiungerà mai il numero di noleggi necessario per ammortizzarne l'elevato costo. In questo modo nel tempo si è avuta la progressiva scomparsa dagli scaffali delle videoteche di tali film d'autore che, anche se apparentemente distribuiti, non vengono poi a conti fatti acquistati dalle videoteche. Altro elemento disturbante é quello della previsione di vendita dei diritti televisivi, vera e propria boccata d'ossigeno per le casse dei produttori, ma evenienza che ha portato, almeno nel nostro paese, ad una bizzarra censura preventiva, alla radice, di tutti i progetti che non avessero i requisiti per una successiva distribuzione televisiva...pensare che una volta si diceva che il mondo è bello perché é vario!
Unica eccezione è quella rappresentata da Ghezzi e collaboratori nel loro mirabolante Fuori Orario che, in questi anni, spesso ha sopperito alle innumerevoli carenze distributive italiche.
Il nostro cineclub è nato tredici anni fa con l'obiettivo di diffondere film d'autore sconosciuti, non rintracciabili facilmente né nelle videoteche che in televisione, cercando di valorizzare autori meritevoli, ma snobbati dalla critica ufficiale o non distribuiti nel circuito delle sale cinematografiche del nostro territorio.
Materiale recuperato con strategie carbonare (scambi, dritte incrociate) nel sotterraneo circuito degli amatori e poi proposto per dare al pubblico un'idea della Settima Arte che non fosse soltanto quella cinema come svago o del kolossal della settimana con il bello e la bella di turno. Del resto, però, non è facile far capire che - così come la buona pittura non è solo il bel disegno, la buona musica non è solo la melodia orecchiabile, la buona scultura non si riduce alla mera rassomiglianza - anche il buon cinema non è solo nella storia dallo sviluppo avvincente o nella gradevolezza estetica del prodotto. Purtroppo servono occhi allenati per vedere e recepire certe cose.
In questi tredici anni, portati avanti nella più assoluta indipendenza, ne abbiamo viste di tutti i colori, da Tarkovsky a Batzella, da "Quarto potere" in lingua originale sottotitolato (nettamente un altro film!) al decamerotico "Metti lo diavolo tuo ne lo mio inferno" etc...e di questo dobbiamo anche ringraziare il luogo che ci ha ospitati, il Clan Destino, locale storico che ha sempre seguito in ambito musicale una linea qualitativa intransigente, non accomodante e poco omologata e che di conseguenza non ha mai fatto pressioni all'associazione sulla necessità di proiettare film più accattivanti o di facile richiamo.
Attualmente la fruizione domiciliare dei DVD, la rivoluzione Internet e l'appiattimento omologato dei gusti ci sta dando un duro colpo, tanto che alle nostre proiezioni raramente riusciamo a superare i cinque spettatori...in un anno in cui abbiamo dovuto cambiare contemporaneamente schermo e proiettore non è assolutamente un bel presagio...forse va preso definitivamente atto della progressiva ed inarrestabile scomparsa della sala come luogo principale designato alla fruizione di un film...il cinema come è sempre stato inteso è già scomparso da un po' (i multiplex non c'entrano nulla col cinema, sono supermercati camuffati), eccetto che per pochi irriducibili nostalgici...scomparso è il rito di recarsi al cinema e la fruizione dei film è ormai quasi totalmente privata, digitale, casalinga.
Va notato come il cinema e i film siano molto cambiati negli ultimi decenni con l'avvento del computer e della relativa tecnologia...le sale, invece, sono rimaste come struttura sempre le stesse, refrattarie ad ogni minimo cambiamento, con il pubblico in posizione frontale rispetto allo schermo, quest'ultimo sempre rigidamente rettangolare, e con la solita rassicurante disposizione delle poltroncine in sala. Il cinema, condannato a restare in sale antidiluviane e soffocato prima dalla televisione e dalle videocassette e poi da Internet e dai dvd, ha così perso molto del suo fascino e della sua attrattiva verso il pubblico...forse, allora, non è il cinema a dover cambiare per riportare il pubblico nelle sale, ma sono proprio queste ultime a dover essere rifondate, mutate radicalmente nell'architettura e nell'assetto, così da riguadagnare la magia perduta. Non va dimenticato che di un singolo film a distanza di tempo, a volte si ricorda molto poco, mentre è precisa la memoria del luogo dove lo si è visto.
Tornando all'origine di questo post, segnalo con piacere alcuni film recenti che la nostra distribuzione ha allegramente ignorato (ma sono solo una piccola parte...), privandoci così, in alcuni casi, del piacere di vedere in sala alcune delle opere più straordinarie di tutti i tempi:
- "Otesanek" di Jan Svankmajer (2000)
- "Songs from the second floor" di Roy Andersson (2000)
- "Bicho de Sete Cabeças" di Lais Bodanzky (2001)
- "Storytelling" di Todd Solondz (2001)
- "Bully" di Larry Clark (2001)
- "The afternoon of a torturer" di Lucian Pintilie (2001)
- "The American Astronaut" di Cory McAbee (2001)
- "Ascension" di Karim Hussain (2002)
- i due film collettivi "Ten minutes older" (2002)
- "A Dirty Shame" di John Waters (2004)
- "DiG!" di Ondi Timoner (2004)
- "Aaltra" di Benoit Delepine (2004)
- "Vital" di Shinya Tsukamoto (2004, ma anche lo splendido Gemini...)
- "Odete" di Joao Pedro rodrigues (2005)
- "Naboer" di Pal Sleutane (2005)
- "What is it?" di Crispin Glover (2005)
- "The Notorius Bettie Page" di Mary Harron (2005)
- "Container" di Lukaas Moodysson (2006, ma anche "A hole in my heart")
- "This is England" di Shane Meadows (2006)
- "Behind the Mask: The Rise of Leslie Vernon" di Scott Glossermann (2006)
- "Import/Export" di Ulrich Seidl (2007)
- "The Man from London" di Bela Tarr (2007)
- "Mister Lonely" di Harmony Korine (2007)

Per quanto riguarda gli autori è incredibile che registi del calibro di Gyorgy Palfi, Guy Maddin, i fratelli Quay, Lodge Kerrigan, Agustí Villaronga, Errol Morris, Alan Clarke, Eloy de la Iglesia, Sogo Ishii, Toshio Matsumoto etc in Italia siano praticamente tuttora sconosciuti.
La dice lunga anche il fatto che uno dei personaggi chiave del cinema degli ultimi anni quale è Takashi Miike, nel nostro paese abbia avuto pochissimi film distribuiti.
E qual é la ragione che impedisce di distribuire i film di José Mojica Marins e Radley Metzger al pari di quelli di Russ Meyer?
Tra i film del passato, poi, tanti sono quelli che non hanno mai avuto distribuzione in dvd o in televisione, tra cui segnalo, giusto così, per piacere personale:
- "Mr Freedom" di William Klein (1969)
- "Arrebato" di Ivan Zulueta (1980)
- "The Silver Globe" di Andrej Zulawski (1987)
- "Metal skin" di Geoffrey Wright (1994)
- "Lumière et compagnie" Autori Vari (1995)
- "The Castle" di Michael Haneke (1997)
Il cinema attuale è una caramella, noi che facciamo?

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