27/10/10

FESTIVAL ESTREMO DALL'ORIENTE

FESTIVAL ESTREMO DALL'ORIENTE
NEW JAPANESE FESTIVAL
Clan Destino faenza

VENERDÌ 5 e SABATO 6 NOVEMBRE
Per “ascolti contemporanei”, due giorni di musica contemporanea estrema dall’oriente
Venerdì 5 JAPANESE NEW MUSIC FESTIVAL 2010. Questo concerto avrà luogo alle 21.30
all’interno del M I C Fondazione (Museo Internazionale delle Ceramiche). 7 performance di 15 minuti l’una. Fra l’ improvvisazione radicale, la tecnica trabordante, metodica, matura, portata ad un livello sonico e profondamente elegante con tessiture complesse, eccentriche, poliritmiche esposte in performance scellerate che portano il pubblico in un abisso di ammirazione ed euforica ironia. Fra l’ abilità sonora all’ ennesima esposizione e il nonsense di mai dire banzai. I progetti sono 1-Tatsuyama Atsushi, bassista, 2-Kawabata Makoto, chitarra, 3-Ruins Alone: Yoshida Tatsuya, batteria 4-Zubi Zuvax: Yoshida + Tatsuya + Kawabata poliritmico a cappella 5-Akaten: Tsuyama + Yoshida performance oggettistica polifunzionale (con uso anche della ceramica) 6-Zoffy: Tsuyama + Kawabata niente suona come questo. L’ ironia come veicolo essenziale dell’ arte. 7-Acid MotherTemple SWR: Kawabata + Tsuyama + Yoshida una legione di potenza leggendaria e stupefacente.

Sabato 6 Novembre prosegue il festival al Clan Destino con
-10 (JAP-KOR)
Al contrario della serata precedente, giovanissimo duo femminile da Seul, per la prima volta in Italia, elettronica, sonorità 80, improvvisazione, noise e chincaglierie varie. Itta (voce, keytar, toys) e Marquido (laptop, bass e synth) ci portano coscienza dell’ immensità degli artisti del sol levante! Per loro il noise è una forma poetica e le loro performance sono allo stesso tempo poppy, abrasive e bizzarre.
Si dice che parteciperà anche Sora Aoi...
DOMENICA 7  NOVEMBRE ore 17.30
Scaglie Cinema Club propone
ACHILLE E LA TARTARUGA
 ACHILLES TO KAME 
di Takeshi Kitano (2008 GIAP 119')
Artisti si nasce o si diventa? ....formula conciliante del percorso nichilista, straziante; probabilmente il picco non superabile dell'altitudine melodrammatica dell'autore.
Kitano è come al solito in ogni parte: regista, scenografo, attore e pittore di opere trabordanti di colori accesi e quasi pacchiani, prodotti dell'eterno protagonista dai contorni grigi e cupi, sulfureo perdente della provincia da cui l'artista non riesce a emergere.
...si prende delle libertà che non si era concesso nei film precedenti (quelli incensati e premiati), si permette di ridere, di sfociare nel grottesco, di sorridere alla morte che lo bacia da vicino.
Un Kitano libero dai vincoli della produzione si muove danzando dentro al processo creativo; ne scaturisce arte pura e unica, una riflessione lucidissima sull'uomo e sull'artista di grande portata filmica.
Forse l'opera più riuscita e straziante di Takeshi Kitano...
(dal web)

Nessun commento: