Rapporto Confidenziale
rivista digitale di cultura cinematografica
numero28 – speciale 2010 Festival del film Locarno
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numero28 – speciale 2010 Festival del film Locarno
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Editoriale di Alessio Galbiati e Roberto Rippa
Non è un numero come tutti gli altri quello che avete di fronte agli occhi, è un numero speciale, nel vero senso della parola.
Speciale perché in questo numero28, scritto per intero a quattro mani, ci sono due mesi di vita, chilometri, persone, emozioni e visioni.
Ore ed ore di cinema, di parlar di cinema, di pensare al cinema.
Due mesi entro i quali Rapporto Confidenziale ha ridefinito il proprio percorso, la propria natura, in cui abbiamo compreso dalle persone che abbiamo incontrato che quest’esperienza editoriale è davvero necessaria, che viviamo in uno scenario di guerra, di una guerra persa come dice Gianluca Arcopinto, ed entro la quale è necessario costruire quegli strumenti utili alla resistenza ed alla ricostruzione.
Speciale perché in questo numero28, scritto per intero a quattro mani, ci sono due mesi di vita, chilometri, persone, emozioni e visioni.
Ore ed ore di cinema, di parlar di cinema, di pensare al cinema.
Due mesi entro i quali Rapporto Confidenziale ha ridefinito il proprio percorso, la propria natura, in cui abbiamo compreso dalle persone che abbiamo incontrato che quest’esperienza editoriale è davvero necessaria, che viviamo in uno scenario di guerra, di una guerra persa come dice Gianluca Arcopinto, ed entro la quale è necessario costruire quegli strumenti utili alla resistenza ed alla ricostruzione.
Ancora una volta vi invitiamo a sostenere RC: nella sua diffusione ed economicamente, attraverso una donazione – ognuno come crede, ognuno come può.
Buona Visione
«Come l'acqua, il gas o la corrente elettrica, entrano grazie a uno sforzo quasi nullo, provenendo da lontano,
nelle nostre abitazioni per rispondere ai nostri bisogni, così saremo un giorno approvvigionati di immagini e di
sequenze di suoni, che si manifestano a un piccolo gesto, quasi un segno, e poi subito ci lasciano».
(Paul Valéry, Pièces sur l'art, Paris 1934, p. 105)