Dopo aver presentato su questo blog alcune opere di Raymond Bertrand e Atsushi Tani, continuiamo nel nostro excursus attraverso artisti che mescolano suggestioni erotiche con immagini mutanti presentando alcune creazioni del maestro giapponese Yoshifumi Hayashi.
Le opere di Yoshifumi Hayashi provengono direttamente dal suo inconscio, cariche come sono di sconcertanti paranoie feticiste. La sua attenzione è rapita dalla forma di natiche e cosce smisurate di donne spersonalizzate, forme generose e ondulanti ripetute ossessivamente. Spesso nelle sue opere vengono rappresentati gli organi genitali abbinati alle circonvoluzioni cerebrali, quasi a suggerire che l'erotismo è una dimensione prettamente cerebrale, l'erotismo è immaginario e impalpabile...l'erotismo sono i fantasmi, come scriveva acutamente Gérard Lenne in La sexe à l'ecran (1978).
Le sue sofisticate opere sono avvolte in un'atmosfera metafisica che ne accresce il potenziale erotico e la sua arte molto particolare si viene a configurare come una trasgressione che svela meccanismi reconditi della psiche e ne libera alcuni istinti. Cervello, mucose, succhi gelatinosi e carni illimitate contribuiscono a sviluppare nello spettatore una tensione emotiva irrazionale, sorgente di sensazioni spesso contradditorie. La sua arte è spesso provocatoria ed estrema, ma riesce a mantenersi sempre ben lontana dall'oscenità pacchiana della pornografia. In Italia vennero organizzate due personali dell'artista alla Mondo Bizzarro Gallery (nel 2003 e nel 2004), durante le quali venne definito, a mio parere giustamente, come "bio-ingegnere della Nuova Carne", a braccetto quindi con Giger, Cronenberg, Tsukamoto, Stelarc etc .
Su Yoshifumi Hayashi sembrerebbe esistere anche un documentario girato nel 1980, ma non risulta neppure sull'IMDB, dal titolo Hyper Erotic Art: Hayashi con alla regia un altro maestro dell'erotismo, il dimenticato Walerian Borowczyk.
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