episodio di I tre volti della paura - Black Sabbath
di Mario Bava (1963 ITA/FRA/USA 92')
The Boris Karloff Blog-a-thon: con la ricorrenza del centoventiduesimo compleanno di Boris Karloff, il blog Frankensteinia ha indetto una splendida iniziativa per omaggiarne la memoria. Si tratta di una maratona lunga sette giorni (dal 23 al 29 Novembre) ,che vede oltre un centinaio di bloggers, di varie parti del mondo, pubblicare articoli e materiale audiovisivo riguardante l'indimenticabile attore. Noi di Scaglie, nel nostro piccolo, non potevamo certo tirarci indietro e abbiamo pensato di riesumare quel piccolo gioiello del terrore, che è l'episodio "I wurdalak" del film "I tre volti della paura", uno dei capostipiti del cinema horror italiano, che vede l'incontro tra due mostri sacri quali Boris Karloff e il nostro Mario Bava. L'episodio in questione è ispirato ad una novella di Aleksej Tolstoj dal titolo La famille du Vourdalak. Karloff, all'epoca settantasettenne, interpreta maestosamente sia il personaggio del narratore che coordina i tre spezzoni del film, che Gorka, il Wurdalak del titolo. Ciò che colpisce nel film è la capacità che ha il regista di creare un'affascinante atmosfera incantata, ma al contempo assai terrificante e spettrale e con uno stato di tensione costante. E riesce a farlo con l'utilizzo di scarsi mezzi tecnici, quali un uso sapiente delle luci e di fantasmagorici cromatismi (verdi acidi, blu cobalto, violetto, rossi e arancioni) e di movimenti di macchina millimetrici. Altro elemento degno di nota è l'interpretazione di Karloff che tratteggia un vampiro dal cuore trafitto di una complessità notevole, che esprime alla perfezione l'enigma dell'ambiguità del male (infatti i suoi familiari inizialmente hanno molti dubbi sul fatto se sia stato o meno vampirizzato). Il finale senza speranza in cui tutti i protagonisti finiscono vampirizzati suggella con coraggio un film quasi irripetibile, considerando anche l'innocenza degli ignari spettatori dell'epoca. Molte le sequenze indimenticabili del film, tra cui va ricordata quella della cavalcata di Gorka nella notte irreale con in braccio il nipotino, che verrà poi vampirizzato senza alcuna pietà. La madre trovandolo successivamente morto, rifiuterà di decapitarlo e lo seppellirà intero. Il ritorno del piccolo Wurdalak alla casa dei familiari, con la toccante implorazione rivolta alla madre di lasciarlo entrare, spacca letteralmente il cuore degli spettatori e rappresenta un highlight del cinema del terrore di tutti i tempi (George Romero se ne ricorderà ne La Notte dei Morti Viventi). Altre due citazioni le meritano sia l'incipit dell'intero film con un Karloff strepitoso, che il geniale e ironico finale in cui viene svelata l'artigianalità dei trucchi utilizzati, che hanno ammaliato lo spettatore durante la proiezione: Karloff sta galoppando selvaggiamente su un cavallo sferzato dai rami della foresta, la macchina da presa, con un carrello all'indietro, mostra i componenti della troupe che agitano alcune frasche davanti all'obiettivo per creare l'illusione del movimento, mentre Karloff monta un cavallo palesemente finto, azionato da un ingegnoso meccanismo meccanico. Capolavoro. Immenso Boris Karloff. Immenso Mario Bava.
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