Planeta Bur - I 7 navigatori dello spazio
di Pavel Klushantsev (1962 URSS 85')
Raro film di fantascienza russo, recentemente editato in dvd anche in Italia (www.sinisterfilm.net), che narra le disavventure di un gruppo di astronauti appartenenti a due astronavi, mandate ad esplorare l'orbita e la superficie di Venere. Problemi con una tempesta di meteoriti inducono i comandanti della missione a dare l'ordine di tornare sulla terra per eccessivo pericolo. Ma i componenti di una delle due astronavi si rifiutano di abbandonare, proprio a quel punto, la missione e sbarcano così sul pianeta ostile. Gli astronauti vengono da subito immersi in un paesaggio roccioso malsano primordiale, tra suoni e rumori misteriosi, continuamente minacciati da dinosauri antropofagi e piante carnivore urlanti. Un robot che li accompagna dovrebbe proteggerli dai pericoli e calcolare la via del rientro, ma l'atmosfera mefitica del pianeta fa andare in tilt i suoi circuiti, al punto da fargli perdere la bussola e farlo delirare su un fantomatico "Regno della Pace su Venere". Durante l'esplorazione del pianeta gli astronauti rinvengono i resti di un'arcana città sepolta sott'acqua, tra i quali si evidenzia la presenza di un drago pietrificato con un occhio rubino, enigmatico simbolo di abitanti sconosciuti. Un'eruzione vulcanica complica ulteriormente le cose e mette definitivamente fuori uso il robot inghiottito dalla lava, gli esseri umani ora sono soli con tutte le loro debolezze. Il film ci dice che ogni civiltà ha il suo ciclo e l'unica probabile via di salvezza è la migrazione degli esseri nel cosmo. Ma il finale apre ulteriori prospettive poiché la scoperta di un viso femminile scolpito nella roccia sembra evidenziare un'inaspettata dolcezza in questo mondo ignoto. Da sottolineare il ruolo dell'unica donna astronauta, di nome Masha, che rimane a bordo dell'astronave e da lì coordina e protegge le azioni dei suoi compagni nella pericolosa missione. Nel finale, quando sembra venir meno ogni speranza, accade l'inaspettato e un astronauta sente una dolcissima voce femminile che lo chiama, proveniente da un'eterea venusiana (allucinazione o realtà?), preludio a sviluppi incogniti che il film lascia alla nostra immaginazione. Certo il film è molto datato, ma alcune sequenze dimostrano la sua potente capacità evocativa, come quella in cui vediamo l'astronauta fluttuare nella cabina dell'astronave in assenza di gravità, scena che ha ispirato niente poco di meno che Stanley Kubrick per 2001 Odissea nello spazio. Il vampiresco Roger Corman acquistò negli anni Sessanta i diritti per la distribuzione del film negli Stati Uniti e vista l'ottima (per l'epoca) qualità delle riprese decise di utilizzarne vari spezzoni come inserti di alcuni B- movies diretti dai suoi allievi Curtis Harrington (Voyage to the Prehistoric Planet e Queen of Blood) e Peter Bogdanovich (Voyage to the Planet of Prehistoric Women). Oltre a Kubrick, anche George Lucas ha pubblicamente riconosciuto Pavel Klushantsev come suo precursore.
Nessun commento:
Posta un commento