07/06/08

La Corrida Convessa

La Corrida Convessa
Frammento di una conversazione tra Alejandro Jodorowsky e il torero Diego Bardon
(1971)

Alejandro: Come organizzeresti una corrida contestataria in un'arena normale?
Diego: Comincerei vestito e mi spoglierei poco a poco. Comparirei in costume da astronauta con sopra una tonaca. Riempirei le gradinate scoperte di fachiri, cultori di yoga e monaci. Nelle "callejon" (piccoli corridoi da cui escono i toreri) metterei delle prostitute di Salamanca (la Margot e la Cartones) e André il lustrascarpe. La Margot mi trasmetterebbe la facoltà di controllare il mio corpo dandomi dei poteri da fachiro. La Cardones mi darebbe la potenza spirituale di un monaco e André il lustrascarpe il controllo emozionale di un cultore di yoga. Grazie alla captazione telepatica di questi poteri, potrei spogliarmi dei costumi da astronauta e da prete, e attenderei la divinità rimanendo nudo. La divinità deve essere epidermica. Grazie ai miei poteri divini farei librare il toro, lo farei ondeggiare e danzare nell'aria mentre io e tutti gli altri, le prostitute, il lustrascarpe, i cultori yoga, i monaci, i fachiri e anche dei nugoli di nane incinta, formeremmo un'unità aerea, in cui il toro sarebbe un astro e gli altri il resto di un sistema galattico il cui centro solare sarebbe mutevole: a ciascuno di noi toccherebbe esserlo per un momento, poi cederemmo il centro ad un altro. Poiché i sistemi solari hanno un'organizzazione gerarchica come la destra o la sinistra, potremmo infine contare su un sistema solare organizzato anarchicamente...dichiaro finito il "paseillo" (piccola sfilata) e chiedo che al suo posto venga chiamato un gruppo di professori universitari in toga che tenga dei corsi di geometria religiosa a dei mulattieri. Le coagnizioni, trasmesse attraverso microfoni e altoparlanti in tutta l'arena, si riferiranno alla convessità e alla concavità (che sono i due principi creatori dell'universo). Il Concavo è il Diavolo, che racchiude nel suo cerchio i tre mali: il potere, la coscienza della colpa non espiabile e la morte. Il Convesso è il Dio Buono, che diffonde nell'universo i doni del Bacio. Il Bacio, principale creazione della convessità, cade in potere dell'uomo che lo fa evolvere fino al male. Fino ad allora era il Bacio, el Beso, Con Beso, Conbexo, Convexo...Adesso è un bacio concavo; nel bacio concavo, c'è il cavo, con questo bacio cado nel cavo, nella tomba tragica. La tragedia è la corrida attuale, conservatrice, storica. Il torero torea in modo concavo, narcisistico, con dei movimenti che vanno dalla periferia verso il centro, verso sé stesso, in una sorta di onanismo. Per vincere la tragedia si dovrà toreare con dei movimenti convessi, per raggiungere il "con beso" collettivo.
Alejandro: Come realizzeresti il combattimento convesso?
Diego: Potrei ottenerlo moltiplicando le "muletas". Ne avrei una in ogni mano e dieci o dodici per terra. Grazie ad esse potrei ottenere infinite possibilità di passi, che sono altrettante infinite possibilità di amare...il torero può cambiare vestito, vestirsi, svestirsi, dipingersi il corpo, tatuarsi, mutilarsi, farsi incornare dal toro. In uno stato di sonno ipnotico e di divinazione si possono affrontare le cariche del toro senza essere feriti. Durante una corrida, io mi sono gettato sul toro e mi sono lasciato colpire diciotto volte senza farmi niente. Si possono mettere le banderillas una per una. La lancia del picador può racchiudere delle farfalle tropicali viventi, in modo che, al momento di picare il toro, si apra uno sportellino che lascia sfuggire una nuvola multicolore...
Alejandro: Diego Bardon, con questa intervista lasci la porta aperta alle nuove generazioni di toreri perché diano libero corso al loro spirito, sprigionino l'immaginazione, si spoglino dei loro travestimenti goyeschi e inventino nuove forme per esprimersi da soli e far saltare in aria una tradizione destinata a morire.
Diego: Una volta raggiunta la Convessità, la "Festa" dovrà sparire. Se delle forze cosmiche sconosciute si opponessero, i toreri dovrebbero autoincenerirsi come dei bonzi.

(da Panico! a cura di Antonio Bertoli - Giunti Citylights)

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