Nati Ciechi
"Io volevo sapere una cosa: credete voi in Dio o no?" disse Stavrogin guardandolo con durezza" " Io credo nella Russia, nella sua ortodossia...Io credo nel corpo di Cristo...Io credo che la sua nuova venuta accadrà in Russia...Io credo..." si mise a balbettare esaltato Satov.
"E in Dio? in Dio?"
"Io...io crederò in Dio"
(Da "I Demoni" di Dostojevski)
Cosa aggiungere a questo? Qui é genialmente colta quella condizione di sgomento spirituale, quella carenza e quella deficienza dell'anima che sta diventando il carattere più costante dell'uomo moderno, il quale può essere definito un impotente spirituale. Il bello é celato agli occhi di coloro che non cercano la verità, o per i quali essa é controindicata. Questa profonda mancanza di spiritualità di colui che non percepisce, ma giudica l'arte, il suo rifiuto e la sua mancanza di disponibilità a riflettere sul significato e sullo scopo della propria esistenza nel significato più alto del termine, assai sovente vengono mascherate con l'esclamazione primitiva fino alla volgarità: "Non mi piace!", "Non mi interessa!".
Questo é un argomento a cui é impossibile controbattere, ma spesso assomiglia alla reazione di un nato cieco, al quale si sforzano di descrivere un arcobaleno.
Analogamente l'uomo contemporaneo, incapace di meditare sulla verità, rimane semplicemente sordo alla sofferenza, attraverso la quale é passato l'artista per condividere con gli altri la verità da lui attinta.
(Andrej Tarkovskij)
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