Il ventre che partorì la cosa immonda è ancora fecondo
Oggi, quando dei sofisti ci invitano a dimenticare, manifesteremo il nostro muto e impotente orrore di fronte ai cani dell’odio; penseremo intensamente all’agonia dei deportati e dei bambini che non sono tornati, poiché questa agonia durerà fino alla fine del mondo. (V. Jankélévitch)
In occasione della Giornata della Memoria del genocidio mi sembra interessante proporre il recupero di una serie di videodocumenti sullo sterminio delle diversità messo in atto da parte del nazismo e del fascismo. I videodocumenti in questione riguardano le persecuzioni operate nei confronti degli omosessuali con il film Paragraph 175, degli zingari con il documentario Porrajmos e dei Testimoni di Geova con il documentario Triangoli viola. Si tratta di persecuzioni rimaste sepolte dal silenzio per decenni, tuttora misconosciute per il grande pubblico. Eppure la ferocia del regime, nella folle idea di proteggere la razza ariana da tutti i fattori di corruzione che avrebbero potuto indebolirla, colpì questi gruppi in maniera devastante. L’obiettivo di purificare la comunità di stirpe rendeva plausibile pensare di potersi sbarazzare degli indesiderabili o deportandoli in spazi lontani e inospitali, oppure – quando ciò si dimostrò praticamente irrealizzabile – massacrandoli in massa. Il genocidio interessò quindi non solo gli ebrei, ma anche i sinti e i rom, gli omosessuali, gli handicappati, gli oppositori politici, i testimoni di Geova, gli anarchici, i polacchi, gli slavi, i massoni, gli asociali, le prostitute, gli alcolizzati, i criminali comuni, i vagabondi e i disoccupati cronici. Il silenzio su questi massacri durato decenni ha motivazioni tangibili, in quanto il non riconoscimento di questi stermini ha portato alla negazione dei risarcimenti ai perseguitati, inoltre gran parte della magistratura e della polizia tedesca che operava durante il nazismo, macabra ironia della sorte, fu la stessa deputata al riconoscimento degli indennizzi. Per quanto riguarda gli omosessuali poco conosciuto è il fatto che molti sopravvissuti siano stati oggetto di persecuzioni continue anche nella Germania post-nazista, dove vennero visti non come prigionieri politici, ma come criminali, in quanto il famigerato Paragrafo 175 rimase in vigore fino al 1969. Alcuni vennero arrestati nuovamente dopo la fine della guerra e rispediti in carcere (tanto che negli anni ’50 e ’60 il numero degli arrestati per omosessualità nella Germania Ovest era identico a quello registrato durante il periodo nazista), tutti vennero comunque esclusi dai risarcimenti previsti dal governo tedesco ed il tempo trascorso nei campi di concentramento venne loro dedotto dalle pensioni.
Per quanto riguarda gli zingari la sottovalutazione o la negazione dello sterminio nei lager nazisti non solo offende la memoria delle centinaia di migliaia di vittime, ma investe l’identità stessa del popolo zingaro degradandolo a sottocultura marginale cui viene negata ogni dignità. La visione dello splendido documentario Porrajmos, una persecuzione dimenticata ricorda a chi abbia dei dubbi che esiste un universo umano degno di rispetto anche dietro all’espressione zingaro e mostra quanto insidiosamente le ideologie di ieri si nascondano in molte critiche e pregiudizi dell’oggi. Per quanto riguarda i Testimoni di Geova o Bibelforscher sono uno dei pochi gruppi religiosi che ha avuto il coraggio di rigettare il nazionalsocialismo senza compromessi pagandone le atroci conseguenze. Comprendere a fondo queste realtà significa per la società contemporanea acquisire la consapevolezza di come repressione, discriminazione, persecuzione e vessazione possano fatalmente portare a gravi radicalizzazioni reattive allora come oggi.
In una società come la nostra, in cui il luogo comune viene eretto a verità attraverso un uso banalizzante dei mass media ed in cui pregiudizi popolari e stereotipi ereditati dal passato cementano le certezze dell’uomo comune, la visione di questi documenti tragici e commoventi rende partecipi della sofferenza e della complessità di persone, catalogate come diverse, in realtà in possesso di una straordinaria umanità. Per ricordare che la nostra Civiltà ha il dovere di sorvegliare e di non dimenticare le proprie responsabilità anche perché, citando Brecht, “il ventre che partorì la cosa immonda è ancora fecondo”.
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