Febbraio Scaglie 2009 al clan destino
Domenica 1 ore 21.30
Distretto 13
di John Carpenter (1976 USA 91')
John Carpenter con pochi soldi e tante idee si ispira a Rio Bravo di Howard Hawks, riuscendo a ricreare in un distretto di polizia di un sobborgo metropolitano un vero e proprio angosciante e claustrofobico assedio da parte di una misteriosa gang di criminali senza volto, che intendono vendicare l'uccisione di alcuni loro compari. Tra gli assediati spicca Napoleone Wilson, un po' l'antesignano di Snake Plinsky, sorta di villain dai modi bruschi, che le inusuali circostanze collocano come leader degli assediati. La trama e i dialoghi sono essenziali, lo stile è secco, impreziosito oltretutto da un montaggio, opera dello stesso Carpenter, che mantiene lo spettatore sul filo del rasoio dall'inizio alla fine e questo nonostante gli scarni contenuti della trama. Tutto è giocato sulla capacità che ha il cinema di inchiodare lo spettatore alla sedia e per far questo Carpenter si serve sia di un magistrale uso di luce e ombre, sia di musiche coinvolgenti, create appositamente da lui stesso per questo film. I trent'anni di età della pellicola non ne hanno smorzato l'impatto e la tensione e l'inaspettata scena dell'uccisione della bambina dal gelataio rimane tuttora un notevole pugno allo stomaco.
Domenica 8 ore 21.30
This is England
di Shane Meadows (2006 UK 101')
Opera notevole incentrata sulla cultura skinhead nell'Inghilterra Tatcheriana dei primi anni Ottanta, incredibilmente non distribuita nel nostro paese. Il protagonista è un ragazzino sbandato di undici anni di nome Shaun, che vive con la madre in quanto ha perduto il padre nella guerra delle Falkland. Sbeffeggiato da alcuni suoi compagni di scuola più grandi e grossi e per questo roso dalla rabbia, vede uno spiraglio di luce quando alcuni skinheads più grandi di lui lo accolgono nel loro gruppo. La solidale brigata viene però scossa dal ritorno del leader Combo, rilasciato dalla galera, che porta ad una scissione della banda a causa della svolta violenta che quest'ultimo sostiene, sostenuta da idee nazionaliste e razziste, che lo portano vicino alle posizioni del Fronte Nazionale. Meadows riesce così a mostrarci la perdita progressiva di purezza del fenomeno skinhead originario, inquinato da una radicale politicizzazione e da una conseguente parcellizzazione. Il film evidenzia anche il fatto che alcuni leader del movimento negli anni ottanta, accecati dalla rabbia e dall'aggressività gratuita, dimenticarono come all'origine della cultura skinhead degli anni Sessanta vi fossero gli immigrati giamaicani. Interessante nel film è il rapporto ambiguo che si viene a creare tra il ragazzino e il truce Combo, che viene ad essere per lui in certi momenti un secondo padre fino al momento in cui la follia omicida di quest'ultimo deluderà irrimediabilmente il ragazzino. La crescita di Shaun peraltro brucia le tappe, forgiandolo come futuro illuminato leader. Fondamentale in questa società crescere in fretta e tanto per non farsi illusioni raggela il sangue il fatto che la pellicola sia dedicata alla memoria di Sharon Turgoose, madre del giovane protagonista, deceduta poco dopo la fine delle riprese. Notevole la colonna sonora, nella quale si può ascoltare la corrente punk rock degli skin denominata “Oi!”.
Domenica 15 ore 21.30
Invincibile
di Werner Herzog (2001 UK/GER/USA/Irlanda 133')
Herzog torna al racconto di fiction dopo dieci anni di documentari ispirandosi a due figure realmente esistite: il mitico forzuto Siegmund Zishe Breibart e l'illusionista Erik Jan Hanussen. Ma in Italia il suo film non viene distribuito e rimane irreperibile per lungo tempo. Polonia Est: Zishe Breitbart è un giovane ebreo dotato di incredibile forza fisica. Lavora con suo padre come fabbro in un piccolo villaggio. Un impresario tedesco lo nota e gli propone di andare a lavorare per lui a Berlino. Dopo qualche indecisione Zishe accetta e diventa un'attrazione del “Palazzo dell'occulto di Hanussen”, dove si esibisce travestito da eroe germanico con il nome di Sigfrid. Hanussen, il capo del locale, è un ambiguo illusionista danese che, attraverso numeri di ipnosi e profezie, fa propaganda per Adolf Hitler e il partito nazista, molti componenti del quale sono clienti del locale. Hanussen rivela a Zishe di avere un sogno: diventare il “ministro dell'occulto” di Hitler. Zishe si innamora di Marta, la pianista del locale, che è di origini ceche e che viene maltrattata da Hanussen. Un giorno, quando sale sul palco, Zishe rivela di non essere ariano ma bensì ebreo, causando l'ammirazione di alcuni dei presenti e l'ira dei nazisti. Come risposta, Hanussen ipnotizza Marta, affermando che riunirà in lei la forza di tutti i presenti, e le fa eseguire il numero di Zishe, ovvero il sollevamento di un elefante. Il fatto crea molto scalpore, i giornali ne parlano e un importante rabbino invita Zishe alla sinagoga, dove viene accolto con ammirazione. La sera successiva allo spettacolo sono presenti molti ebrei e molti nazisti, tra cui nientemeno che Himmler e Goebbels. Zishe riesce a sollevare un peso superiore al record mondiale e si scatena una rissa in sala, fermata dall'intervento di Hanussen. Un giorno Zishe accusa pubblicamente Hanussen di usare dei trucchi per ingannare la gente; i due finiscono in tribunale. Durante il processo Marta rivela che Hanussen, oltre ad usare trucchi, è un ebreo e che il suo vero nome è un altro. Poco dopo Hanussen viene catturato dai nazisti per poi essere ritrovato morto qualche tempo dopo. Dopo la morte di Hanussen, Zishe inizia ad avere visioni profetiche. Convinto che gli ebrei siano minacciati dai nazisti, torna al suo villaggio in Polonia e cerca di convincere gli ebrei a prepararsi a una persecuzione, ma non viene creduto. Un giorno, mentre esibisce la sua forza, rimane ferito da un chiodo arrugginito (da wikipedia). Herzog è meno visionario del solito, anche se la metaforica sequenza dei granchi rossi sulla spiaggia colpisce fervidamente il nostro immaginario e va sottolineato come il set del film sia stato solcato da numerosi ipnotisti all'opera durante le riprese.
Domenica 22 ore 21.30
La Rimpatriata
di Damiano Damiani (1963 ITA/FRA 110')
Capolavoro misconosciuto del cinema italiano: storia agro-dolce di cinque amici che si ritrovano quarantenni nella Milano del boom economico per una breve notte di revival dei bei tempi andati. Protagonista è un Walter Chiari nella parte di sé stesso, brillante intrattenitore degli amici e irresistibile conquistatore di donne, simbolo per gli amici di una spensieratezza senza età e di una dolce vita ammaliante. In realtà la sua vaghezza superficiale nasconde un'amarezza di fondo e il suo apparente successo cela un destino da perdente. Ma come dice uno dei protagonisti del film: “Qua costruiscono, costruiscono, ma il miracolo economico è finito: ce ne accorgeremo...”. Profetico per i tempi attuali. Walter Chiari per questo film merita un monumento...inutile dire che film come “Il grande freddo” di Kasdan o “The return of secaucus seven” di John Sayles sono figli di questa pellicola. Da vedere e rivedere.
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