01/04/12

Programmazione Cinema Scaglie Aprile 2012

Aprile Cinema 2012 Scaglie


Domenica 1 Aprile ore 21.30
Compulsion
di Richard Fleischer (1959  USA 103’)
Il film rievoca il caso Leopold-Loeb, un fatto di cronaca particolarmente efferato e gratuito (l’omicidio che avrebbe dovuto essere “perfetto” commesso nella Chicago dei “ruggenti anni 20” da due adolescenti dell’alta borghesia, semplicemente per dimostrare la loro superiorità) che è già alla base della storia dalla quale prende spunto il “virtuosismo sperimentale” di “The Rope” di Alfred Hitchcock.
Il taglio di “Frenesia del delitto” è molto più giornalistico: Fleischer ci racconta non solo il fatto, ma anche – e molto di più — il “dopo”, concentrando gran parte della sua attenzione proprio sul processo che ne seguì e che occupò le prime pagine dei quotidiani per molto tempo. Ciò permette al regista  di unire all’analisi comportamentale che trae origine dalle aberranti teorie di una corrente di pensiero specifica, avversabile e riconoscibilissima, quella analogamente significativa che lo porta a puntare lo sguardo sui meccanismi della giustizia e di soffermarsi anche sulle problematiche che riguardano un certo tipo di ribellione giovanile sempre e comunque di “contrapposizione” alle regole codificate della società e a volte anche a quelle della morale. Il tutto, inserito in un attento, documentato, fedelissimo “quadro” dell’epoca di riferimento.
Come si potrà evincere quindi, i temi trattati sono in effetti molteplici, e vanno ben oltre l’episodio narrato, poiché toccano argomenti che sono di “scottante attualità” ancora adesso (si veda l’appassionata requisitoria contro la pena di morte di un istrionico, eccessivo, ma come al solito superlativo, Orson Welles nell’ingrato ruolo dell’avvocato difensore, una “partecipazione speciale” significativa e pregnante che finisce — forse proprio per la debordante personalità dell’attore — per assumere caratteristiche di assoluta centralità nella rappresentazione).
Una pellicola molto ambiziosa (magnificamente sorretta dal solido mestiere di un abilissimo artigiano dell’immagine come Fleischer e dall’ottima sceneggiatura di Richard Murphy) che forse non centra perfettamente tutti gli obiettivi, ma che rappresenta comunque un importante tentativo di evoluzione del genere noir. Il film è comunque soprattutto un lucidissimo scandaglio sufficientemente “inquietante” e analiticamente documentato, della mentalità criminale e delle sue aberrazioni, che porta in primo piano il rapporto fra “colpa” e “castigo”. Ho già accennato alla possente caratterizzazione di Welles (l’avvocato Clarence Darrow) e a “quella” memorabile arringa con la quale riesce a salvare i due criminali dalla pena capitale con un esercizio dialettico di alto istrionismo, ma non vanno dimenticate le prove ugualmente maiuscole degli altri due protagonisti, gli assassini “indifferenti”, freddi e scostanti, persino provocatori, deviati da confuse quanto devastanti letture filosofiche, interpretati dagli allora giovanissimi, quasi esordienti, Bradford Dillmann e Dean Stockwell (da Cinerpublic) .
Domenica 15 Aprile ore 21.30
To’, è morta la nonna
di  Mario Monicelli (1969 ITA 89’)
Adelaide Ghia, titolare di una fortunata industria d'insetticidi, muore fulminata dalla corrente elettrica maneggiando un televisore. Intorno alla salma si ritrovano i figli Galeazzo e Costanzo, con le rispettive consorti e i nipoti Titina, Claretta, Carlo Alberto e Carlo Maria. Se, ad eccezione delle due ragazze, gli altri mirano soltanto a spartirsi avidamente l'eredità della anziana signora, Carlo Alberto, l'unico che le abbia voluto veramente bene, si intrattiene disinteressatamente al suo capezzale, scambiando con lei (la sola della famiglia a cui rivolga ancora la parola e che gli risponde con uno strano ticchettio) dotte citazioni riprese dai pensieri di Mao. Mentre il vero, e volutamente, responsabile dell'incidente capitato a sua moglie - il vecchio marito di Adelaide - trascorre serenamente il tempo nelle sue stanze, in compagnia della fedele, e forse amata, governante, i suoi parenti cominciano a eliminarsi l'un l'altro, finché è proprio "l'hippy" e contestatore Carlo Alberto a ritrovarsi padrone della ditta. Consultatosi rapidamente con la nonna, decide di accettare l'incarico, ma solo per continuare dall'interno la distruzione del sistema, sostituendo alle bombole di insetticida le bombe. Commedia nero-giallo-rosa con pizzichi di erotismo che ruota su una sceneggiatura scombinata cui collaborò, tra gli altri, anche un fine scrittore come Luigi Malerba. Anomalo tentativo di fare una farsa satirica con la cinepresa ferma senza attori comici. Insuccesso su tutta la linea. Per incassi un minimo storico nell'itinerario di M. Monicelli.
Domenica 22 Aprile ore 21.30
Il quarto tipo
di Olatunde Osunsanmi (2009 USA 98’)
Il film racconta i presunti fatti accaduti a Nome (Alaska), una comunità pare assediata da presenze aliene aduse a rapire diversi cittadini in apparenza semplici. Ma nessuno osa confessare le proprie esperienze, anche perchè tutti gli ADDOTTI non ricordano. Sanno di svegliarsi dopo le 3, di vedere un gufo (in realtà è una civetta), di vivere attimi di puro terrore, ma non ricordano in definitiva alcunchè. La psicologa Abigail Tyler  (interpretata da una secondo me sorprendente e bravissima Milla Jovovich), dopo aver visto il marito essere assassinato sul letto da qualcuno di cui non ricorda, inizia a comprendere che anche lei vive strane esperienze notturne, ma non riesce a ricordare distintamente. Tuttavia quando molti pazienti, in regressione ipnotica, iniziano a narrare strane visioni ed esperienze, si convince che qualcosa di "estraneo" ha invaso la sua vita e quella di altri. Lei stessa, sotto ipnosi, ricorda di stare sul letto dettando le sue memorie ad un nastro magnetico, per poi ricevere la visita di strani esseri, che si camuffano nei suoi falsi ricordi come una civetta, vista osservare ogni addotto alla finestra sempre prima di una violenza. Nel riascoltare il nastro in un momento successivo, Abigail scopre drammaticamente che subito dopo aver inciso sul nastro lancia delle urla di panico, e sente una voce terribile parlare in una lingua sconosciuta. Attraverso l'ausilio di un esperto di lingue, si viene a scoprire che questi esseri parlano in sumero. Nei pochi brandelli di parole comprensibili, il linguista scopre che gli alieni si proclamino IO SONO...DIO, che noi siamo la loro creazione, che loro sono assoluti padroni delle mostre vite poichè essi  dicono: VI OSSERVIAMO...MODIFICHIAMO...DISTRUGGIAMO. Garantisco che raramente ho ascoltato una voce più sinistra di queste sinistre presenze. Sta di fatto che essi non lasciano scampo nè speranza alla razza umana: NON VI SERVE PREGARE, dice uno di essi. Il resto del film non lo descrivo, per correttezza (Mike Plato)
Domenica 29 Aprile ore 21.30
Io sono qui
di Casey Affleck (2010 USA 108’)
Il film racconta la vita dell'attore Joaquin Phoenix, a partire dall'annuncio dell'abbandono della sua carriera cinematografica, e descrive il suo passaggio ad una carriera come artista hip hop.
Durante tutto il periodo delle riprese cinematografiche, Phoenix è rimasto nel personaggio durante le apparizioni in pubblico, questo ha fatto sì che il progetto cinematografico sia rimasto oscuro al pubblico e agli addetti ai lavori.
Nel gennaio 2009, Joaquin Phoenix durante il periodo di promozione del suo ultimo film Two Lovers fu ospite al David Letterman Show. Particolare interessante fu che le riprese di I'm Still Here erano già cominciate e Phoenix era già completamente nel personaggio. Durante l'intervista, della durata di circa 11 minuti, Phoenix è apparso stralunato e a disagio, spiccicando pochissime parole con David Letterman e non argomentando nessuna della risposte date al conduttore. Per buona parte dell'intervista ha masticato vistosamente una gomma da masticare e ha lasciato più volte perplesso Letterman, che alla fine l'ha salutato dicendosi dispiaciuto che Phoenix non era effettivamente stato con lui quella sera. Letterman non ha intuito praticamente nulla dell'accaduto, e parte di questa intervista è stata inserita nel film.
Nel settembre 2010, dopo quasi due anni (il tempo delle riprese e della distribuzione del film), Joaquin Phoenix è ritornato al David Letterman Show, completamente sbarbato e con il suo look reale, e ovviamente fuori dal personaggio che interpretava nella precedente intervista. Nella nuova intervista, oltre alla promozione del film in questione, è stato possibile un simpatico chiarimento inerente alla precedente apparizione del 2009.

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