Sombre
di Philippe Grandrieux (1998 FRA 112')
Primo lungometraggio ipnotico e malsano di Philippe Grandrieux che riesce a rendere in immagini in maniera accurata le atmosfere sensualmente decadenti della musica di Alan Vega dei Suicide. Influenzato dal cinema muto, con reminescenze di Bataille e Francis Bacon e con uno stile che si pone tra Zulawski e Bruno Dumont, il film si configura come una cattivissima discesa nella psiche di un serial killer ricolmo di turbe sessuali. Dotato di una tecnica peculiare il regista crea un film visionario e spiazzante, grazie ai veloci movimenti di macchina, ai primi piani molto ravvicinati e all'uso dell'oscurità. Molte sono le cose che a fine visione rimangono non spiegate, anche perché i dialoghi sono ridotti all'osso, ma nonostante questo attraverso le immagini arrivano emozioni palpabili. E' come se il regista volesse che fosse lo spettatore a darsi dei perché di ciò che (intrav)vede. Splendida la sequenza iniziale con i bambini che urlano e si emozionano davanti ad uno schermo cinematografico. Toccante e tremendamente eloquente la sequenza finale con la carrellata sugli spettatori del Tour de France (gli spettatori del film stesso? noi?) sulle note degli amori perduti di Serge Gainsbourg. Magnifica e stordente l'interpretazione di Elina Lowensohn. Film estremamente difficile, per alcuni spazzatura immorale per altri prezioso capolavoro, a suo modo comunque indimenticabile e decisamente originale.
Buon Natale a tutti i lettori del blog!
18 ore fa
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