25/04/08

Weibang MaXu

Weibang MaXu

Weibang MaXu è il primo regista cinese di film horror della storia del cinema, degno epigono di altri poeti della difformità quali Tod Browning e James Whale, capace di creare un'originale fusione tra suggestioni provenienti dall'espressionismo tedesco, miscelate con atmosfere echeggianti i classici horror americani degli anni Trenta ("Frankenstein", "Freaks" etc), unite alle tradizioni culturali proprie del suo paese di origine.
Ne risulta un'amalgama in celluloide profondamente suggestiva ed insolita per lo spettatore occidentale, sospesa tra melodramma, mistero e passioni inconfessabili. Il tutto arricchito da una poetica personale e attraversato da un'affascinante aura romantica, adombrata però occasionalmente da un inquietante senso di indecifrabile perversione.
Il filo conduttore del suo cinema ruota attorno alla fragilità dell'identità, messa in crisi in alcuni casi dallo sfiguramento, in altri dalla società, in altri ancora da rapporti umani coercitivi. I temi ricorrenti della sua opera sono l'immagine del doppio, quella dello specchio e la figura del sosia. Spesso il regista ricorre all'apparizione di ermetiche bambole feticcio e sottolinea l'esistenza, nella sua realtà, di una sorta di circolarità di tempo e spazio, quasi che i suoi film scaturissero direttamente dalla fase percettiva di quegli attimi che si vivono quando ci si trova tra lo stato di sonno e quello di veglia.
Weibang Ma-Xu riesce, nei suoi film, anche a far intuire alcuni segreti inconfessabili della Cina feudale (altrimenti accuratamente occultati), rendendo evidente l'inesorabile caduta della vecchia società, ma parallelamente presentendo la futura imposizione di modelli esterni occidentali che porteranno ad una censura a tappeto da parte del regime dittatoriale che andrà ad instaurarsi.
L'unico suo film che ha goduto di una discreta distribuzione internazionale è lo struggente "Song at Midnight" (1937), sorta di remake de "Il fantasma dell'opera", incentrato sullo sfigurato Song Dapping, contemporaneamente eroe della rivoluzione antifeudale cinese e sorta di Cyrano, che insegna a cantare ad un giovane attore, per riuscire a fare indirette serenate alla sua amata, ma gli sviluppi della vicenda elaborati dal talento del regista saranno veramente spiazzanti e insondabili. Questo film è stato rifatto da Ronny Yu nel 1995 col titolo di "The Phantom Lover". Anche il seguito "Song at Midnight II" (1941) fu in patria all'epoca un notevole successo, tanto che il protagonista divenne l'icona simbolo della rivoluzione dei nazionalisti cinesi contro i giapponesi e i maoisti.
Gli ingredienti del sequel sono quelli del gotico più puro, con una notevole attenzione alla musica e al sottinteso messaggio politico. Tra le altre sue opere, tutte quasi invisibili, merita una citazione "The Cry of the Apes in the Deserted Valley", perla psicotronica datata 1930. Avremo mai una distribuzione in Italia, non limitata ad occasionali apparizioni ai Festival?

Nessun commento: