09/11/08

Cime tempestose (Luis Bunuel)

Cime tempestose - Abismos de pasión
di Luis Buñuel
(1953 MEX 90')
con Jorge Mistral, Irasema Dilian, Lilia Prado, Ernesto Alonso, Luis Aceveda Castaneda

Film maledetto del maestro Buñuel, che cercò di realizzarlo sia nel 1933 che nel 1935, senza però riuscire a trovare un produttore che credesse nel potenziale di una pellicola incentrata su un amore così estremo e totale, come quello raccontato nel libro della Bronte. Personalmente devo dire che è anche stato il film che più ho faticato a reperire negli anni passati. Solo negli ultimi anni infatti ha goduto di un passaggio sul satellite e poi di una proiezione nelle abbacinanti notti di Fuori Orario su Rai Tre. Si tratta di un melodramma a tinte fosche con un inizio che è già tutto un programma: numerosi grossi corvi vengono fatti scappare dai rami secchi di un albero spettrale a causa di un colpo di fucile sparato da un'isterica di nome Catarina. Il marito Eduardo è invece intento ad infilzare insetti di ogni tipo, tra cui una splendida farfalla, per la propria collezione. La bizzarra monotonia della famigliola viene sconvolta dall'arrivo del vigoroso e rancoroso Alejandro, il fratellastro di Catarina, maltrattato in passato dalla sua famiglia, che, dopo anni di esilio e fattosi ricco, ritorna per ottenere la meritata vendetta. Alejandro e Catarina si amano ancora follemente e forse è stata proprio questa passione inopportuna la causa dell'allontanamento di Alejandro in passato. Alejandro sbeffeggia apertamente Eduardo, ritenendolo uno smidollato. Catarina si avvampa di passione vedendo i modi risoluti di Alejandro ed è pronta a saltargli immediatamente tra le braccia. Ma anche la giovane sorella di Eduardo, Isabel, rimane intimamente colpita dalla forza e audacia dell'intruso. Alejandro, oltre a pretendere Catarina come sposa, vuole anche impossessarsi delle proprietà dell'altro fratellastro Ricardo, uno scapestrato ubriacone che ha perso tutto al gioco e che odia Alejandro visceralmente. La trama della pellicola poi prende una piega da telenovela tragica con Isabel e Alejandro che arrivano addirittura a sposarsi. Catarina e Alejandro sono lacerati e divorati dalla passione a tal punto che alternano momenti di amore assoluto ad altri di odio totale e in questa ottica va visto il matrimonio tra Alejandro e Isabel, cioè come un tentativo di far soffrire spietatamente Catarina da parte dell'amante follemente geloso. Tutti i rapporti umani del film sono incentrati sulla crudeltà più assoluta e tutti i personaggi sono tagliati con l'accetta, assolutamente privi di sfumature psicologiche positive. Anche la natura esterna è spoglia e selvaggia e tra le scene del film due rimangono incastonate nel cervello: una è quella dell'uccisione del maiale con il terribile eterno urlo della bestia che ha capito cosa l'aspetta, l'altra è la scena in cui una mosca viene gettata su una grossa ragnatela e immediatamente un feroce ragno esce da un pertugio e la divora, chiara metafora dei rapporti umani nel film.
Ciò che poi rende maledetto il film è il tragico finale in cui Catarina muore di parto e un allucinato Alejandro vaga nel cimitero per ricongiungersi a lei. Quando però Alejandro trova la cripta viene raggiunto da un proiettile proveniente dal fucile di Ricardo. Faticosamente si trascina dentro la tomba dove trova la bara in cui è racchiusa Catarina, in preda ad un'ossessione amorosa fatale Alejandro prima le stringe la mano poi bacia con dolcezza le labbra del suo freddo cadavere. In quel momento ode un gentile richiamo, alza lo sguardo e vede Catarina risorta che lo chiama a sé sulle scale della cripta. Mentre però Alejandro si avvia per raggiungerla,Catarina si tramuta in Ricardo, che armato spara il colpo di grazia sul volto di Alejandro, che viene sbalzato all'indietro stecchito, andando a scivolare proprio dentro la bara fra le braccia della sua amata. Ricardo completa l'opera e rinchiude saldamente la bara. A parte la delirante trama, il film è molto datato e risulta poco credibile, certo non aiutato da un pessimo doppiaggio in italiano dei personaggi. Romanticamente ciò che vale è la rappresentazione dell'amor fou in grado di travolgere qualsiasi cosa, che Buñuel con questo film ci regala, non distante probabilmente dallo spirito originario del romanzo e lontano anni luce dalla melassa hollywoodiana di quegli anni. Va sottolineato anche come un finale del genere negli anni Cinquanta fosse un discreto pugno nello stomaco.

“Nessuna voce che non sia quella della passione potrà condurvi alla felicità”
(Donatien Alphonse François de Sade)

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