Valhalla Rising
di Nicolas Winding Refn (2009 DAN/UK 93')
Refn, già autore di Pusher e di Bronson, si rivela cineasta sorprendente: girando un film selvaggio, violento e pulsionale come pochi, ma pervaso da un'aura metafisica e avvolto in una tale atmosfera perturbante da regalarci una visione decisamente emozionante. Il film, impreziosito da numerosi simbolismi mitologici nordici, è diviso in sei parti (Collera, Guerriero Silenzioso, Uomini di Dio, La Terra Santa, Inferno, Il Sacrificio) ed è incentrato sulle avventure di un implacabile guerriero pagano, muto e orbo, preso prigioniero da Vichinghi Cristiani durante il Medioevo. Su tutto il film la fanno da padrone i magnifici paesaggi scozzesi che contribuiscono a rendere le scene arcane e suggestive, dominate da una Natura magnifica, ma alquanto minacciosa. One Eye, questo il nome del guerriero interpretato da un affascinante Mads Mikkelsen, inizialmente è utilizzato dai Vichinghi per dei truci combattimenti tra prigionieri, sui quali si fanno scommesse senza alcuna pietà per la sorte dei perdenti. Quando non combatte, l'imbattibile One Eye è rinchiuso in una gabbia e nutrito da un timido ragazzetto di nome Are, con il quale instaurerà a poco a poco una specie di contatto telepatico. Guidato dall'odio, One Eye riuscirà a liberarsi e Are lo seguirà diventandone la voce. Durante il loro cammino i due si uniranno ad un gruppo di Vichinghi Cristiani per un viaggio in barca diretti verso la presunta Terra Santa. Insieme navigano, perseguitati da una nebbia impenetrabile e convinti di essere vittima di una maledizione (tre morti e un disperso durante il viaggio), fino a quella che dovrebbe essere Gerusalemme. One Eye durante il viaggio è spesso colpito da sogni o visioni premonitori (la pellicola in questi è virata al rosso sangue). In realtà è presumibile che il gruppo sbarchi in Nord America, ma purtroppo per loro questa Terra poco Santa è fin da subito zeppa di segnali minacciosi: su tutti dei cadaveri adagiati su una specie di palafitte e delle frecce di pietra, scagliate da nemici invisibili, che piombano improvvisamente su alcuni membri del gruppo uccidendoli. Il film si configura come una critica feroce al fanatismo religioso e scava singolarmente a fondo nell'essenza del cuore di tenebra degli esseri umani. One Eye, indimenticabile durante un suo rito propiziatorio davanti ad un totem di sassi, è probabilmente la materializzazione di uno spirito (lo stesso Odino?) proveniente dall'Inferno del Nord, come ci viene suggerito in uno spezzone della pellicola. A colpire è però l'enigmatica figura di Are, unico superstite in questo rito di passaggio che è il film e probabilmente futuro messaggero di un Nuovo Credo. Forse l'atteso Zarathustra...
Buon Natale a tutti i lettori del blog!
14 ore fa
Nessun commento:
Posta un commento