19/01/10

Diabel (Andrzej Zulawski)

Diabel di Andrzej Zulawski (1972 POL 119') Uno dei film più maledetti della storia del cinema, rimasto proibito e invisibile per 17 anni a causa della censura del regime comunista e delle autorità religiose dell'epoca. Malsana, allucinata e indigesta discesa agli inferi del regista Zulawski, che crea un cattivissimo apologo sulla violenza e la barbarie insite nella natura umana, ispirandosi ad un fatto di cronaca realmente accaduto negli anni Sessanta, in cui il regime comunista stroncò una manifestazione di studenti che protestavano contro la censura. Il film, depistante e dall'andamento ipnotico, è senza dubbio influenzato dalle traumatiche esperienze vissute dal regista durante la sua infanzia nella Polonia occupata dai nazisti, periodo in cui imperversavano le atrocità della guerra, e può quindi essere interpretato come un lancinante urlo di sofferenza del suo autore. La pellicola è ambientata nel 1793, momento in cui l'esercito prussiano invase la Polonia, che era stata spartita tra Austria, Russia e Prussia. La sequenza iniziale (vedi finestra sottostante) è veramente impressionante dal punto di vista visivo e vede un enigmatico straniero a cavallo che si introduce in un monastero, tramutato dalla guerra in prigione/manicomio, con lo scopo di liberare un giovane contestatore, il nobile Jakub, imprigionato perché complottava per uccidere il re. Lo libera insieme ad una monaca, presa come ostaggio per il viaggio, che intraprenderanno insieme. Il combattivo Jakub vorrebbe andare a Varsavia per continuare a lottare per la libertà del paese, ma il suo accompagnatore, dotato di una viscida abilità nel manipolarlo, riesce a convincerlo a tornare verso la propria casa di origine. Durante il percorso nella foresta, attraversando nevosi paesaggi violentati dalla guerra, intercettano una stramba compagnia di attori che stanno interpretando l'Amleto di Shakespeare e il confuso Jakub rifiuta seccamente di avere una relazione di gruppo con loro. Giunti al palazzo di famiglia, lo straniero lo avverte che le cose sono cambiate e potrebbe trovarvi molto dolore, anche perché la sua fidanzata si sta nel frattempo per sposare con il suo migliore amico proprio in quel momento e sta pure aspettando un bambino da questi. A questo punto assistiamo ad una sequenza di ballo in un salone del palazzo con la donna completamente euforica e tarantata, che sembra quasi un mostruoso sabba ed invece scopriamo essere i preparativi per il matrimonio. Ma per il perplesso Jakub che, nel frattempo a causa dello shock ha pure una crisi epilettica, le sorprese non sono finite: suo fratello e sua sorella hanno ora una incestuosa relazione, in casa vi è ancora il cadavere in decomposizione di suo padre morto suicida, mentre la madre fa la maitresse in una casa di piacere a pagamento. Lo spettatore è ormai immerso nel profondo del delirio delle caotiche immagini del film e viene ripetutamente brutalizzato da vari episodi parossistici, sostenuti oltretutto da un'emozionante recitazione sempre eccessiva e sopra le righe (tipica dello stile del regista, debitore del teatro di Grotowski). Jakub ormai completamente moralmente disintegrato e irrimediabilmente folle, nell'apocalittico finale, inizia ad uccidere chiunque gli capiti a tiro, per vendetta e per rabbia allo scopo di ripulire il mondo dal peccato, inizialmente utilizzando un rasoio che il maligno corruttore gli ha fornito. La monaca lo accompagna, cercando disperatamente di redimerlo fino all'ultimo, ma l'influenza dello straniero è troppo venefica...il finale è poi un delirio assoluto e di difficile interpretazione in cui Jakub è ucciso dallo straniero, che viene evirato dalla monaca e, morendo, si trasforma in lupo. Coinvolgente e funzionale alle immagini la colonna sonora di musica sperimentale di Andrzej Korszynski. Una rappresentazione mefistofelica e senza compromessi di un mondo dominato dall'anarchia nichilistica del male e irrimediabilmente contagiato dalla misteriosa presenza del diabel. Un vero e proprio incubo incentrato sulla follia scatenata dalla guerra, da vedere a vostro rischio e pericolo. "Blandire la maggioranza è l'imperativo del Pianeta Cinema. Per quanto mi riguarda, non faccio concessioni agli spettatori, queste vittime della vita che pensano che ogni pellicola venga prodotta esclusivamente per il loro piacere, e che non sanno nulla della loro stessa esistenza". (Andrzej Zulawski)

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