17/12/07

Pierre Clémenti

Pierre Clémenti

Un sentito omaggio a Pierre Clémenti, attore e regista (tuttora quasi sconosciuta in Italia la sua importante opera come cineasta), figura trasgressiva ed evocatrice del cinema francese ed italiano a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta. Dotato di un fisico particolare, quasi mefistofelico, dalla corporatura alta e sottile, con uno sguardo penetrante ed un volto vagamente ieratico divenne in pochi anni l'attore simbolo di un cinema ribelle e anticonformista.

Clémenti nasce nel 1942 a Parigi da padre ignoto e da madre corsa, dapprima sbarca il lunario come tagliatore di pietra e fattorino d'albergo, ma contemporaneamente frequenta corsi di recitazione. Esordisce nei teatri "off" parigini ed inizialmente interpreta piccole parti al cinema, tra cui va ricordata la sua partecipazione a "Il gattopardo" di Luchino Visconti. Nel 1967 arriva la grande occasione, quando il maestro Luis Buñuel lo chiama come co-protagonista, nel ruolo dell'amante sadico di Catherine Deneuve, nel suo "Bella di giorno". Il cinema d'autore europeo viene immediatamente stregato dalla magnetica presenza scenica dell'attore e Clémenti, in pochi anni, diviene l'emblema di un cinema decisamente rivoluzionario. Nel 1968 lo chiama Bernardo Bertolucci nello sperimentale "Partner" nella parte di Giacobbe, doppio personaggio arcano, antitetico e speculare. Da qui sarà un escalation di ruoli memorabili: nel 1969 prende parte a "La Lit de la vierge" di Philippe Garrel, "La via lattea" di Luis Buñuel e "Porcile" di Pier Paolo Pasolini; nel 1970 recita in "Il conformista" di Bernardo Bertolucci, è Tiresia ne "I Cannibali" di Liliana Cavani e Attila in "Necropolis" di Franco Brocani, prende parte nello stesso anno anche a "Cabezas Cortadas" di Glauber Rocha e a "La pacifista" di Miklós Jancsó. Negli anni successivi la sua magistrale arte illumina alcuni film sempre significativi e innovativi tra cui "La cicatrice interiore" di Philippe Garrel nel 1972, "Sweet Movie" di Dusan Makavejev nel 1974, "Il lupo della steppa" nella trasposizione di Fred Haines del 1974, "Quartet" di James Ivory nel 1981 e "É difficile essere un dio" di Peter Fleischmann nel 1990, "Le Bassin de J.W." di João César Monteiro nel 1997 e "Hideous Kinky" di Gillies MacKinnon nel 1998.
Costantemente pendolare tra Francia e Italia vanno ricordate anche alcune sue partecipazioni ad alcuni film italiani del periodo d'oro del cinema di genere ed exploitation quali "Ninì Tirabusciò: la donna che inventò la mossa" di Marcello Fondato, "La vittima designata" di Maurizio Lucidi e il famigerato "Piccole Labbra" di Mimmo Cattarinich. Nel giugno del 1971 il suo nome sale agli onori delle cronache in quanto viene arrestato a Roma per detenzione di hashish. Dopo aver trascorso oltre un anno in carcere, nonostante l'attore si fosse costantemente proclamato innocente, viene rilasciato per insufficienza di prove e costretto a lasciare il paese. Memore di questa terribile esperienza Clémenti scriverà in seguito il libro "Quelques messages personnels", amara requisitoria contro i tribunali e le condizioni di carcerazione, ma al tempo stesso avvincente autobiografia dei suoi esordi di attore.
Pierre Clémenti è stato anche autore di alcuni corto e mediometraggi sperimentali di bruciante impatto visivo, in cui viene ribadita una pervicace volontà di ricerca e permane la coerenza e la radicalità di approccio delle sue migliori prove attoriali, tra questi meritano menzione: "Visa de censure" (1968), "La Révolution n'est qu'un début. Continuons." (1968), "Art de vie" (1969), "L'Ange et le démon" (1971), "New Old" (1979), "À l'ombre de la canaille bleue" (1986). Nel 1988 anche la Cinémathèque française gli dedica un corposo omaggio retrospettivo. Pierre Clémenti lascia il mondo e il cinema inaspettatamente nel 1999, all'alba del nuovo millennio, lasciando dietro di sé una produzione artistica appassionante, destabilizzante e limpidamente coerente.

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